Economia, lavoro e dottrina sociale della Chiesa

Dal momento in cui l’economia è stata definita scienza, sempre più aspetti della vita dell’uomo hanno iniziato a essere soggetti a valutazioni economico-numeriche e finanziarie; come se il fine ultimo fosse l’economia stessa, la moneta, cosa che ha comportato nel tempo fenomeni come la sproporzionata distribuzione della ricchezza e il collasso dei mercati. In altre parole, l’economia non viene più vista come strumento per migliorare la vita dell’uomo, bensì diventa il fine ultimo, ciò per cui ognuno di noi lotta durante la propria quotidianità.

Il mondo economico, inteso in senso più ampio, ossia come sistema economico moderno, dovrebbe esistere a servizio dell’uomo, non come padrone di esso; in effetti è molto sottile il confine tra le due cose e vale la pena analizzare la questione partendo da un aspetto fondamentale, forse il più importante, legato all’economia sin dai tempi più antichi: il lavoro. Il lavoro è stato oggetto di dibattito nel corso dell’intera storia dell’uomo, in particolar modo negli ultimi due secoli, teatro nell’industrializzazione che ha invaso e modificato in modo permanente il sistema economico e che ha poi portato, negli anni, ai meccanismi economico-finanziari moderni. Si pensi, ad esempio, a Karl Marx, che vedeva il lavoro svolto dagli operai (da lui definiti “proletari”), nel mondo capitalistico, come alienazione degli stessi; oppure Frederick Taylor, ingegnere e padre del c.s. Taylorismo, che esegue un’analisi scientifica sul lavoro operaio, tanto da far sembrare gli operai come macchine, strumenti e non più come uomini: tutto ciò per aumentarne l’efficienza e, in altre parole, la produttività.

Su tale aspetto si è soffermata anche la Chiesa la quale ha inteso elevare l’elemento “lavoro” a un concetto ben più nobile rispetto a un semplice atto quotidiano e strumentale alla produzione di valore per l’impresa. Il lavoro è: “la chiave essenziale di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo” (Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 3, 1981) avente “due caratteri impressigli da natura, cioè di essere personale […] (e) di essere necessario, perché il frutto del lavoro è necessario all’uomo per il mantenimento della vita, mantenimento che è un dovere imprescindibile imposto dalla natura” (Leone XIII, Rerum novarum 34, 1891- concetto del “dualismo del lavoro”).

Proprio da tali spunti, peraltro presenti anche (e a maggior ragione) all’interno del libro della Genesi (lavoro come ordine Divino “riempite la terra e sottomettetela” e lavoro come mezzo di sostentamento “con il sudore della tua fronte tu mangerai il tuo pane”), la Dottrina Sociale della Chiesa ha definito in senso più moderno e pratico il valore e l’importanza del lavoro, riconoscendo, fra gli altri, il grave errore dell’economia moderna di anteporre il materialismo economico alla dimensione spirituale di essa, ossia l’operare dell’uomo, i valori morali e simili, errore tutt’altro che latente nella scienza economica.

Detto ciò, assistiamo a uno scenario mondiale in cui è l’uomo a essere al servizio dell’economia e non, invece, l’economia a essere al servizio dell’uomo, come dovrebbe essere. Tale paradosso, com’è comprensibile, ha numerosi effetti sull’umanità e il più lampante e immediato è quello della disoccupazione. Il motivo di ciò è facilmente comprensibile, in quanto l’esubero della forza lavoro è condizionato dalla necessità e dalla natura della produzione di beni e servizi, secondo leggi dettate dall’economia stessa, dalle sue esigenze e, non, da quelle dell’uomo.

Infatti, la legge economica che disciplina l’esubero di un macchinario o di qualsiasi strumento produttivo, disciplina anche l’esubero di forza lavoro, riducendo l’essere umano alla stessa stregua di un oggetto. Ciò riassume tutto il male cui vanno contro i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, ossia i principi di personalità, di bene comune, di sussidiarietà e di solidarietà.

Il primo, forse il più importante ed emblematico, identifica l’uomo come soggetto, fondamento e fine della vita sociale, cui deve esserne strumento l’economia e non viceversa; il secondo, invece, ha finalità ben precise identificate, fra le molte altre, nell’occupazione, nell’evitare categorie sociali privilegiate e nella proporzione tra salari e prezzi; i terzo indica l’intervento compensativo e ausiliario degli organismi sociali più grandi a favore dei singoli e dei gruppi sociali più piccoli; il quarto, infine, definisce e promuove l’importanza della carità, volta a combattere l’egoismo e l’auto-centrismo sociale che si è ormai radicato come un cancro nelle società moderne.

