Momenti strani della vita

Momenti strani nella vita di molti uomini possono accadere.
2000 anni fa un tizio percorreva una strada verso Damasco (si quella città dimenticata da molti oggi ma non dalla guerra!) pieno di violenza e brama di vendetta e restauro dell’ordine in nome di Dio, quando fu abbagliato e colpito da una grande luce e da una forte e decisa voce!
Voce della coscienza che parla (perché la coscienza comunque e dovunque non sa stare zitta)?
Voce di Dio (forse illusione di Dio)?
Ma la voce della coscienza e la voce di Dio, ci piaccia o no, normalmente sono una sola cosa perché Dio parla nella coscienza di ogni uomo, semmai c’è da chiedersi se le orecchie della coscienza ascoltano!
Comunque questo uomo di nome Saulo si ritrova tramortito e bisognoso dei suoi compagni per arrivare a un giaciglio, per capire quanto accaduto! Sensi sconnessi, occhi accecati, amici inermi, incapacità di mangiare, solo silenzio, e il coraggio del silenzio perché per fare silenzio ci vuole coraggio. E certe cose si capiscono solo con il coraggio del silenzio.
Trascorrono tre giorni e il silenzio continua pesante e atterrito dall’incomprensione.
Questo Saulo, tanto colto, tanto forte, tanto stimato e temuto, da solo non basta a capire se stesso.
È necessario l’intervento di uno sconosciuto di cui non si sapeva e non si saprà nulla prima e dopo questa comparsa. Hanania, questo giovane cristiano che Saulo era venuto a deportare ascoltando la stessa Voce che parlò a Saulo eccolo muoversi verso Saulo. Sicuramente con ancora un po’ di paura questo giovane si fa strumento di Dio per aiutare Saulo a colmare il suo silenzio, la sua incomprensione.
L’uomo da solo a solo non può arrivare a grandi mete, tanto meno a capire Dio, ancora di più un Dio che si è fatto uomo, come Saulo, come Hanania, come … tu che leggi.
La conversione di Saulo è la sua capacità di riconoscere al Dio in cui credeva la possibilità di rivelarsi come uomo: morto e risorto!
La conversione di Saulo è la disponibilità a lasciarsi accompagnare da Hanania nel suo cammino di comprensione.
Mi piace evidenziare l’umiltà di Saulo, ormai Paolo, nel farsi accompagnare: il Dio di Gesù Cristo, ecco la sua astuzia, non si lascia relegare in questa o quella mente, ama farsi riconoscere dal concorso di più persone. La conversione di Paolo è questa capacità di riconoscere il valore della relazione tra gli uomini, una relazione capace di accompagnare nella ricerca della verità.
E noi da chi siamo accompagnati nella ricerca della Verità e, non dimentichiamolo, chi e come accompagniamo nella ricerca della Verità?

Buona festa della Conversione di Paolo.

 

Dagli Atti degli Apostoli

9,10C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». 11E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando 12e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». 13Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. 14Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; 16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 17Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». 18E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, 19apoi prese cibo e le forze gli ritornarono.

 

Droghe e bravi ragazzi

Cari amici di Giovani Barnabiti,

Siamo a Roma con un mio amico Gianmichele Lagravinese, medico e docente universitario, marito e padre di due splendide fanciulle. Insegna presso la Facoltà di Farmacia e Medicina, patologia clinica, e nello specifico tossicologia clinica e forense, e farmacologia.

Partiamo proprio dalla cattedra: cos’è l’università oggi?

È un luogo in cui si cerca di formare, con molta fatica, dei giovani, coltivando una mentalità professionale e scientifica; lavoro arduo specialmente per la fatica di trovare poi una professione degna di tanto studio. Dico questo con rammarico perché ci sono veramente delle menti notevoli che si sono perse in lavoretti “da quattro soldi”.

Cosa vedi nei giovani di fronte alla tua cattedra?

Nella maggior parte dei casi sono molto interessati, vogliosi di imparare e percepire ciò che gli viene detto, devo dire, ho sempre trovato un approccio gratificante dal punto di vista professionale perché imparano ciò che gli viene insegnato e ti ascoltano, per cui c’è sicuramente una voglia di imparare e muovere i primi passi, purtroppo poi si scontrano con una realtà che non è consona alla loro formazione, nonostante abbia anche creato dei gruppi di ricerche scientifiche, ottenendo ottimi risultati, a livello internazionale.

C’è molta differenza tra i giovani di ieri e quelli di oggi?

Sicuramente oggi l’ambiente università è più raccolto, i numeri limitati e minore la fatica per capire chi è portato o meno per questo studio; certo oggi il problema è trovare un lavoro all’altezza della professionalità degli studi, almeno in Italia.

