Quasi tutte le persone hanno, almeno una volta nella loro vita, raccolto le figurine della loro saga preferita o, di certo la maggior parte dei ragazzi, del campionato di calcio. La nascita delle figurine è certamente correlata allo sviluppo tecnologico, quindi all’invenzione della macchina da stampa, la quale ha reso possibile la pubblicazione di molte figurine. Inizialmente, ritraevano paesaggi e ambienti. Ricordiamo che la prima miniserie è stata emessa solo nel 1867 dalla litografia Bognard di Parigi per i magazzini Au Bon Marché e illustrava l’Expo di Parigi. Le figurine non erano certamente come quelle attuali; erano in cartoncino spesso e si incollavano con la colla o si incastravano attraverso delle linguette nell’apposito album. Grazie poi ad altre aziende, come la Liebig, Topps e Panini, l’hobby delle figurine si è diffuso maggiormente tra bambini, ragazzi e adulti di tutto il mondo, fino ad essere riconosciuto anche a livello collezionistico.
La figurina è un soggetto privilegiato nel mondo del collezionismo, al pari delle monete e dei francobolli. Tant’è vero che esistono diverse case d’asta che espongono figurine ricercate o addirittura aziende come PSA e Beckett che, soprattutto oltreoceano, sfruttano il sistema di grading al fine di certificare il bene da collezione garantendo l’originalità e attestando lo stato di conservazione su una scala da 1 a 10. La tecnica consiste nell’inserire la figurina, o la card, all’interno di un involucro resistente per proteggerla da urti e luce solare. Ovviamente, la seguente metodologia aumenta esponenzialmente il valore economico. Come si può ben intuire, però, le figurine non raggiungeranno mai, almeno nel breve periodo, i prezzi delle monete o dei francobolli. Questo perché in primis non esistono delle istituzioni di controllo così sviluppate come per le altre due categorie citate prima, mentre in secundis, nel collezionismo di figurine viene meno l’approccio venale. Le figurine sono generalmente intese non come una forma di investimento, bensì come un passatempo e un modo di rimanere giovani dentro. I prezzi di vendita, nella maggior parte dei casi e soprattutto in Italia, vengono decisi attraverso compravendite e scambi nei mercatini o nelle fiere dell’usato.
A differenza dell’Europa, che ha un mercato che si può considerare normale, in America è quasi impazzito! I collezionisti statunitensi sono maggiormente fanatici e hanno una cultura consolidata della figurina intesa come investimento. Lo si può vedere attentamente in una puntata della serie tv americana “Better Call Saul”: il personaggio Wormald, dopo essere stato derubato dei farmaci e della collezione di figurine dei giocatori di baseball, si reca subito dalla polizia a denunciare il furto delle figurine. Ergo, si può capire il valore economico ed affettivo che la collezione aveva per il protagonista. Il gesto di Wormald denota la percezione che gli americani hanno delle figurine. Il mercato oltreoceano, difatti, è prosperoso e di conseguenza il valore economico dei beni da collezione è elevato. Pensate che molti pezzi sono pregiati a tal punto che arrivano a valere anche milioni di dollari. Alcuni esempi sono la figurina di LeBron James del 2003, venduta per oltre 5 milioni, la figurina di Honus Wagner venduta per 5,6 milioni di dollari e la figurina di Mantle degli Yankees, battuta all’asta per 4,4 milioni di dollari.
Collezionando figurine di una determinata tematica, si può ripercorrere, inoltre, la cultura del Paese o di quello sport. Ad esempio, prendiamo come riferimento la collezione dei Calciatori della Panini, raccolta a cui sono molto legato. La seguente raccolta è inerente al campionato di calcio italiano e racconta gli ultimi 60 anni di serie A. Sfogliando gli album, oltre alla cultura italiana, si possono ravvisare le mode dei decenni passati, i cambiamenti avvenuti nel regolamento del campionato e altro ancora. Si nota come in passato il calcio fosse meno ricco, ma soprattutto come i calciatori fossero più umani e in generale avessero meno privilegi. Inoltre, si possono vedere le mode che c’erano nel Belpaese: i baffi, la barba, gli orecchini, i tatuaggi, le creste, i capelli lunghi e altro ancora. Ancora, ritornando sul tema del regolamento, si può capire che dagli anni ’80 si è aperta la possibilità di avere più stranieri in rosa. Ed ecco che sugli album incominciano a comparire i vari Platini, Maradona, Matthäus, Gullit, Van Basten, Falcao e via discorrendo. Le figurine, soprattutto per la storia italiana, sono un qualcosa di intramontabile e di caratteristico. Grazie alla Panini, la figurina è diventata un bene di cui potersi vantare nel mondo intero. L’azienda modenese è riuscita infatti ad arrivare in ogni parte del mondo, anche dove nessuno avrebbe mai pensato di vendere. È la prima azienda che ha creduto ed investito così tanto in questo settore. Andrea Ordanini, in un’intervista per CorriereTV, ci svela anche uno dei motivi che hanno reso la Panini così forte nel proprio mercato. Nei prodotti Calciatori c’è il significato che dà valore della scarsità. Avere un bene scarso che si può collezionare è una competenza molto apprezzata dai clienti. Per questo motivo, possedere questo tipo di bene è un elemento chiave del vantaggio competitivo della Panini, la quale rimane ancora leader mondiale nella produzione di figurine. Ecco spiegato come mai le figurine non passeranno mai di moda. Potranno cambiare molte cose, ma il gusto di cercare, scambiare e aprire le bustine difficilmente tramonterà.
Marco Ciniero, Milano