Alla luce di quanto esposto, risulta con chiarezza solare come il problema di base sia da identificarsi nel sistema in sé, quel sistema su cui si basa l’intera società moderna, che mira all’efficienza produttiva piuttosto che al soddisfacimento delle necessità di tutti gli esseri umani; che predilige il guadagno di pochi rispetto ad un’equa distribuzione della ricchezza; che persino, in molti casi, riduce la religione ad un mero compito che si manifesta nell’”andare in chiesa” e “lasciare l’offerta” invece di seguire i principi della Dottrina Sociale della Chiesa ed interrogarsi su ciò che davvero è giusto, etico e qualificante per l’essere umano come vera dimensione da salvaguardare e da anteporre al resto. Quel sistema che, d’altra parte, è stato creato dall’uomo stesso. Infatti,

«Gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. […] Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d’altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore (Gaudium et spes 21)».

Tommaso Carretta

Voucher e lavoro nero

VOUCHER: LA “LEGALIZZAZIONE” DEL LAVORO NERO

Il Jobs Act ha fallito. Lo dicono i dati che giungono del Ministero del Lavoro: quello che era l’obiettivo della riforma, ovvero incentivare il numero di assunzioni a tempo indeterminato per far fronte al problema del precariato, si è rivelato uno dei più grandi flop della politica italiana degli ultimi tempi: paradossalmente, l’intervento del governo ha favorito il “lavoro accessorio”, (saltuario per intenderci), non riconducibile ad alcuna forma contrattuale e retribuito attraverso i “buoni lavoro”, più comunemente chiamati “voucher”; nati per combattere il lavoro nero e regolarizzare il lavoro occasionale, questi sono diventati sinonimo di “busta paga” per milioni di Italiani. “Dal 2008 al 2015 i percettori di voucher sono passati da 24mila a 1,4 milioni e nei primi cinque mesi del 2016 i contratti a tempo indeterminato – quello a tutele crescenti su cui puntava il Jobs Act – sono calati del 34% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno precedente” (Linkiesta – dati Inps). Il valore economico di un voucher è di 10 euro nominali: 7,50 euro netti sono il compenso in favore del lavoratore per un’ora di prestazione lavorativa, mentre i restanti 2,50 euro garantiscono una copertura (minima) previdenziale e assicurativa. Attratti dai costi fiscali bassi e dalla soppressione dei diritti del lavoratore quali disoccupazione, malattia, tredicesima, tfr, i datori di lavoro stanno abusando di questo strumento. “Per gli esperti, il numero dei voucher venduti è eccessivamente alto rispetto al lavoro accessorio concretamente svolto in Italia, il che suggerisce che venga pagato con i voucher anche il lavoro che non è accessorio e che richiederebbe un inquadramento in altre categorie contrattuali: lavoro a termine, lavoro a tempo indeterminato, lavoro a tempo parziale determinato/indeterminato, e via dicendo”- scrive Tommaso Dilonardo in “Quale uso per il voucher lavoro”, Il Sole 24Ore. Un lavoratore può essere tranquillamente retribuito a voucher, nonostante la sua prestazione lavorativa rispetti gli orari e le mansioni di un normale dipendente: l’unica condizione da rispettare infatti, è che non vengano superate le soglie economiche previste dalla normativa (somme massime che un lavoratore occasionale può incassare e che un committente può spendere)… facile, se una parte del lavoro effettivo non viene conteggiata nel voucher emesso, ma retribuita a nero. Il voucher ha così preso il posto delle assunzioni, nonché legalizzato il lavoro nero. È un sistema che presenta molte falle e mal si concilia con la flessibilità richiesta dal mercato del lavoro, di cui vanno riviste le priorità!

Pasqua Peragine

A Belgium experience in Krakow 2016

In this last WYD, Poland is shown in one of his best days, that of his people. To accommodate this crowd coming from around the world, each of its inhabitants has been asked to make it an experience outside the norm.

It’s in our accommodation we experienced a more intimate relationship with the Polish. Indeed, we were accommodated in families and the space of four days, we have invested their beds, their bathroom, their cuisine, their short-home them. These circumstances hosts were able to show considerate to us, ensuring that our stay in their home as comfortable as possible.
What a joy after a long journey of several hours, to find some rest with those people we do not even know. From left chocolate in tureens, bottles of water on a dresser, a ready meal on the table in the dining room, full profusely. In the streets, doors that open, smiles that are exchanged, they gives us water, cookies … I remember that moment when our bus driver was taking coffee homestay, who proposed it, while we waited for latecomers. Yes, indeed, the Poles were able to be generous.

Past few moments, our guests take the time to further knowledge with us, in English as the Polish us is completely unknown. We come to discuss this and that, but that’s not the point. Only the link account, universality unites us. At WYD, we became fully aware that man’s true strength lies in unity in differences. And this finding prevails for all the people we met there.

