ENVIRONMENTAL PRESERVATION IN RWANDA, A STORY

This is a short story, “Environmental preservation in Rwanda.” It was written by ABAYISENGA Destin from Rwanda. It talks about introduction to ecology, role of youth in preserving the environment and some organizations in charge of environment in Rwanda. This is Rwanda’s first contribution to our reflection on the environmental problem that our website GiovaniBarnabiti.it is preparing for COP30 / Belem 2025.

INTRODUCTION:
Ecology is the study of how living things interact with each other and with their environment. This story introduces fundamental concepts in ecology with a particular focus on organisms and their environment, role of youth in preserving our environment, different ways of taking care of our environment. Organisms depend on and are influenced by the environmental factors including abiotic (non-living factors such as water, temperature, humidity…) and biotic (living factors such as animals, plants…).

ROLE OF YOUTH IN ENVIRONMENTAL PRESERVATION IN RWANDA:
Environmental preservation is vital for sustainable development and the youth have crucial role in achieving it. As future generations, their participation in environmental conservation is essential to ensure a sustainable future. This study aims to investigate the role of youth in environmental preservation and the impact of their participation in society.
• The findings indicate that the youth have a high level of awareness of environmental preservation and strong desire to participate in conservation activities such as recycling, planting trees, cleanness drive and energy conservation using land fill for keeping wastes, upcycling, re-using and reduce the waste products.
• Young people play essential role in protecting the environment as they have positive impact on environment and contribute to a sustainable future by being involved in community-based activities, speaking out for sustainable practices like making terraces, avoiding over-grazing, planting anti-erosive plants to prevent soil erosion as the removal of top soil by water, wind, animals, etc.
• In Rwanda, the young people play vital role in preserving the environment through reduce, re-use and recycle, where they educate people for hygiene in the community, conserving water, planting trees and choosing sustainable places.
• Preserving the environment through environmental service project ideas like planting trees where you consult your local environment authorities to determine the type and number of trees needed as well as the location for planting.
• Meet on a monthly basis and clean community space or road side area as youth to maintain hygiene as a mean of preserving the environment where this inspire others by sharing ideas about re-usable water bottle, changing to energy saving light bulbs, etc.
Apart from the role of youth in environmental preservation in Rwanda, they are different organizations and projects that help in preservation and conservation of environment as highlighted below:
• Ministry of Environment (MoE)
• Rwanda Forestry Authority (RFA)
• Rwanda Land Management and Use Authority (RLMUA)
• Rwanda Mining, Petroleum and Gas Board (RMPGB)
• Rwanda Environment Management Authority (REMA)
Youth have crucial role in preserving our environment especially through avoiding pollution especially water pollution because this destroys our environment.
• In Rwanda young people have great influence on protection and preservation of the environment through maintaining the agricultural products and participating in harvesting food crops.

AS CONCLUSION:
• Ecology as the branch of Biology that studies organisms, environment and how it interacts with each other where preserving our environment means the way of taking care of our environment, youth have crucial role in preserving our environment especially through avoiding pollution especially water pollution because this destroys our environment.
• Different organizations and projects that help in preservation and conservation of environment in Rwanda are key aspects that helps in conservation and protection of environment in Rwanda.

BY DESTIN ABAYISENGA, (EASTERN PROVINCE / GATSIBO DISTRICT / MUHURA SECTOR)

Photo by Andrew Molo by Unspalsh

PREPARIAMOCI ALLA COP30

Una lettura critica dell’Enciclica “Laudato Sì”.

