Negli ultimi anni ci sono stati molti pareri contrastanti sul mantenere l’ora di religione nelle scuole e sul togliere elementi cattolici dalle classi come le croci.
C’è chi crede che sia meglio eliminarli per annullare le diversità culturali e religiose tra i ragazzi e chi crede che eliminandola si perderà anche la storia e la credenza.
Quello che non tutti sanno è che religione non è un’ora scolastica come le altre ma è un momento per poter comunicare ed esprimere i propri pareri non necessariamente in ambito religioso. In poche parole la religione nelle scuole è uno spazio dove gli studenti possono approfondire il rapporto fra uomo e spiritualità, uomo e Dio, e possono comprendere altre religioni del mondo, soprattutto quelle che sembrano così lontane.
Però nonostante io credo che l’ora di religione sia un momento “libero” in cui conversare apertamente ed esprimere pareri personali, penso anche che sia una scelta personale e che non tutti debbano essere obbligati a partecipare.
Infatti così scrive un mio amico, Andrea, per il quale, nel rispetto delle credenze di ognuno, sia giusto lasciare l’ora di religione come momento di riflessione e per aprirsi a Dio. Spesso però gli insegnanti spiegano solo la storia di una religione (non per forza cristiana) tralasciando l’aspetto spirituale che è più importante.
Mentre Giulia afferma che la religione dovrebbe essere insegnata nell’ora di storia, perché riguarda prettamente la storia del nostro paese e continente, ma in realtà questa cosa si fa già abbastanza, pensando ad esempio al potere politico dei papi che c’è stato nei secoli.
Aggiunge poi che per quanto riguarda l’ora di religione cattolica non dovrebbe rimanere, l’insegnamento è di “religione cattolica” non di “storia delle religioni”, se fosse così avrebbe senso di esistere, perché includerebbe tutte le religioni più professate; ma dato che la religione cattolica non è l’unica ad esistere non ha senso che ci sia solo quella.
Come scrivevo più sopra, la bontà o meno dell’insegnamento della religione cattolica sta tutto nelle scelte personali che nessuno può contestare.
Martina C. – Bologna