Gesù non era sicuramente un uomo da pantofole!
Non puoi andare a Gerusalemme in pantofole, non puoi percorrere la via della Croce in pantofole. Forse puoi andare a piedi scalzi, ma in pantofole no!
A piedi scalzi certamente camminava Gesù, era un re con i piedi scalzi, forse per questo le folle mettono dei mantelli sulla sua strada, perché la gente semplice spesso sa cosa deve veramente fare.
A piedi scalzi, per questo Maria, la sua amica Maria cosparse di olio di Nardo i piedi di Gesù, piedi stanchi ma non abbastanza; un gesto che poi Gesù proporrà ai discepoli lavando loro i piedi nell’Ultima Cena.
Prima di andare a Gerusalemme Gesù si era fermato dai suoi amici Maria, Marta e Lazzaro per rinfrancarsi, per condividere i progetti e il cammino. Il valore dell’amicizia.
Gesù va a Gerusalemme con una regalità paradossale, è un re sul dorso di un asino, un re verso il quale religione e politica si oppongono, un re che non mischia Cesare e Dio.
È un re che fa semplicemente la volontà di Dio, che gode della fiducia di Dio perché vive della fiducia. E qui dovremmo domandarci se abbiamo e se offriamo fiducia, in chi riponiamo la nostra fiducia.
Quella di Gesù non è una fiducia passiva, ma attiva, che si sa incontrare i più poveri, dimenticati, oppressi e anche se tacessero i discepoli di fronte a ciò, griderebbero le pietre alle folle che cercano risposte; griderebbero le donne sulla strada della Croce, i due ladroni, le donne con Giuseppe d’Arimatea, quelle donne davanti al sepolcro vuoto.
Anche non vogliamo celebrare questa Santa Settimana da protagonisti: troviamo ogni giorno 10 minuti per rileggere e ascoltare la parola di Dio, per ascoltare la storia intorno a noi, non solo quando dice quello che vogliamo.
Anche noi vogliamo compiere piccoli gesti di pace con i quali lavare i piedi scalzi della nsotra umanità, perché solo così si costruisce la Pace.
«Il peccato del mondo – diceva tempo fa il Card. Martini – non deve essere minimizzato, né ridotto a debolezze personali. Il peccato del mondo è un appello a decidere. Chi si spinge in questa lotta al punto di accettare, come Gesù, svantaggi, ingiurie e sofferenza? Il mondo reclama a gran voce giovani coraggiosi… Io mi aspetto il rinnovamento soprattutto dai giovani… A volte i loro gesti di pace sono solo brace su cui dobbiamo soffiare per accendere il fuoco… Consegniamo ai nostri figli un mondo che non sia rovinato. Facciamo sì che siano radicati nella tradizione, soprattutto nella Bibbia. Leggiamo con loro. Abbiamo profonda fiducia in loro. Non dimentichiamo di dare loro anche dei limiti. Impareranno a sopportare difficoltà e ingiurie se per loro la giustizia conta di più di ogni altra cosa.» (Conversazioni notturne a Gerusalemme). Questo significa camminare con i piedi scalzi di Gesù.