Ciao lettori continuano i nostri incontri con studenti e docenti sull’imminente anno scolastico.Oggi discutiamo con Carlo, neo diciottenne di Este (PD)
fan di: Nirvana, Linkin Park, e i contemporanei Maneskin, ma amante di Beethoven.
sport: assolutamente il basket, malgrado non lo pratichi più, ma mi piace andare via in MTB, giocare a tennis, pallavolo, calcetto.
Gusto gelato: Crema!
Difetto: un po’ testardo e permaloso.
Pregio: so ascoltare molto e dare giusti consigli! D’accordo con lui condivido le sue idee.
•La scuola dello scorso anno?
Eravamo una settimana in presenza e una in DAD, con la classe sempre al completo, bastava essere abbastanza responsabili; ma almeno metà classe approfittava della situazione, del fatto di non poter esser sempre controllato dal docente.
•La scuola ha cercato di coinvolgervi nell’interagire con voi, con la fatica di questa modalità?
Se ne è discusso spesso in classe. Gli insegnanti hanno cercato di trovare delle tecniche d’insegnamento alternative, di evitare un semplice parlare per l’ora di lezione intera dall’altra parte del computer. Cercavano dunque di interagire, proponevano esercizi assieme, attività, dibattiti. Secondo me però in tutte le scuole di Italia è successo così, anche tra i diversi indirizzi: in DAD i docenti avevano un volto diverso rispetto a quello che recuperavano con la didattica in presenza.
•Non so quanto gli insegnanti siano stati capaci di novità, ma al di là di questo, cosa attendi per il prossimo anno?
Confido nei vaccini e nella buona volontà degli studenti (di vaccinarsi) per un ritorno alla normalità.
•Ma al di là della DAD la scuola è alla vostra altezza, delle vostre attese, curiosità?
Io credo di sì; la mia scuola in vari ambiti propone diverse novità, seppure in alcune discipline si mantiene lo scontato.
•C’è curiosità tra i tuoi coetanei o prevale lo scontato?
Penso di sì! Ce n’è tanta. Di anno in anno si studiano cose nuove così da scoprire i collegamenti tra le varie discipline. Forse però lo sviluppo delle tecnologie ha avuto l’effetto positivo per conoscere di più oppure negativo perché ha sostituito la fatica di conoscere, di approfondire. Siamo curiosi, ma la curiosità viene negli anni.
•Hai detto che più si cresce più si diventa curiosi (non sono d’accordo): più curiosi e interessati del mondo, di guardare oltre oppure solo di se stessi, del proprio ombelico?
Penso che un bambino abbia il livello massimo di curiosità, ma credo perché non conosca ancora il mondo che lo circonda. Man mano che si cresce ci si immerge sempre più in quella che è la realtà circostante e ovviamente la si conosce sempre meglio… non penso che più si cresce, più si diventa curiosi, credo che cambi il modo di approcciarsi al mondo. Inoltre buon senso vorrebbe che ognuno aprisse i propri orizzonti man mano che diventa adulto, preoccupandosi in primis di se stesso, ma anche di chi lo circonda per prendersene cura.
•C’è curiosità per il futuro o solo per il presente? Si ha la percezione di un futuro da costruire o da lasciarsi cadere addosso?
C’è curiosità per il futuro, o almeno io la vedo così. Magari per chi è più anziano, la preoccupazione del futuro non è tanta, ma noi giovani studenti siamo costantemente sommersi dalla questione: “cosa sarò da grande?”. Purtroppo le certezze sul futuro sono nulle, dunque possedere curiosità è soltanto un modo per affrontar meglio il presente, in vista di un futuro più o meno lontano. Dunque penso che prima ancora di guardare al futuro, ciascuno di noi deve costruirsi delle fondamenta solide per il presente che vive giorno per giorno, e solo così potrà crearsi un futuro.
•Quali di queste parole trovano più spazio nella tua vita:
1) sofferenza, soffrire capita a tutti, chi per una ragione, chi per un’altra… penso però che ogni sofferenza debba essere affrontata col massimo delle forze;
2) gioia, elemento importante nella vita di tutti i giorni credo sia proprio sorridere, provare soddisfazione per ciò che si è, che si ha e che si fa;
3) famiglia, credo veramente che la famiglia sia sinonimo di sicurezza, protezione, calore, amore;
4) Dio, purtroppo sono in una fase della mia vita un po’ critica sotto questo punto di vista, molte cose non mi tornano sulla religione, faccio fatica ad avere fede;
5) Chiesa, penso che nella mia crescita la parrocchia abbia giocato un ruolo veramente importante, perché mi ha permesso di conoscere delle persone favolose; sin da piccolo la parrocchia m’ha fatto vivere momenti unici;
6) Rispetto, dobbiamo aver rispetto di tutto e di tutti, indipendentemente da qualsiasi fattore si prenda in considerazione: siamo tutti umani, siamo tutti uguali.
•Un consiglio agli adulti?
Ascoltate i più piccoli: sedetevi li con loro, e parlate giorno per giorno del più e del meno. I giovani molto spesso tengono dentro di sé tutto quanto (bene o male che sia) senza condividerlo con nessuno. Il problema è che portarsi avanti delle difficoltà è un peso per la mente, e l’unica soluzione è discuterne serenamente con qualcuno di più grande che di sicuro in un modo o nell’altro ha già vissuto qualcosa di simile e sa come affrontarlo.
Ciao Carlo, grazie