Continua la nostra preghiera per i cristiani perseguitati in comunione con la chiesa di S. Maria in Cosmedin, sede dei cristiani greco-melkiti. Oggi (7 settembre), vigilia della festa della natività di Maria, la Madre di Dio, colei grazie alla quale il mondo ha conosciuto il suo Salvatore, siamo chiamati a iniziare la nostra riflessione sulla Croce, il distintivo di noi cristiani. Oggi, in questo preciso momento storico durante il quale i cristiani sono ferocemente perseguitati su scala mondiale e contemporaneamente anche offesi tramite il nostro segno distintivo, la Croce, la Chiesa ci invita a leggere i segni dei tempi e a saper cogliere le differenze. È Paolo infatti che ci mette in guardia e illumina, facendoci ricordare che ieri come oggi, sono in molti a farsi potenti-prepotenti imponendo circoncisioni per assoggettare tutti alla medesima legge; ma ieri come oggi, chi costringe ad essere assoggettato a quella legge non la segue perché non l’aveva e mai l’avrà nel cuore rettamente (cfr. Gal. 6, 12-13), essendo accecati dalla propria prepotenza. Tali prepotenti infatti mai saranno in grado di comprendere l’intrinseca potenza della croce del Cristo. … Ecco perché oggi, come ieri e domani, l’essere appesi alla croce dai nostri persecutori, non è ingiuria come vorrebbero credere costoro, è anzi segno di vittoria per coloro che vi pendono, essendo la croce, da Cristo in poi, pegno di vita eterna. Ecco perché il legno della croce, irrorato oggi dal sangue innocente e coerente dei martiri di sempre, è virgulto, è fonte di vita eterna della Chiesa di un Dio che non giudica, ma che addirittura dona il suo unigenito figlio per noi, per la nostra salvezza. Preghiamo per i molti martiri di questi ultimi anni che ci insegnano la grandezza della coerenza e della bellezza della croce, chiediamo al Signore la forza di fede necessaria per questa coerenza e per così amare e comprendere la croce, strumento della nostra salvezza. padre Ntonas Haddad

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