Bellezza tra arte e scienza

 

Vi sarà certamente capitato di ragionare sul concetto di bellezza e vi sarete sicuramente accorti di quanto sia complicato dare una definizione soddisfacente del termine. Forse perché, come spiegava Kant nella “critica del giudizio”, essa è indefinibile in termini logici, scientifici o matematici. “Il senso della bellezza”, documentario del 2017 accetta questa inconoscibilità insita nel concetto stesso di bellezza ma indaga sul rapporto tra arte e scienza (in particolare la fisica) e su come esse possiedano come fattore comune proprio la bellezza. Come può qualcosa di così emotivo e sensitivo avere a che fare con complesse formule matematiche o acceleratori di particelle giganteschi?

Oggi la scienza viene definita, non a torto, la religione del nostro tempo: una mano immateriale che neanche gli scienziati sanno dove ci condurrà. I fisici, per la prima volta nella storia, non hanno una strada maestra da seguire e con le loro ricerche indagano l’ignoto, ciò che non è conosciuto dall’uomo. Nessuno sa cosa verrà scoperto con i nuovi esperimenti in corso al Cern di Ginevra, ma attraverso l’LHC (Large Hadron Coolider, il più grande acceleratore di particelle del pianeta) si cerca di scoprire il senso dell’universo e quindi, in un certo senso, il fondamento della bellezza. Sì, perché il concetto di bellezza è strettamente legato al mondo fisico. La natura ricerca nelle sue forme armonia, corrette proporzioni, simmetria e semplicità che sono le caratteristiche che rendono un oggetto o un ente differente dagli altri. Sempre, però, con un miscuglio tra ordine e caos perché un universo totalmente simmetrico e perfetto sarebbe paralizzante.

Questa idea è stata perfettamente compresa non solo dagli artisti ma anche dagli uomini del passato. Un’antica leggenda racconta come i tessitori di tappeti persiani lasciassero appositamente una piccola imperfezione nelle loro opere perché temevano che nelle geometrie troppo perfette dei loro tappeti la loro anima si intrappolasse e vi rimanesse incastrata per l’eternità.

Ma la bellezza, continua il documentario, è nello sguardo dell’osservatore perché risiede nella nostra mente: ovunque potremmo vedere bellezza se solo fossimo predisposti a concepirla. Tuttavia i segreti della natura potremo comprenderli solamente quando avremo risolto ogni dubbio della fisica quantistica, perché è in essa che viene gelosamente custodita la sua essenza.

Purtroppo il mondo quantistico non è percepibile dai sensi umani, ma al contrario ricade spesso in paradossi assolutamente insormontabili se continuassimo ad affrontarli con le leggi della fisica classica. A Ginevra è stata costruita quella che è probabilmente la più affascinante macchina inventata dall’uomo: l’LHC, un enorme occhio capace di fotografare la materia, permettendoci di osservarla come mai prima d’ora. È grazie ad essa che sono state fatte incredibili e rivoluzionarie scoperte come la supersimmetria, il bosone di Higgs o sono state scattate le prime immagini degli scontri tra particelle.

Dopo aver cercato di descrivere come siano correlate fisica e bellezza cercherò di sintetizzare quale siano invece i punti di contatto tra arte e scienza studiati dal documentario e come essi abbiano concetti di bellezza molto simili tra loro. Innanzitutto c’è una poetica inutilità nelle ricerche fisiche che vengono svolte a Ginevra: esse non servono a nulla se non a cercare risposte. Ciò che accomuna gli scienziati e gli artisti è la passione verso la conoscenza, entrambi provano a comprendere il ruolo dell’uomo nell’universo e il senso delle cose. Il fisico crede che la natura comunichi con un suo linguaggio specifico che è quello matematico e attraverso gli esperimenti cerca di esprimere la propria creatività come un artista con una tela. Non solo, entrambi sono fortemente ispirati dal mondo naturale e così come esso fa un uso incredibile dell’immaginazione e della fantasia anche loro vi fanno spesso ricorso. Infatti, come un uomo che osserva un panorama non può sapere cosa vi sia oltre l’orizzonte ma può solo immaginarlo, noi non possiamo vedere le cose come sono ma solo come appaiono. Dietro ad un’incredibile complessità della natura vi si nasconde un’estrema semplicità ed è questa la sua bellezza. Perciò più le leggi fisiche possiedono un’estetica semplicità più esse sono esatte, in quanto scoprono l’essenza delle cose. Se consideriamo che l’universo non ha alcuna conoscenza del costrutto umano, è assolutamente affascinante come i Greci che costruirono il tempio di Agrigento, pur non sapendo nulla di fisica quantistica, utilizzarono le medesime proporzioni che 2500 anni dopo sono state ritrovate nelle particelle sub-atomiche dai fisici di oggi.

Ma gli studi al Cern, come nel resto del mondo, non sono ancora finiti. Resta da scoprire circa il 95/96% del nostro universo ancora totalmente ignoto all’essere umano. In questo senso gli esperimenti compiuti a Ginevra, con lo scopo di simulare nella maniera più vicina alla realtà possibile il Big Bang, stanno provando a scoprire i misteri del mondo fisico a partire dalla sua nascita. Nessuno sa quali nuove leggi riusciranno a descriverli. Quel che è certo è che saranno bellissime.

Luigi Cirillo– Roma

Le sporche lezioni di fisica

Mi è capitato recentemente di discutere riguardo ad alcune notizie legate ai comportamenti più o meno scorretti in ambito clericale. In questi anni la stampa ha portato alla luce diverse vicende sul comportamento di alcuni servi di Dio. Si passa dai peccati più materiali come lo scandalo riguardante il cardinal Bertone a faccende decisamente più serie come i fatti legati alla pedofilia.

Ciò che più sorprende è proprio la contrapposizione tra il messaggio puro che questi uomini dovrebbero trasmettere e il degrado delle loro azioni.

Tuttavia si tende poi a unificare il messaggio con il messaggero, dimenticandoci che siamo tutti peccatori, anche chi, in linea teorica, dovrebbe esserlo “di meno”.

La stessa situazione in realtà la ritroviamo nell’ambito della ricerca scientifica.

I personaggi che hanno creato la relatività e la meccanica quantistica, sono considerati universalmente dei geni o comunque il meglio a cui un essere umano possa aspirare. Eppure ci si dimentica, volutamente o meno, che anche loro erano dei peccatori.

Si prenda Einstein, scienziato e filosofo, ormai elevato a semidio dalle masse. Ebbene ciò che spesso non viene raccontato nei documentari è il suo rapporto con la moglie, di cui il risultato furono delle regole di comportamento che la consorte era obbligata a rispettare, che vanno da “smetterai di parlare quando ne farò richiesta” a “ti assicurerai che riceverò tre pasti al giorno”.

Il grande scienziato Paul Ehrenfest quando comprese che la scienza stava avanzando troppo velocemente perché lui potesse tenerne il passo, mise fine non solo alla sua vita ma anche a quella di suo figlio, affetto dalla sindrome di Down.

Erwin Schroedinger aveva inclinazioni che oggi definiremmo pedofile, infatti amava intrattenersi con ragazzine in età puberale. La sua famosa equazione venne concepita durante un soggiorno di due settimane con l’amante sulla Alpi Svizzere, mentre la moglie era ad attenderlo a Zurigo.

Richard Feynman era un abile adescatore di donne, che nei suoi scritti erano paragonate a un oggetto sessuale o poco più.

Werner Karl Heisenberg, autore del famosissimo principio di indeterminazione, premio Nobel nel 1932, viene ricordato per il suo appoggio al regime nazista Tedesco. Egli cercò in tutti i modi di costruire l’atomica per il regime ma non ci riuscì. In seguito, finita la guerra, dichiarò che in realtà egli si oppose alla costruzione dell’atomica ma i documenti storici suggeriscono il contrario.

Arrivando ai giorni nostri è interessante la storia di Paul Frampton, fisico delle particelle arrestato per spaccio internazionale di cocaina. Adescato da una modella su un sito di appuntamenti on-line, con l’inganno si è ritrovato a portare una valigia in aeroporto con due chili di cocaina all’interno.

Tutto ciò per insegnare che bisogna distinguere il messaggio dal messaggero. La fisica, come la religione, in sé è pura. Ma questo messaggio è trasmesso dalle persone, che in fondo subiscono le tentazioni che noi tutti subiamo.

Roberto Nava