Cari SAMZfollower – SAMZseguidores

Intervento del responsabile  della pastorale giovanile  zaccariana a ll’Enjuz2016 – Sao Paulo

14 novembre 2016

Cari SAMZfollower -SAMZseguidores

«Da anni i più attenti conoscitori del mondo giovanile vanno ripetendo che siamo di fronte a un cambiamento radicale nella difficile arte di trasmettere alla generazione successiva i principi ritenuti fondamentali per affrontare il duro mestiere di vivere e di vivere in società. A ciò si è aggiunta la convinzione che non c’è più nemmeno un patrimonio da ricevere: la cultura globalizzata dominante sembra affermare che il mondo inizi sempre da capo, che l’umanità non possieda capisaldi condivisi, che una scelta equivalga all’altra e che domani si possa “rottamare” quello che abbiamo acquisito oggi» (Enzo Bianchi).

«Il successo della democrazia liberale, nella seconda metà del Ventesimo secolo, si è fondato sull’estensione del campo d’azione e della prosperità delle classi medie all’interno di società globalmente omogenee, nella cornice di un ordine mondiale stabile e trasparente. Viviamo in un’epoca in cui, in mancanza di crescita e di meccanismi di correzione delle disuguaglianze, le classi medie sono stagnanti e temono un declassamento, in seno a società sempre più eterogenee, e in uno scenario mondiale instabile e oscuro. Tutto questo mentre la rivoluzione digitale, fattore di accelerazione e dunque d’angoscia, cancella l’idea stessa di rappresentanza. Ora più che mai, dunque, occorre fare di tutto per evitare che la demagogia abbia la meglio sulla democrazia». (Michelle Colombanì)

Due pensieri di persone diverse tra loro, ma assolutamente veri, tra poco li commenteremo.

 

Grazie per questo vostro invito e della vostra accoglienza che mi ricambia sempre dell’essere qui con voi! Grazie e un saluto da tanti giovani europei che sanno che vi state incontrando.

In Italia alcuni dei gruppi giovanili dei padri Barnabiti stanno lavorando su tre linee:

Spiritualità.
Cultura.
Azione.

Non si può essere cristiani senza fare cultura, senza pensare come agire per il bene degli uomini.

Uno dei beni maggiori che oggi gli uomini hanno bisogno è la cultura, la capacità di pensare. Leggere, scrivere, allarga i confini, può e deve incidere sulle nostre vite, dare il proprio contributo a costruire un futuro più giusto, un mondo migliore (Roberto Saviano).

Noi cristiani abbiamo il dovere di pensare illuminati dalla luce del Vangelo che vuole incontrare tutti gli uomini che Dio ama, tutti gli uomini di buona volontà.

Pensare le fede, pregare la fede, vivere la fede (riprendo le 2 citazioni).

Non è vero che la vita comincia sempre da capo, semmai sempre da capo è la possibilità di continuare ad amare dopo il peccato;

non è vero che non abbiamo più nulla da trasmettere, noi adulti a voi, voi giovani a noi: c’è una Storia, anche di errori, ma c’è una Storia e anche una Storia della Salvezza;

non è vero che una scelta è uguale all’altra: Dio vi ha scelti uno per uno e nessuno di voi è uguale all’altro (è scritto sulle maglie dei giovani di S. Paulo: Segueme. Eu preciso de vosse);

viviamo in un’epoca di angoscia, ma anche di opportunità che siamo chiamati a vivere;

dobbiamo sempre più vigilare sulla bontà della democrazia, cioè dobbiamo usare la testa che Dio ci ha donato.

Per vivere / fare ciò – come ci insegna il nostro Fondatore A.M.Z – abbiamo bisogno di:

pregare,
pensare,
agire.

  1. Pregare con la parola di Dio (prima ancora di Lutero SAMZ leggeva la Bibbia in volgare);
  2. Pregare davanti al Crocefisso e registrare sul vostro smartphone le ore 00 di ogni venerdì: in tutto il mondo! Gesù muore per me! Fil. 2.
  3. Tenere sempre la mente elevata a Dio!
  1. Leggere, confrontare con il pensiero cristiano;
  2. Chiedere perdono se non si legge abbastanza, anche 15 minuti al giorno;
  3. Scrivere quello che si ragiona, quello che si vuole sognare.
  1. Agire insieme, come piccolo gruppo;
  2. Agire insieme, come grande gruppo zaccariano;
  3. Agire insieme, con una grande missione: spirituale, o culturale, o caritativa.

