Celebriamo in questo sabato precedente la terza domenica di Novembre la solennità di Maria Madre della Divina Provvidenza, la Madonna – così diciamo affettuosamente – dei figli e delle figlie di sant’Antonio M. Zaccaria.
Attenzione: perché non sia solo una devozione vogliamo celebrare e ragionare quella dimensione femminile della vita di cui non si può fare a meno.

La messa di oggi prevede il vangelo delle nozze di Cana o di Maria ai piedi della Croce.
Certo il primo è più gioioso, più bello per una festa; ma preferisco il secondo anche se più drammatico anche perché credo che la storia di Dio la si capisca meglio quando ci si confronta con il dramma della vita.
E la donna non comprende forse di più la vita perché affronta le doglie del parto? Ovvero quando non riesce ad avere un figlio?

Questi due brani sono però collegati almeno da tre elementi:

  1. il dramma di una assenza: restare senza vino e restare senza il Figlio e… senza madre;
  2. la sete, all’inizio e alla fine della rivelazione di Gesù c’è una sete!;
  3. una donna, non Maria, ma una donna, la Donna.
  4. Quante volte siamo chiamati ad affrontare delle assenze: a chi ci rivogliamo? Noi cristiani a chi ci rivolgiamo?

Penso all’assenza della politica in questi tempi: a chi ci rivolgiamo per colmarla? E come? Dove e come andiamo a cercare il vino non per ubriacarci ma per riempire di senso il nostro vivere insieme?
Ci sono delle assenze di valori, forse anche una assenza di fede: a chi ci rivolgiamo per trovare pienezza?
Siamo consapevoli di cosa manca o forse siamo troppo preoccupati di noi stessi da non accorgerci di ciò che manca.
Anche noi cristiani…

  1. A Cana, il primo segno di Gesù colma una sete! Sulla Croce le ultime parole di Gesù sono: Ho sete! Lui che ha donato da bere a tutti ora ha sete! E non riceve acqua fresca o vino nuovo, ma aceto e fiele.

C’è ancora tanta sete di Dio, tanta sete di bene e spesso siamo distratti, non ce ne accorgiamo come l’organizzatore della festa! Maria invece ci insegna ad avere uno sguardo a 360°. Domani è la giornata per/contro la povertà: penso a Sofia o quanti altri giovani si daranno da fare per non stare con le mani in mano, per riempire questa “sete”!

Quanti SAMZfollower non stanno con le mani in mano e chiedono di pregare per loro: vogliamo pregare insieme per questo #JuZacSinodo2018? Sì o no?

Sapremo rispondere alla sete di cambiamento, di riforma che tutti domandiamo oppure ognuno resterà fermo nel proprio orizzonte? Maria poteva fregarsene del vino, invece è andata oltre il proprio bene individuale, si è messa in gioco!

  1. Donna, ecco tuo Figlio! Giovanni nel vangelo non usa il nome Maria, ma Donna, termine insolito per chiamare la Madre; Donna, la nuova Eva, madre di una nuova umanità. Un’umanità che ascolta la parola di Gesù: dice ai servi, ascoltate quello che vi dirà! Un’umanità che accoglie i giovani, la vita: Donna ecco tuo figlio!

Ecco le due modalità per celebrare la Provvidenza: ascoltare la parola di Gesù, il Vangelo; accogliere chi è solo! Perché la Provvidenza è comunione di Dio con l’umanità attraverso l’intercessione di Maria.

«Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire» scriveva Alda Merini in una sua poesia. Nei Vangeli della Provvidenza, Maria sceglie con cura le parole da dire e non dire, ma ancora più sceglie con cura la storia da costruire insieme al suo Figlio, il nostro Dio e insieme ai suoi figli, la nostra umanità.