Cari amici di Giovani Barnabiti,
Siamo a Roma con un mio amico Gianmichele Lagravinese, medico e docente universitario, marito e padre di due splendide fanciulle. Insegna presso la Facoltà di Farmacia e Medicina, patologia clinica, e nello specifico tossicologia clinica e forense, e farmacologia.
Partiamo proprio dalla cattedra: cos’è l’università oggi?
È un luogo in cui si cerca di formare, con molta fatica, dei giovani, coltivando una mentalità professionale e scientifica; lavoro arduo specialmente per la fatica di trovare poi una professione degna di tanto studio. Dico questo con rammarico perché ci sono veramente delle menti notevoli che si sono perse in lavoretti “da quattro soldi”.
Cosa vedi nei giovani di fronte alla tua cattedra?
Nella maggior parte dei casi sono molto interessati, vogliosi di imparare e percepire ciò che gli viene detto, devo dire, ho sempre trovato un approccio gratificante dal punto di vista professionale perché imparano ciò che gli viene insegnato e ti ascoltano, per cui c’è sicuramente una voglia di imparare e muovere i primi passi, purtroppo poi si scontrano con una realtà che non è consona alla loro formazione, nonostante abbia anche creato dei gruppi di ricerche scientifiche, ottenendo ottimi risultati, a livello internazionale.
C’è molta differenza tra i giovani di ieri e quelli di oggi?
Sicuramente oggi l’ambiente università è più raccolto, i numeri limitati e minore la fatica per capire chi è portato o meno per questo studio; certo oggi il problema è trovare un lavoro all’altezza della professionalità degli studi, almeno in Italia.
Come mai tossicologia?
Le esperienze devastanti di miei amici del liceo mi hanno portato, dopo l’università, a lavorare presso centri di recupero per tossicodipendenti. Entrato poi in ospedale mi sono ancora di più dedicato a questo ramo particolare.
Cosa pensi della legalizzazione della marijuana?
Vorrei far vedere alcuni danni celebrali che provoca la marijuana, con delle aree con focolai di necrosi, spaventosamente dirompenti per i danni a lungo termine che possono provocare sulle funzionalità del nostro cervello. Non voglio entrare nel merito della liberalizzazione, posso dire che la cannabis che si acquista su internet o dal pusher di quartiere ha un principio attivo dalle 7 alle 10 volte superiore rispetto a una cannabis normale, il tetraidrocannabinolo è stato aumentato nella pianta stesso, quindi chi assume questa sostanza, assume una concentrazione di principio attivo fino a 10 volte superiore rispetto a quella presente nella cannabis, gli effetti della sostanza non dipendono solo dalla tossicità di essa, ma dalla concentrazione di tale sostanza.
Perché una persona cerca e vuole assumere queste sostanze per stare bene?
Oggi il mondo delle sostanze stupefacenti è difficile da riconoscere, è completamente differente da quello che siamo abituati a pensare per noi che siamo entrati negli “-anta”, perché l’approccio con le sostanze è cambiato, indipendentemente che siano stupefacenti, anabolizzanti, performanti sessuali… si vuole delegare a una sostanza uno stato di benessere. C’è piena coscienza di quello che la sostanza può offrire e la si utilizza per un determinato scopo che si vuole raggiungere, indipendente dal tipo di sostanza. Che sia una sostanza stupefacente o un performante sessuale, c’è un abuso di Viagra e Chalis, ne fanno utilizzo anche i ragazzi che acquistano su internet per avere una “super-prestazione” sessuale e questo provoca dei danni fisici inimmaginabili, come gli anabolizzanti, e tutte le migliaia di sostanze che si trovano anche su internet, ognuna con uno specifico risultato, sul quale, il consumatore si informa mediante forum, come lo sballo o le allucinazioni dissociative. Questo vale anche per gli anabolizzanti e tutte le altre sostanze che sono migliaia e che sono facilmente acquistabili grazie a internet, ognuna delle quali ha degli effetti che l’abusatore conosce grazie al web (sballo, allucinazione dissociativa, droghe da stupro…).
Tu hai parlato di adolescenti, però anche tra i 40enni e 50enni si usano droghe, specialmente cocaina.
