Non ebbe paura! il SAMZ

Antonio Maria Zaccaria, 1502-1539; 37 anni di vita intensa, coraggiosa, incosciente, testarda, amabile, preoccupata, cordiale, umile, santa.

Nel 2002 in occasione del 500 anni dalla nascita proposi come gadget una boccetta di profumo, un po’ per marketing che è necessario visto che non so fare i miracoli, per ricordare che i santi sono coloro che lasciano un profumo particolare, il profumo di Cristo, la fragranza dello Spirito santo, mi presero per matto!
Un santo lo si riconosce proprio perché ci fa intendere, percepire il profumo di Cristo perché è talmente conformato a Cristo che non può non profumare di Cristo.
SAMZ aveva la forte preoccupazione di lasciarsi talmente conformare a Cristo che avrebbe fatto di tutto per essere una cosa sola con Lui.
Non ebbe paura di affrontare la vita con le sue fatiche, rimase orfano a tre anni; non ebbe paura di preoccuparsi dei poveri già da adolescente; non ebbe paura di lasciare tutti i suoi beni per meglio seguire Gesù; non ebbe paura di cambiare vita, di lasciare il casato nobile degli Zaccaria per costruire un piccolo casato di preti, suore e coniugati o laici con i quali seguire il vangelo per annunciarlo meglio.
Non ebbe paura di continuare a riformare se stesso, insieme ai suoi compagni e compagne di viaggio per meglio riformare la Chiesa. Certo perché SAMZ non pensava solo a se stesso, avrebbe potuto farlo. Quanti cristiani si dicono tali ma non vivono da tali, pensano solo a se stessi, al proprio tornaconto umano e spirituale come se la vita e la fede si potessero comprare come si fa la spesa al supermercato. Quanti cristiani amano parlare e predicare ma non si mettono in discussione, non si lasciano rinnovare dalla parola di Dio.

AmZ non pensava solo a se stesso, alla propria salvezza! Meglio, pensava alla propria salvezza, perché è cosa buona e giusta, ma dentro una chiesa, nel popolo di Dio. Questa era la “retta intenzione”, consapevole che da soli non ci si può né salvare, né salvare l’altro: la riforma della Chiesa e dell’altro passa solo attraverso la riforma di se stesso.
L’unica paura che SAMZ aveva era quella di soccombere alla tiepidezza, alla irresoluzione, alla vanagloria, al non potersi conformare a Cristo!

Sapeva bene SAMZ che la storia del suo tempo non stava vivendo un bel periodo; sapeva che l’avvento della stampa avrebbe cambiato le sorti dell’umanità; sapeva bene che la Chiesa era per buona parte lontana dallo spirito del Vangelo: proprio per questo non avrà paura di combattere contro il mal costume.
Sapeva bene di avere delle responsabilità per la generazione che viene e per questo non smise di combattere e correre come un matto verso Dio e verso il prossimo.
Dalla consapevolezza delle sue responsabilità dobbiamo prendere anche noi esempio, forza di testimonianza per affrontare questa epoca di cambiamento che la pandemia non ancora ritiratasi dalle nostre case ha accelerato e radicalizzato.

Voi tutti siete qui (a messa) perché è domenica, perché siete stati invitati, per amore a questa nostra famiglia barnabitico-zaccariana, ma io mi auguro e lo credo fermamente che non sia solo un gesto di cortesia, bensì una opportunità di impegno per la vostra salvezza, per la nostra salvezza, per la salvezza dell’umanità.
Non è superbia pensare di poter salvare l’umanità, se lo facciamo per il puro e unico onore di Dio, ma servizio a questo mondo che ha bisogno di cura e compassione;
non è superbia perché sappiamo di non poter agire da soli, ma solo nella Chiesa – pur con i suoi limiti, peccati.

Oggi abbiamo invitato specialmente il corpo medico e paramedico, perché SAMZ era un medico, perché abbiamo bisogno di ringraziare e sostenere quanti anche qui a Firenze hanno lavorato in questa emergenza; abbiamo invitato in particolar modo due miei cari amici, Beppe ed Eleonora, medici di base a Lodi; dire Lodi potrebbe bastare!
Credo che un medico che volesse lavorare da solo, come unico salvatore del suo paziente e non pensasse di essere una parte di un tutto, non sarebbe un buon medico.
Credo che un medico che si occupasse solo del suo settore anatomico e non tenesse conto della totalità della persona, non sarebbe un buon medico.
Credo che la medicina del corpo da sola non sia sufficiente per salvare l’umanità, è necessaria anche una sana medicina dell’anima, della coscienza, dello spirito.
Essere fedeli a SAMZ chiede che ci preoccupiamo del bene dell’umanità con la stessa passione e spirito con il quale tanti nostri medici hanno operato nelle zone colpite più drammaticamente dal Covid e non solo. Questo Significa correre come matti verso Dio e verso il prossimo.