In addition to these graces do we, the Polish invite us to dance when we are asked to leave. Here we are smack hands and twirl with our guests the sound of an accordion and singing a lady who sings his country, in which sweat all Polish tradition: a typical accent, an air of Eastern and especially unwavering generosity. We are delighted!

Not content with giving us a smile for the day, some of us still receive presents from their host, evoking Poland. Grateful but annoyed, we grope at best the bottom of our bags, looking for a Belgian symbol or other object in our country. It is found, it will be a Belgian fagnon. We leave and heart full of positive emotions, more confident than ever in human generosity and sharing mutual values.

Nicolai L.

Gioia e serenità, la GMG vista da San Felice a C.

Gioia. Serenità.
Due parole semplici, piccole, che però fanno paura. Non sono forse gioia e serenità ciò che rincorriamo nella spasmodica ricerca della felicità? Non è forse la loro assenza che ci spinge a fermarci, a prenderci una pausa dalla nostra frenetica vita e a chiederci cos’è che non va?

Bene, la gioia e la serenità sono ciò che questa GMG mi ha donato.
L’incredibile gioia che ti colma il cuore guardando quell’immensa folla ci si tiene per mano e sapendo che lì in mezzo ci sei anche tu.
La serenità che ti scalda l’anima scoprendo di non essere sola, che se anche per una vita ti sei sentita dire suora perché vai in chiesa, ci sono nel mondo migliaia, milioni di giovani con cui hai in comune qualcosa di più profondo dell’amore per una serie tv: la fede.
Perché forse è proprio questo il senso della GMG, la condivisione.

L’accorgersi di essere parte di un qualcosa di più grande,di magnifico, di avere dei compagni di viaggio che magari non parlano la tua lingua e che fanno colazione quando ormai da te è passata pure l’ora di pranzo ma con cui in fondo hai moltissimo in comune.

La GMG è soprattutto prendere coscienza del fatto che non basta accorgersi della presenza di questo qualcosa di meraviglioso. Bisogna agire e portare le tanto agognate gioia e serenità nelle nostre vite, nelle nostre case, in quei posti che sembrano destinati a vivere per sempre sotto una grigia cappa di tristezza. Bisogna arrotolarsi le maniche, indossare gli scarponcini e percorrere strade mai percorse né sognate.

Insomma dobbiamo correre come matti, lasciando che le orme dei nostri scarponi segnino la storia, che le nostre mani si uniscano per costruire ponti.

Carmen G.

Ati i Përgjithshëm i Zaccariani Rinisë

TAKIMI I TE RINJVE ZACCARIANE
PERGJATE DITES BOTERORE TE RINISE
Prane “Casa Italia”
Te Premten 19 korrik 2016 – Krakovie

Pershendetja fillimtare e Pader Giannicola M. Simone,
resp. I Zyres Pastorale te te Rinjve te Eterve Barnabite.

Miredita i nderuar p. Gjeneral e mire se ju gjetem te gjithe ju te rinjve.

Ja perpara Jush jane SAMZfollower-t tane, nga Brasili, nga Italia, nga Belgjika, nga Polonia.

Pas takimit ne Rio de Janeiro ne vitin 2013 eshte hera e pare qe te rinjte barnabite/zaccariane mblidhen per tu njohur e per te jetuar se bashku besimin ne rrugen e percaktuar nga SAMZ-i yne.

Takimi i sotshem eshte fryt i punes se shume prej bashkevellezerve te tij e pa diskutim edhe i durimit te shume prej te rinjve tane.

Disa realitete lokale kane tashme takimet e tyre: Enjuz per Ameriken Latine, Pelegrinazhi i Providences per Europen; do te kishim deshire te krijonim mundesi te tjera per Asine e Afriken.

Gjendemi perballe te rinjve qe kane shume deshire te jene presente, te veprojne e te mendojne edhe kur gjenden pa nje prift;

jane te rinj qe e pyesin veten si mund te jete e ardhmja e tyre si krishtere te rritur;

jane te rinj qe kane per zemer familjen tone barnabite, qe njohin pak mbi Motrat tona Angeliche, qe njohin pak mbi Laiket e San Paolos;

jane te rinj qe do te donin te shihnin me shume unitet e bashkepunim midis ne prifterinjve ne punen qe bejme per ata;

jane te rinj qe kane nevoje per familje, edhe per familjen zaccariane ne kete bote te globalizuar.

SAMZ-i ne Sermonin V flet per miresine e pasioneve nese keto perdoren mire.

Edhe keta te rinj zaccariane kane passione te mira:

  • Besimin, qe kerkon lutje me sa me shume bashkim
  • Bamiresine, qe shprehet ne menyre te veçante ne punen vullnetare
  • Shpresen, qe shfaqet ne zotesine e te menduarit per te ardhmen me Inteligjence.

