Cristiani adulteri

Ancora una donna, proprio una donna! Quasi che determinati peccati siano colpa solo delle donne; già questo fatto potrebbe farci ragionare sul rispetto della dignità della donna. Ma forse il vangelo fa riferimento a una donna proprio per aiutarci a ragionare meglio e di più sulla fragilità della natura umana, sulla fragilità, sul peccato anche della comunità cristiana. Questo brano di vangelo, infatti è stato scritto per aiutare la comunità cristiana a ragionare sulla misericordia di Dio, sul modo di agire di Dio nei confronti del peccatore.
La prima comunità cristiana si è scoperta intransigente, fondamentalista, spiazzata dal peccato che l’ha colpita; anche i primi cristiani non erano così puri come avrebbero voluto e quindi? Anche i cristiani si accorgono di tradire Dio.
Di fronte al peccato che anche il cristiano si trova a vivere come reagire?
Gesù in silenzio ascolta per insegnare a ragionare a fermarsi a ragionare, a non agire di impulso; per aiutare a fare un serio esame di coscienza. È molto facile giudicare gli altri, ma quando poi devi giudicare te stesso?
“Ma siccome quelli insistevano nell’interrogarlo, Gesù si alzò e disse: Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Adesso Gesù si presenta come giudice, non per condannare ma perché ciascuno prenda coscienza di se stesso, senza ipocrisia, con estrema verità.
Poi Gesù si china di nuovo e continua a scrivere sulla terra: continua il suo segno profetico, davvero egli conosce la fragilità dell’uomo. Nel silenzio che egli crea perché tutti abbiano il coraggio della verità, comincia ad accadere qualcosa di nuovo: “se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani”.
Da questo silenzio, da questo abbandono Gesù rimane “solo”! Qui comincia il dialogo tra Gesù e questa donna recuperata nella sua dignità! Avrà fatto anche un errore ma è sempre una donna, una persona, prima di essere un’adultera. È una peccatrice, ma proprio per questo necessaria di maggiore amore, un amore capace di perdonare.
Come sulla croce, anche qui Gesù è solo, con una donna: è nella solitudine di una rinnovata creazione che nasce il perdono e la possibilità di rinascita, di una vita nuova.
Come il figlio minore, anche questa donna ha bisogno del silenzio per poter rinascere, per poter cambiare vita.
Ma questa donna è solo una donna o potrebbe essere ognuno di noi quando si trova di fronte al suo peccato?
E questi farisei, giudici, sono solo delle invenzioni o potrebbero essere ognuno di noi molto capaci di giudicare e poco capaci di amare?
Ma amare non è solo tentare di perdonare o perdonare a parole, amare significa imparare a cambiare mentalità, imparare a prendersi responsabilità in prima persona, imparare a capire cosa fare per rinnovare la vita.
Spesso ci capita di denunciare situazioni sbagliate, errori, cose che non cambiano, ma noi quando ci prendiamo le nostre responsabilità?
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, 
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, 
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.