Il cristiano è missionario o è dimissionario.
Così affermava Madelein Delbrèl, una giovane donna francese convertita al cristianesimo negli anni 50.
Cosa centra ciò con la festa di oggi? Centra, centra, perché oggi è la festa della testimonianza.
Infatti, i primi cristiani hanno legato indissolubilmente questo mistero della vita di Cristo con la loro missione; nonostante i propri cuori duri, la propria incredulità reiterata, le proprie paure, tutti atteggiamenti ben evidenziati dagli scribi evangelici e accolti dalle comunità cristiane degli inizi, Gesù li ha inviati ad annunciare il suo vangelo. Si è fidato di loro! Ha affidato loro il Vangelo di salvezza.
Come nella festa del Natale si celebra l’Incarnazione del Verbo, così nella festa dell’Ascensione si celebra l’incarnazione della missione tra i popoli. Lì Dio ci ha inviato il suo Figlio, qui il Figlio invia i discepoli.
Il cristiano è missionario o è dimissionario!
Voi siete missionari o dimissionari?
Missionari significa conoscere di più Gesù, attraverso la catechesi, la frequentazione dei vangeli.
Missionari significa: abbandonare se stessi, il proprio modo di essere, fare, pensare per annunciare solo Gesù; solo Gesù è il salvatore, non il nostro lavoro, il nostro apostolato.
Missionari significa: annunciare la speranza.
A questo proposito Giovanni Battista Montini predicava agli universitari:
«Per la Chiesa l’Ascensione è la festa della lontananza di Cristo. Quel fratello che abbiamo toccato… è ora avvolto in un ordine tuttora impenetrabile e invisibile. Non è perduto. Ma è lontano. A questo possesso in lontananza, corrisponde una virtù nuova della vita cristiana, la speranza. L’Ascensione è la festa della speranza.
Per noi l’Ascensione è lo spostamento del polo attorno a cui gira la vita umana: dalla terra al cielo. L’uomo agisce in quanto spera. L’uomo moderno commette ogni giorno questo peccato, di togliere la speranza, cioè di abbreviare il raggio di distanza. E quindi di movimento, dal fine cercato e sperato. Perciò l’uomo finisce per rimanere incatenato e prigioniero delle cose che cerca e che ottiene. La fede nuova fissa nel vertice del cielo il polo di movimento, e la speranza comincia il largo moto dello spirito che si orienta verso gli spazi infiniti ed eterni di Dio».
Spazi infiniti ed eterni di Dio che non sono le vie tra i pianeti e le stelle, ma le coscienze degli uomini nostri fratelli che ci sono affidati.