Shume i Nderuar P. Gjeneral, le te mos heqim dore nga kultivimi i ketij “arti te mrekullueshem te Zotit” qe perbehet nga te rinjte tane, le ta çojme perpara me te njejtin pasion qe na ka trasmetuar Themeluesi yne.

Faleminderit

 

Fjalimi i te nderuarit Atit Gjeneral Francisco Chagas Santos da Silva

Mirembrema e mire se ju gjeta,

Patem disa probleme per te organizuar kete takim por me ne fund ja dolem mbane.

Mendova se duke ju stakuar nga ditet e rinise do te ishte e lodhshme per ju prandaj do te ishte me mire te mos programonim edhe nje mbledhje tjeter, por pader Giannicola organizoi kete takim ne “Casa Italia” e une jam i shume kenaqur.

Disa prej jush kane perjetuar edhe takimin e tre viteve me pare ne Rio de Janeiro, dhe ja kjo e sotmja eshte nje mundesi tjeter e nje esperience mes nesh si prifterinj barnabite e si te rinj.

Qe ne 2012, kur u bera Pader Gjeneral, filluam te mendojme per nje mundesi bashkepunimi midis te rinjve te misioneve tona ne bote, ne 18 vendet ku jemi present.

Nje pune kjo qe nuk merr parasysh vetem komunikimin midis jush dhe nesh, por ne veçanti kultivimin e shpirtin te nje familjeje nen te njejten natyre shpirterore e nen nje drejtim, ate te SAMZ-it.

Ky bashkepunim nuk eshte i lehte, sepse te shumta jane veshtiresite jo nga ana e ju te rinjve, por shpesh nga ana e ne prifterinjve qe veshtrojme me shpesh kopshtin tone te vogel dhe jo te miren e Kongregacionit, ne prifterinjte shpesh e pyesim veten perse duhet te bejme diçka me teper qe shkon pertej punes tone lokale, perse duhet te synojme drejt se mires te perbashket qe na ka kerkuar SAMZ-i?

Ne prifterinjte duhet te kemi kurajo e te hedhim nje hap perpara, duhet te marrim shembull nga ju te rinjte.

Ja pra pranija jone ketu sot eshte risultati i nje pune te mrekullueshme , te bukur edhe pse me shume veshtiresi; por sa me shume lodhje ne perballojme aq me shume sperimentojme hirin e Hyjit e ndjenjen e familjes.

Ju pra te rinj zaccariane, ketu, ne Europe, ne Asi, ne Afrike, ne Amerike uroj qe te njihni nje familje te vertete se bashku me ne prifterinjte e murgeshat e te ndjeheni te mirepritur mes nesh.

Faleminderit

***********

  1. Giannicola

Ne rradhe te pare falenderoj Atin Gjeneral per fjalet e tij.

Tani le te shohim nese ndokush prej jush ka ndonje pyetje ose keshille per te na ofruar.

Madison, Belemi:

A ka ne kete bashkepunim ndonje mundesi, qe mbase ekziston qe tani, per nje shkembim reciprok midis te rinjve qe vijne nga vende te ndryshme, jo vetem shkembim shpirteror, por edhe real per te bere diçka fizikisht ne territor?

  1. Gjeneral

Po, ne propozojme realizimin e nje bashkepunimi real te te rinjve midis shume territoresh. Krijimi i mundesive te nje shkembimi midis jush eshte nje deshire qe duam ta realizojme sa me pare.

Ne Europe kjo gje ekzizston qe tani ne Shqiperi, ku behet nje pune sociale e shpirterore. Dikur kemi pasur eksperienca te ngjashme edhe ne Afrike, por tashme keto jane nderprere. Te fillosh perseri nje bashkepunim te tille eshte me te vertete nje pune e rendesishme, por qe ne te njejten kohe ka nevoje edhe per kohe per tu pergatitur ne menyre qe komuniteti dhe territoret lokale te jene te gatshem per t’ju mikpritur.

  1. Giannicola:

qe tani kemi disa projekte per ne Brasil si ne Rio, mbase ne Belem, shpresojme qe te mund te realizohen sa me shpejt.

Chiara, Roma

Te jesh i krishtere sot ne Itali nuk eshte e lehte. Ne Rome eshte e veshtire te besh per vete te tjere te rinj: a keni ndonje keshille per komunitetin tone te vogel ne Giannicolo?

  1. Gjeneral

Keshilla qe mund te te jap eshte gjithmone relative. Eshte e vertete qe ne Europe te rinjte kane veshtiresi te qendrojne ne Orator e ne Kishe mbas Krezmimit. Ç’duhet bere?