Alcune proposte/esempi:

  1. la preghiera personale e la direzione spirituale,
  2. il riferimento alla parrocchia e/o alla scuola,
  3. la condivisione con altri gruppi della parrocchia,
  4. pregare insieme, nel mondo (25 gennaio, 5 luglio, Provvidenza),
  5. rosario della provvidenza venerdì 18 novembre;
  1. leggere un autore o degli articoli e condividere insieme,
  2. leggere un documento della Chiesa,
  3. scrivere un articolo per noi www.GiovaniBarnabiti.it;
  1. scendere dal divano (papa Francesco), evitare la tiepidezza (SAMZ), imparare ad agire come singolo e piccolo gruppo per il prossimo;
  2. l’enjuz non finisce il 15 novembre e ricomincia il 15 novembre 2017: bisogna essere SAMZfollower, zaccariani ogni giorno;
  3. sostenere un progetto di volontariato per l’estate che coinvolga tutti i giovani zaccariani in Brasile, nel mondo;
  4. imparare la pedagogia della gradualità (SAMZ): SAMZfollower day by day.

Concludo:

  1. Ieri … diceva che dobbiamo diventare migliori, certo dobbiamo e vogliamo diventare migliore, che nessuno di noi è perfetto per parlare della parola di Dio: nessuno è perfetto, ma Dio ci ha donato la sua perfezione, lo Spirito santo per leggere e vivere la parola di Dio;
  1. Una citazione del nostro Fondatore:

oh meraviglia della stupenda arte delle cose fatte da Dio! l’uomo è tale che con la libertà del suo                   animo può fare che… il male gli sia bene (Sermone V), che la perfezione cresca;

  1. Una produzione che ci faccia comprendere come si può pensare e vivere la fede anche senza la parola.

 

Grazie, pJgiannic

A raiz humana da crise ecológica. I

Folha 4

A actual crise está enraizada no presente predomínio tecnocrático e na concepção do homem que dele deriva.

  1. “A técnica exprime a tensão do ânimo humano para uma gradual superação das limitações materiais” ( B XVI, CV, 69). A tecnociência, se devidamente orientada, também é capaz de produzir o bonito. Assim, no desejo de beleza do artesão e em quem contempla aquela beleza se realiza o salto para uma certa plenitude própria do homem (cf. 102ss).

No entanto, não podemos ignorar os perigos no guiar o poder do progresso (nas suas dimensões económica, técnica, científica e social), normalmente nas mãos de poucos oligarcas.

Tende-se a crer que “cada poder aquisitivo é simplesmente progresso, aumento de segurança, utilidade, bem-estar, força vital, de plenitude de valores” (R. Guardini), como se a realidade e o bem surgissem espontaneamente do mesmo poder e da tecnologia e da economia. A verdade é que «o homem moderno não foi educado para o reto uso do poder» (ib.)… cada época tende a desenvolver uma baixa auto-consciência de seus próprios limites … liberdade do homem adoece, quando se entrega às forças cegas do inconsciente, das necessidades imediatas, do egoísmo, da violência brutal; mas podemos afirmar que carece de uma ética sólida, uma cultura e uma espiritualidade que lhe ponham realmente um limite e o contenham dentro dum lucido domínio de si (105).

 

  1. Mas o problema fundamental é a globalização do paradigma tecnocrático. Se até ontem o progresso acompanhou a natureza, a humanidade hoje tomou a tecnologia e seu desenvolvimento, juntamente com um paradigma homogêneo e unidimensional. O problema não é a tecnologia em si, mas sim as consequências socio-antropologicas dos mesmos. Algumas decisões que parecem puramente instrumentais, na verdade, são escolhas relevantes para o tipo de vida social a ser desenvolvido. Desta forma, a capacidade de tomada de decisão, a liberdade autêntica e mais o espaço para a criatividade alternativa dos indivíduos são reduzidas. Estamos diante ”a um domínio, no sentido verdadeiro da palavra “(R. Guardini) (cr. 106ss).

Não se aprendeu a lição da crise financeira mundial (A finança sufoca a economia real) e, muito lentamente, se aprende a lição do deterioração ambiental” (109). A maximização do lucro não é suficiente. O mercado por si só não garante o desenvolvimento humano integral e inclusão social (B XVI , CV 35).

A especialização própria da tecnologia comporta grande dificuldade para se conseguir um olhar de conjunto, sobretudo os do meio ambiente e dos pobres, que não se podem enfrentar a partir duma única perspetiva nem de um único tipo de interesses. Uma ciência, que pretenda oferecer soluções para os grandes problemas, deveria necessariamente ter em conta tudo o que o conhecimento gerou nas outras áreas do saber, incluindo a filosofia e a ética social… Na realidade concreta que nos interpela, aparecem vários sintomas que mostram o erro, tais como a degradação ambiental, a ansiedade, a perda do sentido da vida e da convivência social. Assim se demonstra uma vez mais que «a realidade é superior à ideia” (EG 231)» (110).

