Cari amici vi scrivo nella vigilia dell’Epifania,

il giorno in cui il messia si manifesta al mondo intero: ma questo mondo sarà interessato a tale manifestazione? Certo il mondo di Erode, cioè di coloro che hanno paura di cedere il passo a Gesù, di confrontarsi con la sua debolezza, con il suo modo di amare, ma anche il nostro mondo della “globalizzazione dell’indifferenza” (papa Francesco), questi mondi non sono interessati, anzi cercano di eliminare questo bambino prodigioso che attira intorno a sé non solo i pastori, ma l’universo intero, la Stella e anche dei Re venuti da lontano.

Paolo VI diceva a Betlemme:

«Ma se il mondo si sente estraneo al cristianesimo, il cristianesimo non si sente estraneo al mondo. Sappia il mondo di essere stimato e amato da chi rappresenta e promuove la religione cristiana e l’amore che la nostra fede mette nel cuore della Chiesa, la quale non fa’ che servire da tramite dell’amore meraviglioso di Dio. Questo vuol dire che la missione del cristianesimo è una missione di amicizia in mezzo all’umanità, una missione di comprensione, di incoraggiamento, di elevazione, di salvezza.

Noi sappiamo che l’uomo di oggi ha la fierezza di voler fare da sé e fa delle cose nuove e stupende, ma queste cose non lo fanno più buono, non lo fanno felice, non risolvono i problemi umani nel fondo.

Noi sappiamo che l’uomo soffre di dubbi atroci. Noi abbiamo una parola da dire. È quella di un uomo all’uomo. Il Cristo che noi portiamo all’umanità è il Figlio dell’uomo. Lui è il fratello, il collega, l’amico per eccellenza. È colui di cui solo si può dire che ‘conosce che cosa c’è nell’uomo’. È il mandato da Dio, ma non per condannare il mondo, ma per salvarlo». (6 gennaio 1964)

Non ci sarebbero molte altre parole da aggiungere se non: non svendete l’Epifania, ma vivetela con fede e gioia: fate si che la luce del Battesimo ricevuto, questa è la nostra Stella, non trovi in noi un muro opaco, ma un cristallo che possa risplendere i suoi raggi a tutti coloro che incontriamo per le strade della vita.

Papa Francesco al parlamento europeo (potremmo definirlo i Magi di oggi) diceva che di fronte alla variegata composizione dell’Europa e del Mondo, siamo chiamati a essere dei poliedri, cioè un insieme di persone diverse tra loro ma unite dalla luce della stessa Stella e perciò capaci di illuminare più persone nelle loro diversità.

Certo poi starà agli altri accogliere o meno la luce della Stella, ma dovremo anche noi decidere se tornare da Erode oppure cambiare strada!

Ieri invitavo i fedeli della parrocchia a mettere nelle calze dei propri bambini della Fiducia: Dio ha fiducia in noi e il mondo comunque ha fiducia in noi, non svendiamo l’Epifania, ma viviamola con fede e gioia e avremo dato un po’ di fiducia al mondo, così come i Magi l’hanno data a noi.

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