Come mai tossicologia?

Le esperienze devastanti di miei amici del liceo mi hanno portato, dopo l’università, a lavorare presso centri di recupero per tossicodipendenti. Entrato poi in ospedale mi sono ancora di più dedicato a questo ramo particolare.

Cosa pensi della legalizzazione della marijuana?

Vorrei far vedere alcuni danni celebrali che provoca la marijuana, con delle aree con focolai di necrosi, spaventosamente dirompenti per i danni a lungo termine che possono provocare sulle funzionalità del nostro cervello. Non voglio entrare nel merito della liberalizzazione, posso dire che la cannabis che si acquista su internet o dal pusher di quartiere ha un principio attivo dalle 7 alle 10 volte superiore rispetto a una cannabis normale, il tetraidrocannabinolo è stato aumentato nella pianta stesso, quindi chi assume questa sostanza, assume una concentrazione di principio attivo fino a 10 volte superiore rispetto a quella presente nella cannabis, gli effetti della sostanza non dipendono solo dalla tossicità di essa, ma dalla concentrazione di tale sostanza.

Perché una persona cerca e vuole assumere queste sostanze per stare bene?

Oggi il mondo delle sostanze stupefacenti è difficile da riconoscere, è completamente differente da quello che siamo abituati a pensare per noi che siamo entrati negli “-anta”, perché l’approccio con le sostanze è cambiato, indipendentemente che siano stupefacenti, anabolizzanti, performanti sessuali… si vuole delegare a una sostanza uno stato di benessere. C’è piena coscienza di quello che la sostanza può offrire e la si utilizza per un determinato scopo che si vuole raggiungere, indipendente dal tipo di sostanza. Che sia una sostanza stupefacente o un performante sessuale, c’è un abuso di Viagra e Chalis, ne fanno utilizzo anche i ragazzi che acquistano su internet per avere una “super-prestazione” sessuale e questo provoca dei danni fisici inimmaginabili, come gli anabolizzanti, e tutte le migliaia di sostanze che si trovano anche su internet, ognuna con uno specifico risultato, sul quale, il consumatore si informa mediante forum, come lo sballo o le allucinazioni dissociative. Questo vale anche per gli anabolizzanti e tutte le altre sostanze che sono migliaia e che sono facilmente acquistabili grazie a internet, ognuna delle quali ha degli effetti che l’abusatore conosce grazie al web (sballo, allucinazione dissociativa, droghe da stupro…).

Tu hai parlato di adolescenti, però anche tra i 40enni e 50enni si usano droghe, specialmente cocaina.

Senz’altro, ma anche sessantenni e settantenni. Difatti abbiamo avuto casi di intossicazione da chetamina di persone che avevano più di sessant’anni e la chetamina è un anestetico dissociativo che può essere anche usata per scopi di violenza sessuale. Ha degli effetti estremamente pericolosi, basti pensare che somministrata una dose in un paziente predisposto può provocare una situazione di schizofrenia che può durare tutta la vita. Queste sostanze purtroppo sono in giro su internet e il mercato è cambiato perché essendo tanta la domanda chi vende non ha alcun interesse a “fidelizzare” il cliente per cui, per guadagno, mischia queste sostanze ad altre più tossiche come veleni di cui il compratore non è a conoscenza. Il rischio è di avere un’intossicazione da più sostanze. Questo succede spesso con tutti i canabioti sintetici che vengono acquistati su internet e nella maggior parte dei casi sono un miscuglio di sostanze che tentano di riprodurre l’effetto del cannabinoide ma in realtà non sai quello che assumi.

Quindi è finita l’era dei pusher…

È finita, o almeno è passata un po’ di moda. È molto più semplice ordinare la sostanza su internet, arriva il pacchetto anonimo a casa nel giro di 24-48h e nessuno saprà mai niente.

A me pare che oggi si parli molto poco di droga e dei suoi effetti: cosa ne pensi?

Se ne parla molto poco e il motivo comincio a pensare che non sia del tutto lecito. Inoltre quando se ne parla se ne parla se ne parla male.

Io ho fatto fare a dei ragazzi, che mi seguono per questi lavori, una ricerca sui siti dove si possa comprare o dove si possano ricavare informazioni su queste sostanze. Sono siti graficamente accattivanti (bei colori, belle immagini…) che attraggono, in particolar modo l’adolescente. Se uno va sui siti ministeriali che trattano di questi temi sono di una pesantezza allucinante che io stesso (che svolgo questo mestiere) dopo 10 minuti mi addormento.