In vista della partenza dei nostri giovani volontari per la missione dei Barnabiti a Belem, in Brasile, e in preparazione alla COP 30, uno dei principali forum di incontro a livello internazionale per discutere di clima e cambiamento climatico, che si terrà nel 2025 proprio a Belem, come Blog dei Giovani Barnabiti abbiamo deciso di dare il nostro contributo scrivendo alcuni articoli su questo tema.
In particolare, mi occuperò di redigere una breve sintesi e analisi di uno dei testi di riferimento principali per noi cristiani riguardo l’ecologia e la questione ambientale: l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì”, pubblicata nel 2015, che affronta il tema dei rapporti dei cristiani con il creato, con un particolare focus sul dramma del cambiamento climatico e della necessità di pendersi cura dell’ambiente e delle persone che lo abitano.
Il nome “Laudato Sì” deriva dal celebre Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, datato attorno al 1224, opera di fondamentale importanza non solo per la sua valenza artistica e per il profondo contenuto religioso, ma anche perché considerato il testo poetico più antico della letteratura italiana di cui si conosca con certezza l’autore.
«(…) San Francesco d’Assisi (…) ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella con la quale condividiamo l’esistenza e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia», scrive Papa Francesco nelle righe introduttive dell’enciclica. Tuttavia, nonostante la Terra sia per tutti noi come una madre benevola e accogliente e una sorella premurosa, con la nostra noncuranza e cattiveria la stiamo rovinando, consumando, abusando dei beni che Dio ha posto in lei. La brutalità e la violenza del cuore umano trovano manifestazione nei sintomi di malattia che quotidianamente vediamo nella Terra che abitiamo.
L’obiettivo dell’enciclica di Papa Francesco, quindi, è porre l’attenzione su una tematica che, come esseri umani e come cristiani, dovrebbe essere di primaria importanza, unendoci con forza nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, che passi attraverso un nuovo modo di leggere il problema, una nuova consapevolezza diffusa nuove forme di educazione e presa di coscienza, ma anche forme di azione attiva da parte dei potenti della terra, nella ricerca non solo di nuovi soluzioni tecniche ma di una nuova solidarietà universale.
L’opera è divisa in diverse parti, in modo tale da fornire uno sguardo molteplice sulla questione: il primo capitolo offre un’analisi di “Quello che sta accadendo alla nostra casa”, descrivendo una serie di effetti, da un punto di vista scientifico seppur dal taglio estremamente divulgativo, grazie all’esposizione di risultati di studi e ricerche a testimonianza non solo dei danni materiali e ambientali che il comportamento umano sta causando alla Terra, ma anche sociali, con l’aumento di povertà e diseguaglianze a livello globale e la degradazione della qualità della vita di ampie fasce di popolazione. La seconda parte offre un’analisi dei testi biblici e religiosi, filosofici e letterari, nei quali sia affrontato il tema del rapporto con il creato. La terza parte dell’opera affronta il tema delle cause antropologiche della crisi climatica, identificando direttamente i colpevoli e le modalità di azione umana che portano al deterioramento dell’ambiente e degli ecosistemi. Nella quarta e quinta parte vengono proposte soluzioni per frenare il collasso ambientale a verso cui stiamo andando incontro, che partano da un radicale ripensamento della nostra condizione di abitanti della Terra, passando da forme di ecologia ambientale economica e sociale fino ad arrivare a quella che viene definita ecologia culturale. Viene sottolineata la necessità di portare avanti con forza il dialogo sull’ambiente nei forum e nei dibattiti internazionali, di cui la Cop 30 che si svolgerà a Belem rappresenta una delle tappe fondamentali, ma anche l’importanza di azioni locali e nazionali, ed infine riflettendo sull’importanza del dialogo fra religione e scienza. L’ultimo pensiero di Papa Francesco, infine, è rivolto all’importanza dell’educazione, spirituale e non solo, dei giovani e delle future generazioni, tesa al raggiungimento di una conversione ecologica come preludio di gioia e pace per l’umanità.

Giulia C. – Firenze – Bologna – AMS

In viaggio verso Belém do Parà

Belem non è solo la meta di questo mio viaggio, Belem, la porta dell’Amazzonia, è la città scelta per ospitare nel novembre 2025 la COP30 (conferenza delle parti organizzata dall’ONU riguardo i problemi del clima).
Che c’entro io con la COP30?
Che c’entrano i Barnabiti?
Non sono forse io un cittadino di questo mondo?
Non sono forse i Barnabiti chiamati a servire questo mondo, a riconoscerne i gemiti e i dolori, a portare speranza e giustizia?
La questione climatica non è solo ideologia o moda del momento: per un credente è prendersi cura del creato in cui Dio ci ha posti. L’ecologia riguarda il clima e l’ambiente ma prima di tutto l’uomo in sé, il modo in cui l’uomo e la donna si ri-conoscono oltre o prima di ri-conoscere l’ambiente.
A Belem i Barnabiti sono presenti da 110 anni, chi più di loro sperimenta i cambiamenti climatici e le conseguenze sulla natura e sugli uomini e le donne?
Chi più di loro può aiutarci a costruire dei percorsi di verità e giustizia?
A senso che un semplice e sconosciuto uomo vada a disturbarli dall’Italia?
Siamo cittadini di questo mondo, responsabili dei danni operati e delle soluzioni da offrire e costruire.
Lo dobbiamo prima di tutto ai giovani e bambini con cui lavoriamo, se non vogliamo essere ipocriti.
Lo dobbiamo alla Verità. Lo dobbiamo a Dio!
Forse i nostri giovani potranno intervenire direttamente alla COP30, ma non è questa la meta finale.
Belem non è solo la meta del mio viaggio, Belem è l’occasione per sollecitare noi Barnabiti a una rinnovata pastorale per una ecologia integrale.

Giannicola M. prete
29 gennaio 2024