Eshte e rendesishme te ruani deshmine tuaj, te vazhdoni te takoheni midis jush per te reflektuar, per tu lutur edhe pse jeni pak ne numer. Te mendosh sot per numra te medhenj ne Europe nuk eshte diçka reale. Duhet punuar me pak.

Lucas, Warszawa:

Ne donim ta pyesnim atin Gjeneral ç’duhet te bejme per te qene nje grup zaccarian? Kemi mesuar akoma shume pak mbi spiritualitetin zaccarian, ç’fare prisni prej nesh?

  1. Gjen.: Mendoj se do jete me mire qe kesaj pyetje ti pergjigjet pader Giannicola
  1. Giannicola:

Ne kerkojme qe eksperienca juaj e besimit lokal te mund te behet edhe nje eksperience e jona e frymezuar nga mesimet e SAMZ-it ku te mund te perjetojme disa faza se bashku, ku te mund te ecim se bashku drejt nje udhe ne te cilen secili mund te sjelle kontributin e tij; ne lutje, ne veprime, ne mendime.

Po do te kemi mundesi te henen ta thellojme me shume kete argument.

Nderkohe doja te falenderoja per pyetjet dhe per momentet qe kemi ndare se bashku.

Tani duhet ta mbyllim kete takim, por para fotografise zyrtare me lejoni te falenderoj:

atin Gjeneral per disponibilitetin dhe pjesemarrjen e tij;

te gjithe bashkevellezerit e Varsaves per punen e per mikepritjen qe kane ofruar qe prej nje viti per ne te gjithe e per ju;

bashkevellezerit e pranishem me te rinjte e tyre me te cilet kemi filluar te punojme ne internet: le te mos ndalemi duke punuar juntos, kemi nevoje per Kongregacionin tone;

motrat Angeliche ketu te pranishme, nje shenje domethenese per vajzat tona;

Bijat e Providences Hyjnore.

 

Le ta mbyllim tani kete takim me foton zyrtare, duke kenduar versionin portugez te kenges “Vraponi si te çmendur” , Corremos comos loucos.

Fr. General words at Zaccarian Youth Meeting

MEETING OF THE ZACCARIAN YOUTH
DURING WORL YOUTH DAY
At the “Casa Italia”
Friday July 29, 2016 Crakow

Introductory Remarks by Giannicola M. Simone,
Director of the Office of Youth Ministry of the Barnabite Fathers

Good morning, Most reverend Father General and welcome to all of you.

You have in front of you our SAMZfollower from Brazil, Italy, Belgium and Poland.

This is the first time since World Youth Day 2013 in Rio de Janeiro that the Barnabite/Zaccarian Youth gather together to get to know each other and to live together the faith as indicated by our Founder, SAMZ.

Today’s meeting is the fruit of the efforts of many confreres and certainly the patience of many of our youth.

Some regions have had their own meetings: l’Enjuz for Latin America, the Providence Pilgrimage in Europe; we would like to create other opportunities in Asia and Africa.

We have youth who desire to be, do, and think, even when they are without a shepherd; they are youth that ask themselves what their future as adult Christians holds; they are youth who have the heart of our Barnabite Family, but they know little of the Angelic Sisters and know little of the Laity of St. Paul; they are youth who would like to see greater unity and communion in our work with them as religious; they are youth who have need of family, also of a Zaccarian family in this globalized world.

SAMZ, in Sermon V, speaks of the good of the passions when used properly.
These youth have good passions.
-faith, that prays with greater unity
-charity, that is expressed especially in voluntary service
-hope, revealed in the ability to think of the future with intelligence.

Most Reverend Father General, we will not cease to cultivate the “stupendous art of God” that is our youth, with the same passion that our Founder passed on to us.

Thank you.

Speech by the Most Reverend Father General

Francisco Chagas Santos da Silva 

Good evening, it is good to be here,

We had some difficulties organizing this meeting but finally we succeeded.

I thought that by now tired by the youth days it would have been too much to have another meeting, so I thought to skip it, but Fr. Giannicola arranged this meeting here in “Casa Italia” and I am happy for that.

Some of you had already attended the meeting in Rio de Janeiro three years ago, today we have another opportunity for a common experience as Barnabite religious and you, young people.

In 2012, when I became Father General, we already started to work for the possibility of coordination between the youth of our ministries all over the world, in the 18 countries in which we are present. It is a work not only of communicating between you and us, but especially of cultivating a family spirit under the same spirituality and direction, that of SAMZ.

This work of coordination is not easy because there are many difficulties, not on the part of the youth, but often on the part of us religious that look more at our own little garden than to the good of the Congregation, we religious that often ask ourselves why we have to do something additional to our own local effort in order to seek the common good asked for by SAMZ.

We religious have to have the courage to take a step forward and let ourselves be spurred on by youths, such as yourselves.