Senz’altro, ma anche sessantenni e settantenni. Difatti abbiamo avuto casi di intossicazione da chetamina di persone che avevano più di sessant’anni e la chetamina è un anestetico dissociativo che può essere anche usata per scopi di violenza sessuale. Ha degli effetti estremamente pericolosi, basti pensare che somministrata una dose in un paziente predisposto può provocare una situazione di schizofrenia che può durare tutta la vita. Queste sostanze purtroppo sono in giro su internet e il mercato è cambiato perché essendo tanta la domanda chi vende non ha alcun interesse a “fidelizzare” il cliente per cui, per guadagno, mischia queste sostanze ad altre più tossiche come veleni di cui il compratore non è a conoscenza. Il rischio è di avere un’intossicazione da più sostanze. Questo succede spesso con tutti i canabioti sintetici che vengono acquistati su internet e nella maggior parte dei casi sono un miscuglio di sostanze che tentano di riprodurre l’effetto del cannabinoide ma in realtà non sai quello che assumi.
Quindi è finita l’era dei pusher…
È finita, o almeno è passata un po’ di moda. È molto più semplice ordinare la sostanza su internet, arriva il pacchetto anonimo a casa nel giro di 24-48h e nessuno saprà mai niente.
A me pare che oggi si parli molto poco di droga e dei suoi effetti: cosa ne pensi?
Se ne parla molto poco e il motivo comincio a pensare che non sia del tutto lecito. Inoltre quando se ne parla se ne parla se ne parla male.
Io ho fatto fare a dei ragazzi, che mi seguono per questi lavori, una ricerca sui siti dove si possa comprare o dove si possano ricavare informazioni su queste sostanze. Sono siti graficamente accattivanti (bei colori, belle immagini…) che attraggono, in particolar modo l’adolescente. Se uno va sui siti ministeriali che trattano di questi temi sono di una pesantezza allucinante che io stesso (che svolgo questo mestiere) dopo 10 minuti mi addormento.
Questi siti accattivanti offrono informazioni fuorvianti che inducono all’abuso di queste sostanze senza controinformazione alcuna. Anzi, il dipartimento delle politiche antidroga che fino a poco tempo fa faceva questo lavoro e aveva creato dei siti adatti, capendo quale fosse il problema, ha avuto delle
vicissitudini per cui è stato prima chiuso poi riaperto ma non con la stessa funzionalità di prima. Ci vorrebbe un ente che si occupi di contrastare una cattiva informazione che viene da questi siti.
Con la tua esperienza in ospedale e università, ritieni che ci siano ancora bravi ragazzi?
Senz’altro sì.
Il bravo ragazzo di oggi ha una mentalità diversa da quella che potremmo pensare noi. Rimane un ragazzo che tende ad avere certi comportamenti che alcune volte possono sembrare un po’ sopra le righe però ha dei valori morali a cui si attiene scrupolosamente indipendente dal fatto che faccia delle cose che oggi fanno tutti i ragazzi (come ubriacarsi il sabato sera) che ai tempi nostri non si facevano in maniera così eccessiva. Però ne ho incontrati tanti, ho un gruppo che mi aiuta in queste ricerche è estremamente motivato, lavora praticamente gratis ma continua solo per passione. E questo è molto bello.
La parola speranza ha un senso oggi?
Sì. Ci sono ragazzi con delle capacità enormi che sono contento di aver conosciuto. Meriterebbero loro di essere nostri successori all’Università ma purtroppo queste strade al momento gli sono precluse. Abbiamo ragazzi che meriterebbero di più di quello che il nostro paese riesce a offrire. Una ragazza che ha lavorato con me è poi andata in Brasile ed è diventata un personaggio importante. Adesso vorrebbe ritornare in Italia, perché quando era lì è stata aggredita da una banda di brasiliani che le hanno provocato una frattura della spalla e dell’omero. Sicuramente con l’esperienza brasiliana è riuscita a mettersi in mostra ma ora vorrebbe tornare.
E tu dove vorresti tornare?
Ora? A fare la mia parte nella nuova commedia che stiamo mettendo in scena con il nostro gruppo teatrale.
Grazie Gianmichele per queste riflessioni. Cercheremo di farne tesoro e condividerle.