P. Ambrogio M. Valzasina, rettore dell’Istituto Zaccaria di Milano, in occasione del 25 anniversario di ordinazione sacerdotale gli abbiamo posto alcune domande sui giovani con i quali da sempre lavora. Per la gioia dei nostri lettori ne è risultato un breve e simpatico botta e risposta che con poche righe ci aiuta a continuare il nostro cammino di riflessione in preparazione al Sinodo dei Giovani.
- In tempi di selfie e instagram, la prima fotografia che faresti dei giovani con cui lavori?
Un selfie che esprima comunione e condivisione di cammino espressione di gioia.
- Il tuo continuo “lavoro” con i giovani, cosa ti ricorda della tua gioventù, in positivo e in negativo?
La vita può essere affrontata come obbligo che si fa impegno nella responsabilità, o, in negativo, il richiamo della chiusura nel privato:
- Cosa scopri o “riscopri” nel tuo “lavoro” quotidiano?
Le sorprese di una vita aperta al futuro.
- C’è una lontananza ormai confermata dei giovani dalla fede, dalla religione che ne consegue: perché?
Siamo noi che siamo lontani dai giovani. Se sei vicino tutto può accadere.
- Il lavorare con persone abbienti rende più facile o difficile la trasmissione di valori cristiani?
Tutto dipende dall’aria che facciamo respirare ai giovani che siamo chiamati a crescere. Se l’aria è buona per essi diventa più facile assumere ed elaborare i valori cristiani.
- Quale tratto zaccariano vivi o meglio trasmetti nel tuo servizio ai giovani?
Crescere di virtù in virtù; scoprire il proprio lato debole e/o vizio capitano
- Siamo in vista del Capitolo Generale dei PP. Barnabiti e del Sinodo dei Vescovi sui Giovani: quale consiglio offriresti?
Non penso che il mio consiglio possa servire al discernimento. Siamo umili servitori nella vigna del Signore.