O problema ecológico não é simplesmente uma questão de recursos técnicos, mas de uma nova cultura ecológica: um pensamento, um programa educacional, um estilo de vida e uma espiritualidade … A humanidade hoje mudou profundamente e a acumulação de novidades consagra uma transitoriedade que nos atrai para a superfície em uma única direção. Torna-se difícil de parar para recuperar a profundidade da vida … Ninguém quer voltar para as cavernas, mas precisa diminuir a marcha, à procura de sinais de liberação deste paradigma tecnocrático e ao mesmo tempo, recuperar os valores e grandes propósitos destruídos por um esagerado megalomaníaco (cf. 111 -114).

Perguntas:

O que è a tecnologia?

Que idéia você tem do “belo”, porque o Papa Francisco fala do belo?

O problema da gestão do poder não é um problema apenas de filme, é um problema que toca a todos nós: o que você acha?

O problema ecológico não é apenas um problema da poluição, é um problema da espiritualidade formada por uma ética sólida e uma cultura que realmente nos ensinar o senso do limite, do auto-controle para o bem comum.

Que estilo de vida você poderia começar a viver?

Quais pontos de referência para construir um estilo de vida renovado?

La radice umana della crisi ecologica. I

Scheda 4

L’attuale crisi trova le sue radici nel predominio tecnocratico attuale e nella concezione dell’uomo che da esso è derivato.

  1. «La tecnica esprime la tensione dell’animo umano verso il graduale superamento di certi condizionamenti materiali» (B XVI, CV, 69). La tecnoscienza, se bene orientata, è anche capace di produrre il bello. In tal modo, nel desiderio di bellezza dell’artefice e in chi quella bellezza contempla si compie il salto verso una certa pienezza propriamente umana (cf. 102ss).

Tuttavia non possiamo ignorare i pericoli nel gestire il potere del progresso (nelle sue dimensioni economica, tecnica, scientifica e sociale), normalmente in mano a poche oligarchie.

Si tende a cedere che «ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori» (R. Guardini), come se la realtà e il bene sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia. Il fatto è che «l’uomo moderno non è stato educato al retto uso della potenza» (Ib.) … ogni epoca tende a sviluppare una scarsa autocoscienza dei propri limiti… la libertà dell’uomo si ammala quando si consegna alle forze cieche dell’inconscio, dei bisogni immediati, dell’egoismo, della violenza brutale; … quando gli mancano un’etica solida, una cultura e una spiritualità che realmente gli diano un limite e lo contengano entro un lucido dominio di sé (105).

  1. Ma il problema fondamentale è la globalizzazione del paradigma tecnocratico. Se fino a ieri il progresso ha accompagnato la natura, oggi l’umanità ha assunto la tecnologia e il suo sviluppo insieme a un paradigma omogeneo e unidimensionale. Il problema non è la tecnologia in sé, bensì le conseguenze socioantropologiche che ne derivano. Certe scelte che sembrano puramente strumentali, in realtà sono scelte attinenti al tipo di vita sociale che si intende sviluppare. In questo modo la capacità di decisione, la libertà più autentica e lo spazio per la creatività alternativa degli individui sono ridotte. Siamo di fronte «a un dominio nel senso stretto della parola» (R. Guardini) (cr. 106ss).

«Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale (la finanza soffoca l’economia reale) e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale» (109). La massimizzazione del profitto non è sufficiente. Il mercato da solo non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale (B XVI, CV 35).

«La specializzazione della tecnologia non permette uno sguardo d’insieme e i problemi, specialmente dei più poveri, non si possono risolvere senza tenere conto delle diverse aree del sapere, comprese la filosofia e l’etica sociale… nella realtà concreta che ci interpella, appaiono diversi sintomi che mostrano l’errore, come il degrado ambientale, l’ansia, la perdita del senso della vita e del vivere insieme. Si dimostra così ancora una volta che la “realtà è superiore all’idea” (EG 231)» (110).

Il problema ecologico non è semplicemente una questione di rimedi tecnici, bensì di una nuova cultura ecologica: un pensiero, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità… L’umanità oggi si è modificata profondamente e l’accumularsi di continue novità consacra una fugacità che ci trascina in superficie verso un’unica direzione. Diventa difficile fermarci per recuperare le profondità della vita… Nessuno vuole tornare alle caverne, ma bisogna rallentare la marcia, guardare ai segni di liberazione di questo paradigma tecnocratico e la tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane (cf. 111-114).

Domande:

Cos’è per te la tecnologia?

Quale idea hai di “bello”, perché papa Francesco parla di bello?

Il problema della gestione del potere non è un problema solo da film, è un problema che tocca tutti noi: cosa ne pensi?

Il problema ecologico non è solo un problema di inquinamento, è un problema di spiritualità formata da un’etica solida e una cultura che realmente ci educhi al senso del limite, del dominio di sé per il bene comune.

Quale stile di vita potresti cominciare a vivere?

Quali punti di riferimento per costruire un rinnovato stile di vita?