Voglio chiudere con un grazie a tanti giovani, anche nostri, che in questi mesi e in queste due sere hanno pregato con noi barnabiti e ci hanno testimoniato una passione che ci dà speranza e stimola a lavorare sempre di più per la Chiesa di Dio.
Pregate per noi barnabiti, e per il dono di sante vocazioni.

Vivere da soli? Pentecoste 2017

Puoi vivere solo con te stesso?
Se vuoi morire sì, se vuoi vivere no!

Dio, che è vita, non è rimasto con se stesso, ma si è aperto a noi in Gesù e continua a vivere con noi nello Spirito santo.

Da 50 giorni attendiamo di celebrare il dono dello Spirito santo che ci permette di comprendere e essere cristiani: «Pace a voi, ricevete il mio Spirito santo!» ha detto il Risorto ai discepoli chiusi nel cenacolo per paura.
Se il giorno di Pasqua abbiamo celebrato il valore della vita, se nell’Ascensione un Dio che si carica la nostra umanità sino al cielo; oggi celebriamo la definitiva partecipazione di Dio della nostra umanità.
Attraverso il dono dello Spirito Dio ci dice che vuole continuare a vivere con quell’uomo e quella donna che aveva creato nella notte dei tempi e che oggi è ognuno di noi redento dal sangue di Cristo. L’uomo non è chiamato a essere solo!
Oggi Dio supera le porte chiuse dei nostri cenacoli, delle nostre coscienze, delle nostre paure per offrirci la piena comunione con Lui.

Molti sono gli uomini che vivono bene e fanno del bene, anche senza conoscere Dio, penso a tanti ricercatori, fisici, scienziati… ma chi sperimenta lo Spirito santo si accorge di non poter chiedere di più per vivere bene.
Possiamo dire tante cose dello e sullo Spirito santo, non sarebbero mai sufficienti per comprenderlo, per raccontarlo, per testimoniarlo. Per capirci qualche cosa però fare riferimento oggi a un passo della lettera di san Paolo ai Corinzi: «E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito… e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito» (12,13).

Tutti abbiamo ricevuto il Battesimo, eravamo piccoli, ci è stato imposto… (quante cose nella vita ci sono imposte e non brontoliamo); ma il Battesimo, la Confermazione, lo Spirito santo, se ne stanno lì, in un cantuccio se non li vogliamo tra i piedi, perché lo Spirito santo è discreto.
Ci ricordiamo del nostro Battesimo e della nostra Cresima? Ci ricordiamo solo per una fotografia o perché continuiamo ad abbeverarci ad esso?
Vi abbeverate all’acqua potente dello Spirito santo? Vi lasciate irrigare da questa acqua? Permettete che il fuoco dello Spirito apra le porte della vita per condividere con voi l’amore del Padre e del Figlio?

Il cenacolo dei discepoli era chiuso per paura, la paura della vita, delle meraviglie di Dio: Gesù, lo Spirito santo entrano nelle nostre vite senza aprire le porte, perché sono più forti delle nostre paure e ci aprono alla vita!
E la vita non è chissà che cosa, chissà quale impresa… la vita è i piccoli passi che con verità, onestà, giustizia, sofferenza e gioia vogliamo compiere ogni giorno.

In questi 50 giorni abbiamo considerato i piccoli passi di Gesù verso gli uomini, i piccoli passi dei discepoli verso Dio, i piccoli passi della Chiesa nascente: questa è la vita nello Spirito.
Sicuramente anche voi fate dei piccoli passi nello Spirito, ma dobbiamo osare di più, dobbiamo diventare trombe, strumenti dello Spirito santo per questo mondo che è bello, quindi ha il diritto di conoscere la fonte della bellezza, della bontà, della verità.

Vieni Spirito santo, visita le nostre vite e fa di noi strumenti della tua pace non solo tra le nuvole di questo incenso o tra le note di questi canti, bensì sulle strade degli uomini dove ci vuoi condurre. «C’è più carità in una goccia di operosità che in un mare di chiacchiere!» scriveva il nostro padre Semeria e Dio non è un mare di chiacchiere, ma miliardi di gocce di Spirito santo per noi.

Santa Pentecoste.