Therefore our being here is the result of splendid work, beautiful, even if with great struggles; but the more we confront such struggles the more we will experience the grace of God and a sense of family.

Therefore, young Zaccarians, here, in Europe, in Asia, in Africa, in America, you can see in yourselves a true family together with us religious and feel welcome.

Thank you.

***********

Fr. Giannicola:

First of all a thank you to Fr. Geneal for his words.

Now let’s see if any of you have questions or advice to offer. 

Madison, a youth from Belem:
Is there in this work together the possibility, or maybe it already exists, of an exchange among the youth from different places, not just to hear each other but also to do something in other places.

Fr. General:
Yes, we are proposing communal action of youth from different territories. To create occasions of exchange among you is a desire that we want to realize as soon as possible.
Europe is already doing this with work in Albania, a spiritual and social work. In the past there were similar experiences in Africa that were then interrupted. To resume this work is truly important but also requires preparation time so that the communities and the local areas are ready to accommodate you.

Fr. Giannicola:
There are already projects for Brazil either in Rio, or maybe Belem; let’s hope they can be quickly implemented.

Chiara, Rome:
To be Christians in Italy is not easy. In Rome it is difficult to gather other youth. Do you have some advice for our little community on Gianicolo?

Fr. General
The advice I can give you is always relative. It is true that in Europe the youth struggle to remain in the Oratory, in the Church, after Confirmation. What can we do?
It is important to maintain your witness, to continue to gather together, to reflect, to pray, even if you are few. To think of great numbers in Europe is unrealistic. You need to work with the little you have.

Lukas, Warsaw:
We want to ask the Father General what we need to be a Zaccarian Group. We have done little on the Zaccarian Spirituality, what do you expect form us?

Fr. General: I think it is better if Fr. Giannicola responds.

Fr. Giannicola:
We ask that your experience of faith could become an experience also illuminated by the teachings of SAMZ where there be phases done together, steps taken together in which each makes their own contribution; in prayer, in action, in thinking.
But we will have the opportunity on Monday to deepen this sense of belonging.
I thank you for the question and for the steps we have already taken together. 

For now we have to finish up, but before the official photo I would like to take the opportunity to thank:
The Father General for his availability and presence;
All the confreres of Warsaw for their work and the hospitality offered for a year here for all of us and you;
the confreres present with their youth, with which we have begun to work as a network: Let’s not quit working together; we need to for the good of the Congregation;
the Angelic Sisters here present, a significant sign for our young ladies;
the Daughters of Divine Providence.

We will conclude now, before the official photo, singing the Portuguese version of “Let you Run Like Madmen”, “Corremos comos loucos”.

Orędzie Ojca Generała młodym zaccariani – Kraków

SPOTKANIE MŁODZIEŻY ZACCARIAŃSKIEJ
W CZASIE ŚWIATOWYCH DNI MŁODZIEŻY
„Domu Włoskim”
Piątek 29 Lipca 2016 – Kraków

Powitanie Ojca Giannicolo M. Simone
odpowiedzialnego za Duszpasterstwo Młodzieży Ojców Barnabitów

Dzień dobry Drogi Ojcze Generalny i Wam zgromadzona młodzieży.
Oto przed Tobą Ojcze nasi naśladowcy św. Antoniego M. Zaccarii z Brazyli, Włoch, Belgi, Polski. Po spotkaniu w Rio de Janeiro w 2013 roku, to pierwszy raz gdy młodzi barnabici/zaccariani zebrali się aby móc się poznać i przeżywać razem swoją wiarę idąc drogą wskazaną przez św. Antoniego M. Zaccarię.

Dzisiejsze spotkanie to owoc pracy wielu Współbraci barnabitów i zaangażowania wielu naszych młodych braci.
Niektóre nasze działania lokalne mają swoje własne spotkania: Enjuz w Ameryce Łacińskiej, Pielgrzymka Opatrzności w Europie. Chcielibyśmy stworzyć nowe możliwości dla Azji i Afryki.
Mamy przed sobą młodzież, która ma dużą potrzebę aby zaistnieć, działać i myśleć nawet wtedy gdy są pozbawieni pasterza. To młodzież, która stawia sobie pytanie o swoją przyszłość jako dojrzali chrześcijanie. To młodzież, która ma w swoim sercu naszą rodzinę barnabicką, a która niewiele wie o naszych siostrach Anielankach i Laikach św. Pawła. To młodzież, która chciałaby widzieć większą jedność i wspólnotę w pracy nas zakonników dla ich dobra. To młodzież, która ma potrzebę rodziny, także rodziny zaccariańskiej, w tym globalnym świecie.
Św. Antoni M. Zaccaria w swoim V Kazaniu mówi o dobru płynącym z namiętności, jeżeli użyte w odpowiedni sposób.

