Politica sogno o realtà

I sogni sono parte di tutti noi, che si voglia o no comprenderli.
Ho recentemente sognato una persona cara: una volta mi accompagna su un aereo, controlla che tutto sia in ordine nella cabina e poi mi lascia partire; un’altra mi lascia un paio di scarpe nuove per proseguire i miei cammini. I sogni possono far percepire il futuro o aiutare a capire la realtà.
Fermiamoci alla realtà. Come camminare nella realtà odierna?
Stiamo vivendo una realtà affaticata, sempre più difficile e complicata che richiede un maggiore sforzo di discernimento al di là delle proprie idee, appartenenze politiche. È normale che si abbiamo delle idee, delle appartenenze, ma non è consueto non avere uno spirito critico. Coltivare uno spirito critico è il primo e necessario gradino da salire se non vogliamo essere travolti dalle situazioni, se desideriamo vivere da cittadini, altrimenti si rischia il caos quotidiano.
Coltivare uno spirito critico obiettivo, capace di riconoscere il bene o il male là dove effettivamente si trova, non solo nell’amico o nel nemico!
Sì, il problema odierno è questo dividersi assolutamente tra bravi e cattivi, migliori e peggiori, ma poiché si è chiamati a vivere insieme, su una stessa terra, bisogna trovare un altro modo di vivere.
Anche in questo la faticosa ricerca del bene comune dei padri costituenti è emblematica perché altrimenti si rischia un vizio tipicamente italiano: una continua e ripetuta divisione tra guelfi e ghibellini.
È il loro esempio da tenere in considerazione specialmente in una fase sociale e politica dove pare sia necessario distruggere tutto, tutto il tessuto sociale e relazionale e politico (nel senso alto del termine) fin qui costituito. Ciò non significa il mantenimento dello status quo che sarebbe la contraddizione del crescere un sano spirito critico.
Colui che si occupa di politica a qualsiasi livello deve tener presente l’impegno a costruire superando le fasi passate, ma non distruggendole a oltranza. Questa consapevolezza è importante se consideriamo che un paese, anche l’Italia, è specialmente composto da persone che vivono una vita e una visibilità media ma non per questo insignificante.
Forse per troppo tempo si è invece indotto (quindi educato) a preoccuparsi di questioni frivole, a cercare un nemico per forza per cui oggi si sta perdendo la cura della classe normale e maggioritaria della società, ma se ne sta assumendo il controllo!
Avere cura è ben diverso dal controllare, seppure l’uomo tende al controllare, ad avere potere sul proprio simile.
Avere cura significa capire che nonostante le promesse elettorali roboanti che ogni politico “deve” fare in campagna elettorale, le fatiche della realtà quotidiana sono altre, le strade da prendere sono differenti.
L’algoritmo principale che dovrebbe avere la politica di oggi è l’arte del tessere la trama delle relazioni tra le persone di una città, della città Italia, della metropoli Europa anche di quanti non mi hanno votato. Non è facile tessere relazioni ma è letale tagliarle tout court per mantenere una sorta di purezza che non è proprio la qualità principale di ogni essere umano!
L’algoritmo altro poi dovrebbe essere il rispetto delle Istituzioni, non un rispetto deferente con derive kafkiane, ma attento e costruttivo, altrimenti si rischia lo sfascio di queste con l’indubbia conseguenza di un disamoramento, di un misconoscimento del valore della Istituzione che dovrebbe travalicare il colore politico.
Infine, la politica, per un cristiano, è fatta di valori: il Bene Comune, la Charitas, la Solidarietà, i Poveri, tutti i Poveri, la Sussidiarietà, l’Educazione, la Vita in tutte le sue dimensioni.
Probabilmente la sempre maggiore età del nostro paese, il sempre minor numero di giovani e non parliamo di bambini ci porta alla conservazione piuttosto che al rischio, al presente piuttosto che al sogno.
Non basta connettersi a per comunicare, per dire di capire e fare: occorrono motivi per scambiare idee, progetti comuni e una cultura di fondo che aiuti a riconoscere nel diverso da me un valore applicabile anche al di fuori del mio pensare abituale e chiuso. Altrimenti si rischia con il rimpiangere il passato, non saper vedere un futuro e si perdono le opportunità.
Abbiamo bisogno di riprendere il volo, di mettere ai piedi nuove scarpe non per fuggire bensì per intraprendere nuovi viaggi di impegno e di Servizio Politico. È importante studiare la Costituzione, leggere i giornali che ci piacciono e no, liberarci dagli algoritmi della rete perché la nostra mente possa viaggiare libera e fiera non di essere prima degli altri, ma prima con gli altri in Italia e in Europa.

