31 luglio 2014
In una tranquilla mattina di finta estate si sono incontrati giovani da diverse parti d’Italia legate alla nostra spiritualità zaccariana per scambiarsi idee sul proprio modo di vivere e definire il campo di volontariato che inizierà tra pochi giorni a Milot, Albania.
Il cosiddetto “precampo” ha visto letteralmente in gioco volontari da Genova, Altamura, Lodi, Roma, Napoli, san Felice, Milot e Livorno per capirsi e capire come meglio lavorare insieme in favore dei bambini che incontreranno.
Precisamente questa mattina alcuni giovani di San Felice hanno raccontato come è nata, come si è qualificata la loro vita cristiana che ha trovato nel Movimento Giovanile Zaccariano un punto di non ritorno per essere Santi, Amici, Missionari, Zaccariani. Una spiritualità che trova nel Crocefisso vivo (parole di SAMZ) e nell’Eucaristia lo sprone a essere cristiani con tutte le lettere maiuscole. Essere parte dell’MGZ non significa essere perfetti, ma camminare, inciampare, rialzarsi e camminare ancora forti dell’amicizia di Cristo. Grazie a questa amicizia, mediata dalla forte esperienza e testimonianza di SAMZ, è cambiato il nostro modo di vedere e vivere e custodire il mondo che ci è stato donato.
A seguire Gaia ha brevemente spiegato come è nata l’esperienza del QenderAgorà: la naturale evoluzione missionaria, caritativa della spiritualità zaccariana, il modo di correre verso il prossimo oltre che verso Dio (sempre per riprendere delle SAMZ parole!). Questo precampo poi è proprio un buon risultato in quanto “ponte interculturale” tra diverse persone e culture per costruire quell’attenzione al prossimo che non possiamo eludere.
Ergisa, di Milot, invece ha sottolineato come, grazie a questo lavoro di volontariato la parrocchia di Milot sia diventata un vero e proprio punto di riferimento culturale, sociale, evangelico per il territorio.
Di conseguenza Padre Giovanni, parroco di Milot, ci tiene ad evidenziare la necessità ma anche la bellezza di formare i formatori, i volontari, non tanto per avere dei cristiani professionisti, bensì dei cristiani che sappiamo consapevolmente prendersi a cuore il vangelo da testimoniare.
Il volontario non è solo uno che sa fare, deve essere prima di tutto uno che sa essere! Questa la naturale sintesi del lavoro di questi giorni.
In quanto responsabile dell’Ufficio di Pastorale Giovanile dei Padri Barnabiti, mi piace sintetizzare il valore di questo precampo che, seppure ha sottratto qualche giorno di lavoro con i bambini di Milot, ha permesso di rafforzare l’identità e le competenze dei nostri volontari. Si è aperta una scuola di volontariato barnabitico? Io penso di sì e credo che continueremo a vederne i frutti non solo a Milot ma in tutto il mondo.
Grazie a tutti e ora buon KampiVeror2014 domani si salpa da Bari per Durazzo quindi Milot.
pGiannicola M. Simone