Również nasza młodzież zaccariańska ma dobre namiętności:
– wiarę, która wzywa do modlitwy z większą jednością;
– miłość, która chce realizować się szczególnie w wolontariacie:
– nadzieję, która przejawia się w inteligentnej zdolności do myślenia o przyszłości.

Czcigodny Ojcze Generalny, nie zaniechamy kultywowania tego przepięknego Bożego dzieła jakim jest nasza młodzież, z tą samą namiętnością, którą nam przekazał nasz Założyciel św. Antoni M. Zaccaria.

Dziękuję.

Wystąpienie Ojca Generalnego Zgromadzenia Ojców Barnabitów
Francisco Chagas Santos da Silva

Dobry Wieczór wszystkim przybyłym.
Mieliśmi trochę problemów z zorganizowaniem tego spotkania ale w końcu nam się udało. Myślałem, że oderwanie was od Dni Młodzieży, mogłoby być uciążliwe i lepiej by było nie organizować jeszcze jednego spotkania, ale Ojciec Giannicola jednak zorganizował to spotkanie w „Domu Włoskim” i jestem z tego zadowolony.
Niektórzy z was przeżywali już spotkanie w Rio de Janeiro trzy lata temu, a dzisiaj mamy nową okazję do spotkania między nami, zakonnikami barnabitami i wami młodzieżą.

Już w 2012 roku, kiedy zostałem wybrany na Ojca Generalnego, zaczęliśmy pracować na nad zebraniem młodzieży obecnej w różnych ośrodkach naszego duszpasterstwa rozsianych w 18 krajach świata. Praca, która miałaby na celu nie tylko dzielenie się informacjami między nami a wami, ale przede wszystkim polegająca na kultywowaniu ducha rodzinnego, w odniesieniu do tej samej duchowości i kierownictwa św. Antoniego M. Zaccarii. Ten wysiłek koordynacji nie jest łatwy z powodu różnych trudności, nie z waszej strony, ale często z naszej, zakonników, potrzących na dobro swojego małego ogródka a nie na dobro Zgromadzenia, nas zakonników, którzy często zadają sobie pytanie: dlaczego mamy poświęcać się czemuś więcej w naszych wspólnotach, dlaczego szukać dobra wspólnego zgodnie z wymaganiami św. Antoniego M. Zaccarii? Musimy, my zakonnicy, mieć odwagę uczynić krok do przodu i pozwolić się inspirować przez was.

Dlatego nasza tutaj obecność jest rezultatem wspaniałej i pięknej pracy, choć okupionej wieloma trudami. Ale im wiecej poświęcamy trudu, tym bardziej odczuwamy Bożą łaskę i ducha rodzinnego. Dlatego młodzieży zaccariańska, tutaj w Europie, ale też w Azji, Afryce i Ameryce, możecie poczuć się prawdziwą rodziną wraz z nami zakonnikami i zakonnicami i w ten sposób mieć poczucie bycia wysłuchanymi.

Dziękuję.

10 passi 45 minuti: la GMG vista da Roma

10 passi in 45 minuti!

Dopo la seconda GMG posso dire con convinzione che si tratta di un’esperienza fantastica. Un’occasione per rinforzare la fede, per viverla non come un qualcosa limitato alla propria sfera personale, ma da condividere.
Esperienze come la GMG ti aiutano a togliere i paraocchi, entrando in contatto con altre comunità, usi e stili di vita; insegnano ad adattarti a situazioni anche scomode a diventare più plastico e capace di ristabilire un proprio equilibrio diverso dal quotidiano. Tutto ciò si chiama responsabilità, conoscenza di se stessi. Questo è ciò che più di tutto ho provato quest’anno: più uno si conosce più si rinforza e impara a non farsi trascinare da tutti gli stimoli e gli impulsi di un’economia che ci vuole solo consumatori bisogna essere forti.
Ammetto che dopo aver finito gli esami, l’ultima cosa che avrei voluto fare era ritrovarmi a camminare sotto un sole cuocente, senza acqua e facendo 10 passi in 45min per arrivare al Campo della Veglia, a fare file immense per prendere il “cibo” distribuito o andare in bagno. Però durante tutte queste file ho ragionato molto, ho pensato a come è importante alcune volte concentrarsi su ogni singolo passo, e non pensare alla meta finale perché ti scoraggia, perché pensi subito che sia impossibile mentre, ma se pensi a fare un passo alla volta, senti meno fatica, eviti lo sforzo di pensare che non sia possibile e ti focalizzi solo nel fare quel passetto in più che ti avvicina alla meta.
È importante secondo me avere momenti di riflessione personale durante esperienze di questo genere, prendersi dei momenti per pensare a quel che si è fatto e far il punto di cosa si è imparato, andando oltre i pensieri scontati come quello della difficoltà. Per esempio la grossa difficoltà della GMG di quest’anno è stata il compiere la camminata per arrivare al Campo della Veglia durata 5/6 ore sotto un sole cuocente senza avere acqua a disposizione… Ma nelle situazioni di questo tipo bisogna andare più in fondo e cercare un insegnamento di vita, solo così possiamo trasformarle in occasioni per crescere, per diventare più saggi, più felici perché liberi da pensieri come quello della fatica che ci rende schiavi della comodità per paura della sofferenza.
Voglio ricordare anche una domanda che il Papa ha fatto a noi giovani: siete “giovani da divano?” Per esperienza so che è semplice tornare a casa stanchi e sdraiarci sul divano cercando in lui conforto, e riparo dalle fatiche quotidiane… ma il divano è un “falso amico”, dà un conforto momentaneo ma non la forza per vincere la tua stanchezza, la voglia di non arrenderti. Solo il Signore ti dà la forza, per questo è a Lui che dobbiamo rivolgerci nei momenti di debolezza, Lui ci darà la forza per reagire.
“Yes my Lord, you that I love you” con questo ritornello cantato in tutte le lingue sintetizzo la GMG2016 e concludo queste brevi riflessioni.

