«Gesù conosceva quello che c’è nell’uomo».
Così finisce il brano del vangelo di oggi: Gesù conosce quello che c’è nel cuore di ognuno di noi! Noi siamo conosciuti da Dio, da sempre: non siamo soli, mai, ma noi conosciamo quello che c’è nel cuore di ognuno di noi? Nel mio cuore?
La più grande scommessa di ognuno di noi è sempre quella di conoscere cosa c’è nel mio cuore.
La Quaresima è il tempo speciale per la conversione, per la riforma di noi stessi: dov’è il mio cuore, la mia coscienza?
Domenica scorsa abbiamo ragionato e meditato sul valore della preghiera, oggi potremmo ragionare sul valore della testimonianza, della testimonianza verso me stesso prima ancora che verso gli altri.
Le letture di oggi denunciano proprio questa realtà, sollecitano questa domanda: dov’è la mia coscienza? Cosa fonda il mio pensare, il mio agire, il mio credere?
Troppo spesso diamo per scontato di sapere cosa pensare, dire, fare e poi ci ritroviamo con un pugno di mosche, con un niente, anche se abbiamo pensato di fare, costruire chissà che cosa.
Approfittiamo della liturgia di oggi per verificare come i nostri valori ci informano e formano e, specialmente, quale fede coltiviamo?
Gesù compie un altro segno – come a Cana – per scuotere una fede addormentata, fatta di atti esteriori, di religiosità senza fede: quanto è più facile comprare un santino o un rosario o fare una bella processione rispetto a credere, a fermarsi davanti a Cristo per capire in quale Dio crediamo!
Gesù con questo segno ci sollecita a lasciare un tempio esteriore per cercare il vero tempio in cui pregare; il vero tempio è il corpo di Cristo, di Cristo crocefisso e risorto (1Co 1,22). Gesù ha fatto questo segno per farci vedere e quindi permetterci di credere. Infatti, i discepoli poi si ricorderanno…
Ma il vero corpo di Cristo però non lo troviamo nelle chiese, bensì nel nostro corpo, corpo nel quale lo Spirito santo prima e l’Eucaristia poi vogliono trovare dimora. Non siamo noi a metterci al posto di Cristo, seppure spesso lo facciamo: è Cristo che entra in noi e chiede di cambiare il nostro modo di stare con Lui, ci chiede dov’è il nostro vero tesoro, quali sono i valori che ci illuminano.
Pensate ai 10 comandamenti: li osserviamo da bravi soldatini o li viviamo nella loro totalità?
L’altro giorno un ragazzo mi dice: padre, le sembra giusto che i miei genitori mi mettano in mano un telefono da 600 euro?
E un altro: papa Francesco ci chiede di combattere la globalizzazione dell’indifferenza, ma sei miei genitori sono i primi a non impegnarsi per il bene comune, a dirmi di pensare solo a me stesso, io quanto devo darmi da fare?
Oggi è la giornata delle donne. Voglio ricordare e chiedere giustizia per tutte quelle donne che da queste parti sono obbligate a lavorare in nero per confezionare il nostro pret a porter di lusso: non ai può essere cristiani e far finta di nulla; non si può andare a messa la domenica e pagare € 2,00 a scarpa!
Cari amici quanti venditori di fumo o di false devozioni abbiamo intorno a noi: lasciamoci aiutare da Cristo a rovesciare i banchi delle nostre ipocrisie per costruire la vita nuova che Dio ci ha donato in Cristo, che lo Spirito santo vuole operare con noi.
Diventiamo noi il vero tempio di Dio nel quale possa dimorare con gioia il Cristo morto e risorto.