Giannicola M. Simone
10 febbraio 2019

Favola, sogno, gioco o realtà?

Favola, sogno, gioco o realtà?
Questa la domanda del Natale 2017.

Potrebbe essere una favola tra le tante, ben confezionata; abbiamo sempre bisogno di favole che ci portino per un poco fuori dalla realtà per riprendere a vivere bene l’ogni giorno.
Potrebbe essere un sogno che il nostro inconscio produce per denunciare qualche lontano e nascosto bisogno di umanità che la vita di ogni persona porta con sé.
Potrebbe essere un gioco, a basso costo per distrarci un poco, anche se non si vince nulla.

E se invece fosse realtà?

La realtà di un uomo e una donna costretti a cercare un rifugio per ripararsi; piegati dal freddo di una grotta per partorire il proprio figlio; condannati poi a fuggire in Egitto a causa dell’egoismo dei potenti e degli uomini. Ieri come … oggi!
È la realtà di un Dio che sceglie ciò che è fragile e debole per rivelarsi.
È la realtà di un Dio che sceglie il corpo di una donna e la cura di un uomo per rivelarsi nel corpo di un bambino.
È la realtà di un Dio che sceglie un corpo come il mio, come il vostro, come quello di tanti poveri per rivelarsi.

Forse non ci pensiamo abbastanza, perché è più bello evidenziare la favola: le stelle, il freddo, i pastori, il bue e l’asinello; ma Dio sceglie un corpo: «caro cardis salutis»!
La carne è il cardine della salvezza!

Abbiamo ancora un concetto di salvezza troppo spiritualistico. Mentre Dio ha un modo di pensare «più terreno» di quanto noi vorremmo permettergli. Forse perché una carne, un corpo ci interpella troppo su quanto poco apprezziamo noi stessi e la nostra terra.
Certo noi oggi amiamo molto il nostro corpo, ma solo il nostro; il nostro pezzetto di terra, ma solo il nostro; chiusi in noi stessi, nei nostri sogni e nelle nostre favole e proprio per questo ci sentiamo più che mai dolorosamente separati da tutto ciò che è grande e definitivo, dall’esperienza salvifica?

Eppure Dio ha scelto un corpo e un pezzo di terra per rivelarsi proprio per affermare la dignità di ogni corpo, con i suoi piaceri, con i suoi dolori, con le sue angosce e le sue speranze.
Eppure Dio ha scelto un pezzo di terra per rivelarsi, con la sua bellezza, con i suoi drammi, con i suoi deserti e relativi muri, con le sue discariche e i suoi giardini proprio per affermare il valore della terra intera, per dire che è proprietà Sua quindi di tutti e non di questo o di quel potente.

Per me il Natale è realtà che chiede a tutti noi credenti di portarla a quanti soffrono nel corpo e nello spirito, vicini e lontani.
Per me il Natale è realtà perché – diceva papa Francesco alla Curia – «ricorda che una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi; una fede che non ci fa crescere è una fede che deve crescere; una fede che non ci interroga è una fede sulla quale dobbiamo interrogarci». Anche perché «una fede soltanto intellettuale o tiepida è solo una proposta di fede», che si può realizzare pienamente solo «quando si permette a Dio di nascere e rinascere nella mangiatoia del cuore».

Per me il Natale è realtà perché Dio ha scelto di incarnarsi in un corpo e in un pezzo di terra 2000 anni fa e oggi sceglie la mangiatoia del cuore di ognuno di noi riscaldandola col soffio del suo Spirito perché ognuno di noi possa scaldare il cuore di ogni uomo e donna che Dio ama.
Per me il Natale è realtà perché Dio condivide la sua carne divina con la nostra carne umana affinché condividiamo la nostra carne divinizzata con tutta la terra e tutti gli uomini che Dio ama.

Santo Natale a tutti voi!
pJgiannic