Natale che va? Natale che viene?
Cari amici, oggi domenica 29, comincia il tempo dell’Avvento.
Avvento per il Natale di ieri, che è andato?
Avvento per il Natale del 2014, che viene?
Avvento per correre il rischio di far entrare nella mia vita un Dio uomo, non un Dio bambino!
Mi spiego.
Natale che va, significa Natale di un bel Gesù bambino, di un bel presepe purché non intacchi la mia vita comoda, la mia tiepidezza, il mio vuoto interiore, il mio dialogo con Lui.
Natale che viene, significa Natale di un Gesù bambino fatto uomo, di un presepe vivo, che disturba, di un uomo che mi interpella, che vuole dialogare con me, che mi chiede di vivere con Lui.
Il cristiano è l’uomo della speranza, sempre, perché Dio ha speranza in Lui, per questo ci ha mandato l’Emmanuele, il Dio-con-noi; per questo ci invia continuamente lo Spirito santo per comprendere come essere cristiani del Natale che viene.
Stiamo vivendo un tempo difficile, un tempo di 3 guerra mondiale, di crisi economica, un tempo di suicidi di giovani, di violenze dei giovani nelle scuole, di gioco d’azzardopatia, tempo in cui maggiore è il bisogno di cristiani veri, strumenti di speranza.
Decidete oggi se rimanere cristiani comodi, tiepidi, da presepe oppure cristiani scomodi, caldi, da presepe vivo. Tutti voi avete un minimo di fede, chiedete allo Spirito santo di accrescerla?
Imparate da Zaccheo, l’esattore delle tasse di cui tutti parlavano male: desiderate di crescere in Cristo, salite sulla pianta giusta per poter vedere Gesù, accoglietelo nella vostra casa e cambiate vita. Gli altri, i perbenisti, continueranno a parlare male di voi, ma voi avrete imparato a parlare bene di Gesù e avrete dato speranza ai poveri, ai dimenticati, agli sfiduciati.
Ognuno di noi è allora chiamato a chiedersi: «Io sono un cristiano delle apparenze? O sono vivo dentro, ho una vita spirituale? Sento lo Spirito Santo», lo ascolto? Al contrario occorre fare attenzione alla tentazione di ripetersi: «se tutto appare bene, non ho niente da rimproverarmi: ho una buona famiglia, la gente non sparla di me, ho tutto il necessario, sono sposato in chiesa… sono “in grazia di Dio”, sono tranquillo». Attenzione, perché «i cristiani di apparenza… sono morti». Occorre invece «cercare qualcosa di vivo dentro e, con la memoria e la vigilanza, rinvigorire questo perché vada avanti». Occorre «convertirsi: dalle apparenze alla realtà. Dal tepore al fervore». Così commentava la vocazione di Zaccheo papa Francesco.
Cari amici, di fronte a tanti giovani violenti e morti dentro, abbiate il desiderio e la voglia di incontrarvi in questo tempo di avvento a celebrare l’Eucaristia insieme; provate a commentare insieme queste parole che la preghiera mi ha suscitato per voi; trovate un modo per sentirvi in sintonia pur nei vostri impegni quotidiani (perché non leggere tutti, tutti i giorni un brano di vangelo? Quello della messa quotidiana? Che anche la rete vi può fornire sui vostri smartphone!).
Grazie, buon Avvento 2014, Giannicola M. prete