Oggi comincia la settimana santa, per molti una settimana come le altre, per i cristiani la settimana delle settimane! La settimana della scommessa!
Questa è la settimana nella quale si gioca tutta la nostra storia personale e di Chiesa, è la settimana in cui giochiamo le sorti del mondo, non perché spariamo fuochi d’artificio o compiamo atti spettacolari, bensì perché – se vogliamo essere veri – rimettiamo in gioco noi stessi.
Ci rimettiamo in gioco non perché siamo sballati, ma perché sappiamo che il mistero dell’iniquità, il male come leone ruggente sta in agguato e ci depista, perché invidioso di noi, della nostra fede, per quanto semplice e piccola.
Non so se i mali di oggi siano maggiori dei mali di ieri, so che i mali di oggi fanno male e sono insidiosi: non sembrano male!
L’egoismo di un Occidente che dopo avere depredato l’universo oggi chiude le sue frontiere;
l’egoismo di un Occidente senza più figli e senza più padri, specialmente senza più padri;
il rischio dell’individualismo e dell’indifferenza anche tra molti noi cristiani;
il pericolo del pessimismo anche per un cristiano.
La settimana santa si apre questa sera, nel giorno di san Giuseppe, padre di Gesù; in questo periodo di crisi della figura paterna, voglio proprio evidenziare il valore dell’azione tra il Padre e il Figlio suo Gesù.
C’è un’assoluta libertà di Gesù nel percorrere la via della croce proprio perché esiste una profonda relazione con il Padre.
C’è una capacità del Padre di offrire al Figlio una libertà tale per cui Gesù obbedisce non per obbligo, ma per totale fiducia nel Padre, una fiducia che risponde alla totale fiducia del Padre nel Figlio.
La fiducia del Padre verso il Figlio è così profonda da lasciarlo scegliere in piena libertà; certo il Padre vigila sul Figlio anche nel momento dell’abbandono, della solitudine, ma il Figlio può scegliere liberamente proprio in forza della fiducia che ha nel Padre.
Con ciò la storia della Passione non è maschilista, infatti ai piedi della Croce e davanti al sepolcro ci saranno delle donne, non degli uomini; ma il racconto della Passione di Gesù è il racconto della cura che il Padre di Gesù ha per tutta l’umanità; è il racconto di un Figlio che fa comprendere a tutti noi che non siamo soli, che Dio Padre è sempre con noi.
Oggi è il giorno in cui in Campania ricordiamo l’assassinio di don Peppe Diana, ucciso mentre si preparava a celebrare la messa nel giorno di san Giuseppe. Il male ha toccato lui, ma può toccare ognuno di noi.
Chiediamo la sua intercessione perché ci faccia meglio comprendere cosa significa testimoniare il Figlio obbediente fino alla morte al Padre suo e Padre nostri, cosa significa rispondere alla logica dell’amore del Padre, logica che ha esaltato Gesù al di sopra di ogni altro nome, affinché ogni ginocchio, in cielo, sulla terra e sotto terra si pieghi davanti a Lui.

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