Anche se non sei arrivata a quei 100 anni su cui ogni tanto scherzavamo, i tuoi quasi 98 anni sono comunque un traguardo immenso.
Hai vissuto un pezzo di storia, quella che ho amato di più, ma che io ho potuto studiare soltanto sui libri. Tu invece c’eri e hai attraversato quasi tutto il “secolo breve”.
C’eri quando i tedeschi occuparono la tua casa, nella “tua” Talla;
c’eri quando, finalmente, arrivò la liberazione;
c’eri quando si trattò di dire “sì” a un grande partigiano, un combattente per libertà nelle montagne di Grecia e Jugoslavia, che divenne il tuo compagno di vita;
c’eri nella Firenze del dopoguerra, della rinascita, del sindaco “santo”, come donna di cultura che frequentava i salotti di personaggi che avrebbero lasciato un segno e che io ho scoperto solo in seguito: padre Balducci, Mario Gozzini… e tutto quel fermento che era allora la Badia fiesolana.
Ma non sei rimasta ferma al Novecento, hai provato a interpretare il mondo anche in questo scorcio di nuovo millennio, senza smettere mai di leggere e di aggiornarti.
E come ci provavo gusto a provocarti, in quel gioco tra di noi, con le sfide culturali del “2000”: i diritti civili, la sessualità, il mondo secolarizzato. Per me non eri mai abbastanza “moderna”, eppure oggi che misuro la distanza che mi separa da coloro che hanno appena vent’anni meno di me, capisco quanto sia difficile stare al passo di un mondo che cambia e quanto sforzo hai fatto, quante trasformazioni hai vissuto e compreso.
E alla fine, nelle lunghe discussioni politiche che avevamo, pur con approcci che potevano essere differenti, condividevamo sempre lo stesso traguardo, che è quello in cui vinceranno gli ultimi della Terra.
Ciao Nonna!
G.P.