Siamo nel tempo di Pasqua? Il tempo che ha fatto il Signore, il tempo in cui ragioniamo e preghiamo sulla pietra che i costruttori hanno scartato ed è diventata pietra angolare!
Il tempo della risurrezione, della vita, delle apparizioni, dello Spirito santo: cosa c’entra con tutto ciò Gesù pastore buono, che questa domenica ci presenta la Chiesa?
Non è forse una immagine troppo romantica e zuccherosa per parlare di Gesù che poco ha a che fare con la Pasqua?
Però questa immagine ci piace, ci rasserena, ci imborghesisce.
L’immagine di Gesù pastore “buono” e “bello” e “vero” (questo il significato della parola greca originale kalos) non riguarda solo l’estetica artistica, ma la bellezza della vita di Cristo.
C’è una parola che ricorre 5 volte in questo brano di san Giovanni: darsi, donarsi, nell’originale greco, spogliarsi, della vita:
Gesù il pastore buono, bello e vero è pastore proprio perché si spoglia della sua vita per noi, per la nostra salvezza;
Gesù il pastore buono, bello e vero è pastore perché conosce il Padre, cioè ha vissuto la sua conoscenza del Padre sino alla Croce. Gesù è pastore perché porta in sé le piaghe della croce e in forza di queste piaghe può chiamare le sue pecore nel suo gregge. C’è un Amore nella vita di Gesù che non è solo parole, ma intimità con Dio, comunione di pensiero e di azione con il Padre. C’è un Amore in Gesù che è ricevuto dal Padre, vissuto dal Cristo, donato nello Spirito santo a ogni uomo, ecco perché Gesù è il pastore buono, bello, vero, perché vive di questo Amore e non lo tiene per sé ma lo dona a noi, a coloro che sanno ascoltare!
Non c’è uomo nella storia dell’umanità che non desideri il bene, il bello, il vero, ma non tutti gli uomini vogliono ascoltare e trovare risposta.
E noi tra quali uomini siamo? Abbiamo orecchie aperte o chiuse?
Abbiamo voglia di entrare in questo movimento di Amore che viene dal Padre e in Cristo attraverso lo Spirito si dona a noi?
Oggi la Chiesa ci invita a pregare per il dono delle vocazioni alla vita sacerdotale, ci invita a chiedere il dono di operai per la messe del Signore, pastori per il popolo di Dio, ma pregare non è soltanto dire una Ave Maria, bensì imparare e insegnare a vivere questa azione di Amore. Là dove una Chiesa è chiusa in se stessa, non è capace di chiedersi come vivere il tempo in cui esiste, si crea solo aridità, autoreferenzialità, sterilità vocazionale!
Il pastore buono ci invita a essere pecore buone, belle e vere, capaci di ascoltare il bene, il bello, il vero dell’Amore di Dio per costruire il bene, il bello, il vero la dove si vive, anche a costo del sangue, della Croce!
C’è bisogno di bene, di bello, di vero là dove vivo?
Quanto bene, bello e vero porto là dove vivo?
Chiediamo a Dio che susciti in tutti i giovani l’ansia del bene, del bello e del vero; chiediamo ai giovani di non avere paura nell’ascoltare la voce di Cristo pastore buono non solo per essere parte del suo gregge, ma anche operai, sacerdoti della sua vigna, del popolo di Dio.
Chiediamo ai giovani di non avere paura di entrare nel vortice dell’amore di Dio per ridonarlo a tanta umanità bisognosa di bene, di bello e di vero.