Gesù è felice di nascere tra noi, a San Felice, a Roma, a Lodi, a Genova, a Bologna, a …?
Gesù è stato felice di nascere a Betlemme e di nascere ogni momento in me, in noi, tra noi?
Se la felicità dipende solo dal trovare qualche nostro sorriso, o qualche chiesa un po’ piena delle altre domeniche, magari qualche bel canto, può darsi che sia felice giusto per compiacersi con noi.
Un po’ come quando incontriamo certi parenti che dobbiamo vedere per forza a Natale: facciamo finta di essere felici perché si deve, ma il cuore è altrove!
Io penso che Gesù un poco, solo un poco (poi spiegherò perché) sia felice perché ci riconosce cristiani tiepidi! Forse un po’ chiusi in noi stessi.
Le porte che si aprono giusto per curiosare chi è questo Gesù, ma poi si richiudono subito perché non c’è posto in casa, siamo troppo indaffarati; ma non preoccupatevi accade già una cosa simile con gli alberghi a Betlemme: sbaglio?
Forse Gesù è più felice di nascere in Iran, in Siria o da quelle parti, dove molti cristiani perseguitati, e anche uomini e donne di altre fedi, vivranno un altro Natale di tribolazione a causa del nome che portano: nazirei, seguaci di Gesù di Nazaret.
Scrive papa Francesco:
Cari fratelli e sorelle, che con coraggio rendete testimonianza a Gesù nella vostra terra benedetta dal Signore, la nostra consolazione e la nostra speranza è Cristo stesso. Vi incoraggio perciò a rimanere attaccati a Lui, come tralci alla vite, certi che né la tribolazione, né l’angoscia, né la persecuzione possono separarvi da Lui. Possa la prova che state attraversando fortificare la fede e la fedeltà di tutti voi!
Prego perché possiate vivere la comunione fraterna sull’esempio della prima comunità di Gerusalemme. L’unità voluta dal nostro Signore è più che mai necessaria in questi momenti difficili; è un dono di Dio che interpella la nostra libertà e attende la nostra risposta. La Parola di Dio, i Sacramenti, la preghiera, la fraternità alimentino e rinnovino continuamente le vostre comunità.
Ma noi non siamo tribolati, non siamo perseguitati, o così almeno crediamo, quindi che ci possiamo fare?
Eppure Gesù è felice di nascere tra gli uomini, tra tutti gli uomini, specialmente tra i più tribolati. È felice di nascere perché egli, che pur stava bene nel suo cielo, ha ritenuto più bello mettersi al nostro servizio, condividere la nostra natura umana per aiutarci a vincere il peccato.
Per aiutarci a combattere il peccato!
Ma noi vogliamo combattere il peccato? Oppure preferiamo restare chiusi nei nostri schemi, nelle nostre case comode, nella nostra fede fatta di formule piuttosto che di fede, speranza e carità?
Quante volte avete sentito i vangeli del Natale? Quante volte li avete ascoltati? Cioè meditati e tentato di farli vostri, di viverli?
Vi siete accorti che questi vangeli sono un continuo movimento, un continuo andare e venire di pastori, di stelle, di angeli, di magi, di soldati? Che significa questo movimento? Significa che per accogliere Gesù bisogna muoversi, non si può restare fermi!
Restare fermi nella propria mentalità, nei propri costumi e idee della vita è come chiudere la porta a Maria e Giuseppe che chiedono spazio per fare nascere Gesù!
Il cristiano non è un uomo statico: il cristiano è un pellegrino dell’amore, dell’Amore di un Dio che si muove dal suo cielo per scendere sulla terra degli uomini così da insegnare agli uomini la strada del cielo, ma una strada del cielo – fate bene attenzione – che passa attraverso gli altri uomini!
Avete mai guardato il cielo? Avete mai pensato ai secoli che sono passati? Tutti gli esperimenti recenti di questi astronauti che vanno alla Luna ci hanno almeno abituati a guardare un po’ di più la volta stellata che sta sopra di noi. E pensare a queste distanze immense, a questi secoli senza numero, che segnano l’età dell’universo e quindi il Dio di questo universo. Ebbene il Dio di queste profondità, il Dio infinito, il Dio che sta nei cieli. «Padre nostro che sei nei cieli», che sei in questo tuo … in questo immenso, immenso mistero; questo Dio che è inafferrabile ai nostri occhi, e così poco pensabile anche ai nostri cervelli, questo Dio vero.
Lui è venuto in mezzo a noi per darci confidenza! Così predicava papa Paolo VI: per darci confidenza!
Non si può dare confidenza al primo che passa, a un delinquente, a un poco di buono, a della gente come noi! Eppure Dio ha mandato il suo Figlio proprio per darci confidenza!
Quale regalo di Natale più bello?
E noi cosa possiamo regalare a Gesù?
Prima di tutto la gratitudine e la preghiera e in secondo luogo l’amore al prossimo come Lui ci ha insegnato.
Vorrei fare delle domande e poi finisco (predica ancora papa Paolo VI). Per celebrate il Natale: avete fatto qualche opera buona? Avete perdonato a qualcheduno? Avete pregato per qualcheduno che ne ha bisogno? Avete detto una buona parola per consolare qualcuno? Avete dato un po’ di gioia a qualche bambino, a qualche parente o a qualche persona? Avete cercato di effondere e di trovare in fondo al vostro cuore un po’ di calore, un po’ di dolcezza da dare intorno a voi? Avete fatto un atto di amore per questa vostra comunità, questa nostra società spirituale, che è la Chiesa? Beh, fatelo con me adesso! Noi celebreremo la Messa proprio per questa parrocchia, per questa Chiesa, perché diventi davvero una famiglia in Cristo, perché l’amore di Cristo regni, trionfi nella vostra comunità parrocchiale.
L’amore deve essere il sole che illumina la nostra vita, il sole che scende e che dirige il nostro amore dal senso verticale al senso orizzontale: amiamo Dio e amiamo il prossimo.
Se abbiamo capito questa chiave, questa sintesi del Cristianesimo, allora possiamo andare vicino al presepio, chiudere gli occhi e pensare a questo bambino che è venuto per essere il nostro Salvatore.
E allora Gesù veramente sarà felice di essere sceso tra noi, e noi saremo felici di essere in confidenza con Lui.
Santo Natale a tutti voi,
pJgiannic