Il nostro autobus dell’Avvento ci ha portato a destinazione!
Forse qualche volta l’abbiamo perso o abbiamo sbagliato fermata, ma ce l’abbiamo fatta e domani alle 10.30 l’autobus 1P, come Provvidenza, sarà qui davanti a portarci il bambino Gesù.
Sì, un bambino, una nascita.
Oggi non va molto di moda parlare di nascite in Occidente!
Anche i vangeli, tra questi solo Luca e Matteo, racconteranno tardi della nascita; anzi i vangeli raccontano di miracoli, malattie, morti e risurrezioni ma di nascite mai!
Anzi, prima i vangeli raccontano il modo in cui il Dio della vita ha donato la vita, poi racconteranno della nascita del Dio della vita.
Come è raccontato il Natale?
Voi cosa ricordate, pensate, sapete di questa nascita?
La dimensione artistica, favolistica, forse mitologica? Ma la dimensione reale?
Se noi cristiani abbiamo dimenticato l’aspetto reale del Natale a maggior ragione il mondo lo ha accantonato e non per colpa sua, ma spesso per colpa dei cristiani!
Il profeta Isaia annuncia agli esuli di Babilonia che ormai “Dio regna”, ma san Luca di quale re racconta, scrive?
Cesare Augusto, Quirino, Erode… loro sono i re, non il bambino!
Del bambino non si racconta il nascere, ma che: preso in braccio, avvolto in fasce, fu deposto in una mangiatoia.
La nascita vera e propria di Gesù è lasciata nel segreto, …di Maria e Giuseppe, come la nascita dell’universo, come la risurrezione accaduta nel silenzio del sepolcro a Gerusalemme.
Maria, la madre, prese il suo corpo, lo avvolse di lino e lo depose in un sepolcro nuovo. E la risurrezione accadde nel silenzio del sepolcro di Gerusalemme come nel silenzio della mangiatoia di Betlemme.
Nel frastuono di oggi, tra blaterare della politica, verità urlate contro la fede, e peccato della Chiesa Dio continua a nascere nel nascondimento, nel silenzio.
In questo silenzio Dio incontra tutta l’umanità, anche quella che ha dimenticato Dio.
Perché gli angeli e le stelle dall’alto e i pastori dal basso riescono a scoprire la nascita di Gesù? Perché vivono nel silenzio parlante dell’universo, del silenzio parlante della povertà.
E noi quanto silenzio facciamo per incontrare Gesù, per recuperare la conoscenza di Gesù?
Perché noi siamo ignoranti di Gesù!
Ci lamentiamo perché il mondo, i nostri figli, non conoscono più Gesù, ma noi quanto lo conosciamo?
Qualche giorno fa ero nel carcere di Milano, ho incontrato tre persone che hanno ucciso, non sono dei paladini, ma nel loro cammino di recupero di se stessi hanno conosciuto Gesù e hanno cominciato a impastare ostie per le messe; le loro mani che hanno versato sangue ora impastano il sangue della salvezza per ognuno di noi, nel silenzio di un carcere!
E noi nel silenzio di questa notte mangeremo queste ostie.
Dio in Gesù si è fatto simile a noi perché noi diventiamo sempre più simili a Lui. «Il Natale, dunque – esorta il santo Cardinale Newman –, ci trovi sempre più simili a Colui che, in questo tempo è divenuto bambino per amor nostro; che ogni nuovo Natale ci trovi più semplici, più umili, più santi, più caritatevoli, più rassegnati, più lieti, più pieni di Dio».
Ringraziamo l’autista del nostro autobus 1P, lo Spirito santo, che ci ha permesso di arrivare là dove nasce Gesù, a Betlemme, in carcere, a “Le Cure” viaggiando in questo mondo ancora assetato di «innocenza, purezza, dolcezza, gioia, pace».
Santo Natale a tutti voi!