Questi siti accattivanti offrono informazioni fuorvianti che inducono all’abuso di queste sostanze senza controinformazione alcuna. Anzi, il dipartimento delle politiche antidroga che fino a poco tempo fa faceva questo lavoro e aveva creato dei siti adatti, capendo quale fosse il problema, ha avuto delle
vicissitudini per cui è stato prima chiuso poi riaperto ma non con la stessa funzionalità di prima. Ci vorrebbe un ente che si occupi di contrastare una cattiva informazione che viene da questi siti.

Con la tua esperienza in ospedale e università, ritieni che ci siano ancora bravi ragazzi?

Senz’altro sì.

Il bravo ragazzo di oggi ha una mentalità diversa da quella che potremmo pensare noi. Rimane un ragazzo che tende ad avere certi comportamenti che alcune volte possono sembrare un po’ sopra le righe però ha dei valori morali a cui si attiene scrupolosamente indipendente dal fatto che faccia delle cose che oggi fanno tutti i ragazzi (come ubriacarsi il sabato sera) che ai tempi nostri non si facevano in maniera così eccessiva. Però ne ho incontrati tanti, ho un gruppo che mi aiuta in queste ricerche è estremamente motivato, lavora praticamente gratis ma continua solo per passione. E questo è molto bello.

La parola speranza ha un senso oggi?

Sì. Ci sono ragazzi con delle capacità enormi che sono contento di aver conosciuto. Meriterebbero loro di essere nostri successori all’Università ma purtroppo queste strade al momento gli sono precluse. Abbiamo ragazzi che meriterebbero di più di quello che il nostro paese riesce a offrire. Una ragazza che ha lavorato con me è poi andata in Brasile ed è diventata un personaggio importante. Adesso vorrebbe ritornare in Italia, perché quando era lì è stata aggredita da una banda di brasiliani che le hanno provocato una frattura della spalla e dell’omero. Sicuramente con l’esperienza brasiliana è riuscita a mettersi in mostra ma ora vorrebbe tornare.

E tu dove vorresti tornare?

Ora? A fare la mia parte nella nuova commedia che stiamo mettendo in scena con il nostro gruppo teatrale.

Grazie Gianmichele per queste riflessioni. Cercheremo di farne tesoro e condividerle.

Ciao 2017, ciao 2018

Scrivere fa bene alla salute, anche leggere ciò che si scrive, molto più che bere o altro!

La fine di un anno comunque un poco ci tocca, non tanto per sapere se abbiamo avuto fortuna o no o … ma se abbiamo fatto il bene che potevamo fare, anche se forse non sempre abbiamo ricevuto il bene che avremmo voluto ricevere.
Possiamo guardare le cose solo dal punto di vista del nostro ombelico, ma se vogliamo cambiare qualche cosa dobbiamo guardarle dal punto di vista dell’ombelico del mondo: non è semplice ma è molto più intrigante e affascinante.

Lo scorso anno ho potuto girare in pochi mesi, quasi tutto il mondo, attraversare tre volte l’Atlantico, e l’oceano Indiano e un po’ di Europa e molto di Italia: guardare le cose con gli occhi di tutte le persone che ho incontrato non è stato facile (credo nemmeno per loro guardare con i miei occhi e brontolamenti) ma mi ha insegnato tante cose e credo di averle un poco imparate.
Un anno di dolori e angosce, ma anche di gioie e speranze, di piccole e grandi lotte, di invisibili (le migliori) e chiare vittorie. Per tutto ciò voglio salutare chi parte e chi arriva con questa citazione di Teillard de Chardin, non troppo ostica per esprimere il passo giusto per crescere con sapore.

«Noi ci immaginiamo a volte che le cose si ripetano, indefinite e monotone, nella storia della Creazione. Certo, la stagione è troppo lunga rispetto alla breve durata delle nostre vite individuali – e la trasformazione è troppo ampia e troppo interiore nei confronti delle nostre vedute superficiali e limitate –, perché possiamo percepire i progressi di ciò che si sta compiendo, instancabilmente, grazie e attraverso ogni Materia e ogni Spirito. Accettiamo allora la Rivelazione, fedele appoggio (qui ancora) ai nostri presentimenti più umani. Sotto l’involucro banale delle cose, da tutti i nostri sforzi epurati e salvati, si genera gradualmente la Terra Nuova. Un giorno, ci annuncia il Vangelo, la tensione accumulata lentamente tra l’Umanità e Dio raggiungerà i limiti fissati dalle stesse possibilità del Mondo. Allora sarà la fine» perché possa cominciare l’Inizio definitivo.

Ciao 2017 e felice 2018!

pJgiannic