Cosa significa Pasqua? Passaggio! Passaggio del mar Rosso, passaggio dalla morte alla vita, ma specialmente passaggio da una fede di religione a una fede di fede;
passaggio da una religione fondata su un uomo che è vissuto 2000 anni fa a una fede in un uomo che vive ancora qui e ora!;
passaggio da una fede in un Gesù spirituale a una fede in un Gesù concreto, che mangia con me, che pensa con me, che ama con me, che pensa e sceglie con me;
passaggio da una fede di paura a una fede di gioia, di azione, di testimonianza.
Fare Pasqua, come spesso diciamo, non significa solo confessarsi, fare la comunione, preparare delle uova o mangiare del cioccolato! Fare Pasqua significa passare da una vita misurata su me stesso, a una vita che arde continuamente come il fuoco del cero pasquale. Fare Pasqua significa incontrare il Signore Gesù e da lui lasciarsi incontrare!
Non un fantasma o un personaggio della storia, ma il vivente che rientra nella nostra vita in modo rinnovato e sconvolgente.
Fare Pasqua: credere in un Dio che si è fatto uomo, con un corpo, che continua a vivere con questo corpo passato attraverso la Croce!
Gesù non ritorna dai suoi discepoli accusandoli perché scappati, perché rimasti in undici, perché non volevano credere! Gesù torna continuamente dai suoi discepoli dicendo: Pace a voi! Non abbiate paura! Guardatemi, parlatemi, toccatemi nelle mie piaghe, mangiamo insieme, accogliamo insieme il dono dello Spirito santo.
Ma noi guardiamo a Gesù? parliamo con Lui? leggiamo di Lui? tocchiamo le sue piaghe? mangiamo con Lui? Accogliamo con Lui il dono dello Spirito santo?
Forse ci dimentichiamo che Gesù è risorto con il suo corpo e con il suo corpo rinnovato dall’azione potente dello Spirito santo si incontra con noi!
Forse ci dimentichiamo che la messa che stiamo celebrando è Gesù che parla con la Scrittura, che ci alimenta con il Pane eucaristico, che ci invita a correre con i nostri piedi per annunciare a tutti che Cristo è risorto nel suo vero corpo!
Quanta paura invece abbiamo di riprendere a ragionare con Gesù per capire in quale modo essere cristiani. Quanta paura abbiamo di vivere con gioia la nostra vita cristiana.
Ancora una volta abbiamo assistito a una tragedia nel nostro mare Mediterraneo, ancora una volta dei cristiani sono stati uccisi, ma forse a molti è scappato un particolare. Questi uomini e queste donne presi dalla paura di perdere la propria vita hanno reagito creando una catena umana, stringendosi in un solo corpo per combattere la paura. Il corpo di questi uomini trasfigurati dalla sofferenza è segno del corpo di Cristo che combatte la morte e dice che la vita esiste, che la vita è più forte!
«Faccio fatica a crederlo», scuote la testa Buba ripensando al ‘suo’ barcone e a quei quattro giorni in balia del mare, cristiani e islamici uniti. «Eravamo così numerosi e uno sull’altro che non saprei dire quanti fossero i cristiani in percentuale, ma ricordo bene i momenti in cui abbiamo pregato insieme, io e i ragazzi che stavano più vicini a me. Loro pregavano spesso, ma non mi è mai passato per la mente che non avessero il diritto di rivolgere il pensiero al loro Dio: credo che tutti gli uomini sulla terra abbiano il diritto di professare la propria religione, ancor più nel momento del bisogno».
Credo che troppo spesso abbiamo paura, paura di incontrare Gesù nel suo vero corpo e di stare e mangiare con Lui; paura di diventare una cosa sola con Lui e di correre a raccontare a tutti che Gesù è vivo in mezzo a noi.
Paura di fermarci, per non dare spazio all’odio, ai cattivi pensieri ma spazio allo Spirito santo perché ci aiuti a distinguere le vie della pace che combatte la guerra, la via dell’umiltà che scaccia l’orgoglio, del dialogo che scardina ogni forma di chiusura.
Anche oggi «Gesù in persona appare in mezzo a noi e dice: “Pace a voi, non abbiate paura”».
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