All’indomani della crisi missilistica di Cuba in cui una guerra nucleare fu “realmente reale”, papa Giovanni XXIII (che molti di voi giovani forse non ricordano) scrisse a tutti gli uomini di buona volontà l’enciclica Pacem in terris per invitare alla pace, al dialogo, alla costruzione di un rinnovato mondo di nuove relazioni umane. Tutti considerarono quel documento una opportunità di speranza di pace, tanto che è conservato negli archivi delle Nazioni Unite a New York.
Dire che le sue parole abbiamo avuto effetto sarebbe esagerato e anacronistico considerate le tante guerre intercorse fino a oggi in Europa e specialmente nel mondo, tanto da far dire oggi a papa Francesco che siamo di fronte a “una terza guerra mondiale a pezzi”.
Ma anche dire che quelle parole non siano state ascoltate sarebbe fuori luogo perché comunque una maturazione verso la pace, soluzioni positive e costruttive di conflitti sono accadute.
Oggi, 2018, all’indomani dell’ennesimo attacco di guerra in Siria, o comunque nell’area più calda del mondo, papa Francesco ci chiede di crescere nella santità quotidiana per far crescere il bene con una nuova enciclica, Gaudete et exsultate. «Si tratta di essere artigiani della pace, perché costruire la pace è un’arte che richiede serenità, creatività, sensibilità e destrezza. Seminare pace intorno a noi, questo è santità» (87).
Poiché non c’è una guerra giusta e una guerra cattiva, dobbiamo cominciare la “guerra della santità quotidiana”, della continua riforma di noi stessi direbbe il nostro Antonio Maria per il bene nostro e dei fratelli.
Senza ingenuità, senza falsi irenismi, abbattere le violenze quotidiane è il primo passo per una nuova mentalità di pace, per una pace più grande.
Una preghiera giuntami dalla Siria in questa terza domenica di Pasqua dice: «Corriamo dunque e preghiamo Dio perché copra con la sua ombra di bene ogni intenzione di guerra e di vendetta che si aggira per il mondo».
Quell’ombra di bene siamo ognuno di noi, cari giovani, con la nostra preghiera quotidiana, con il nostro impegno per il bene, con il nostro trovare il tempo per ragionare, per aprire la mente, magari tralasciando qualche serata al bar.
Cari amici di SAMZ, siamo in un momento delicato e bello del nostro crescere come gruppo, come presenza nel mondo. