Chiesa, libri, giovani.

In che modo la Chiesa, nei suoli libri, parla ai giovani?
Con questa domanda p. Giannicola mi ha chiesto di collaborare al nostro blog.
Forse più che una domanda, una sfida, perché non ho saputo rispondere. Così mi ha invitato a cercare, a entrare in librerie specificamente cristiane, diverse da quelle che solitamente frequento e a soffermarmi su qualche testo.
Io amo leggere eppure, come immagino molti di voi, non ho alcuna consuetudine con i cosiddetti “libri cattolici” o con libreria cattoliche.
Per potervi parlare seriamente di quei libri che la Chiesa ci indirizza e per poterveli consigliare ho bisogno di tempo, di acquisire una certa familiarità con scritti che raramente mi sono capitati tra le mani.
Ho deciso quindi che inizierò a parlarvi delle mie letture, magari non cattoliche, ma altrettanto feconde, di quei testi meravigliosi che fanno parte della nostra letteratura e che, seppur in modo diverso, vogliono dire qualcosa sulla nostra fede.

Comincio subito con: “In nome della madre”.
Non vi fate ingannare, non è un noioso libro di catechesi. Si tratta di un romanzo breve (direi brevissimo) di Erri de Luca. Per chi non lo conoscesse è uno scrittore contemporaneo, napoletano ma vive da sempre a Roma (così accontentiamo un po’ tutti) autore di saggi, romanzi e poesie.
Nella Premessa si legge: “In nome del Padre” s’inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita.
E di questo si tratta, di una vita; quella di Myriàm/Maria e, tramite la sua, della nascita più sacra e misteriosa che conosciamo. Con un coraggio che potrebbe facilmente esser scambiato per presunzione Erri de Luca lascia che sia la Madonna a raccontarci la sua storia.
Il risultato è racchiuso in un libro coinvolgente, semplice e pieno di tenerezza.
Leggiamo i pensieri e le emozioni che Myriàm ha provato durante quei nove mesi, dall’Annunciazione alla Nascita, che han segnato la fine della sua adolescenza, nove mesi di paure colmati dall’amore infinito per il figlio che portava in grembo e dall’amore, altrettanto profondo e gentile, che ha per lei Iosef, l’uomo che le sta sempre accanto, suo angelo custode.
Trovo che sia il libro adatto per questo tempo di Avvento. Per prepararsi al Natale e ricordare la prima venuta del Figlio di Dio attraverso una storia che ci è vicina, celebrando la forza e la fede con cui Maria e Giuseppe accettano il volere divino.
Anche lei, come noi, immersa in una società di pregiudizi; anche lei, come le nostre madri, sogna, desidera e allo stesso tempo teme per il bambino che custodisce gelosamente in sé.
È una lettura che vi consiglio perché ci parla della fede con la semplicità di cui spesso abbiamo bisogno, così che ognuno di noi possa sentirsi vicino a Myriàm e al suo monologo pervaso d’amore e delicatezza:

Con le mani intrecciate sul ventre piatto mi toccavo la pelle per sentire sulla punta delle dita la mia vita cambiata. Era per me il giorno uno della creazione.

Elena Chioda

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