Chiara L., Roma, Oratorio del Granicolo

Grazie, la GMG vista da Genova

Grazie!
È così semplice riassumere una GMG?
Ovviamente le emozioni, i ricordi, i volti e i sorrisi rimangono aggrovigliati nel mio cuore ma il sentimento più immediato che sento di esprimere è la gratitudine!

Grazie innanzitutto a Dio perché alla base della GMG c’è un incontro intimo e personale con lui.
Grazie ai giovani di tutto il mondo che in anni difficili come quelli che stiamo vivendo, connotati dal qualunquismo, dal relativismo, da un libertinismo sempre più diffuso, hanno raccolto la sfida della GMG per far sentire la loro voce al mondo intero.
Un grazie particolare ai padri Barnabiti, specialmente a p. Francisco e a p. Giannicola, che hanno permesso ai loro giovani di riunirsi insieme da ogni dove e sentirsi parte di una grande famiglia.

Le giornate della GMG sono state pienissime di eventi, di incontri, di momenti di preghiera, di giochi e di canti ma per uno come me, aggregato ai Giovani Barnabiti da pochissimo tempo, incontrarsi per strada o in ostello a fine giornata tra appartenenti di una stessa famiglia zaccariana che col tempo cresce sempre di più, mi ha dato un senso di completezza a ciò che stavamo vivendo rendendo l’esperienza di questa GMG ancora più unica.

L’ultimo grazie, un grazie speciale va a Papa Francesco.

Il protagonista principale, un riferimento spirituale fermo ma anche gentile; animatore professionista e coinvolgente ma anche nonno: in due parole papa Francesco! L’anima della festa se mi permettete di definirlo così!
Non siate Giovani divani: i giovani devono fare chiasso, i giovani devono farsi sentire, i giovani costruiscono ponti; chi sperava che papa Francesco dicesse qualcosa d’importante è rimasto soddisfatto.
Alcuni paragonano la GMG a una semina i cui frutti verranno col tempo. Quest’anno invece il termine migliore da usare sarebbe secondo me: “doccia fredda”, si!, perché Francesco non ci ha chiesto di fare i giovani dopo le vacanze, dopo esserci riposati o dopo averci pensato bene; ci ha chiesto di fare i giovani subito! Ha voluto darci una bella svegliata, ha suonato la carica raccomandandoci di essere un esempio di giovani cristiani da subito nella famiglia, a scuola al lavoro, nel tempo libero, nelle parrocchie e nei gruppi di appartenenza. Ci ha affidato la responsabilità di un futuro che non è lontano ma che dobbiamo costruire subito prendendoci per mano come a costruire un grande ponte! Ovviamente i giovani presenti lo hanno preso alla lettera e vedere migliaia di giovani tenersi per mano con le braccia alzate al cielo è stato pazzesco!

Torno a casa da questa esperienza con l’entusiasmo che il papa ci ha trasmesso e che ho già condiviso a Cracovia con quasi due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo.

Torno da questa esperienza migliorato e desideroso di condividere con più gente possibile l’esperienza di questa GMG, sperando di moltiplicare  questo entusiasmo a livello esponenziale in tutti gli ambiti della mia vita. Infine, vorrei tranquillizzare chiunque si rendesse conto di aver perso una grande occasione: i giovani non perdono tempo! Il prossimo appuntamento ce lo siamo già dati a Panama nel 2019!
 

Luca M., Genova Parrocchia Gesù Adolescente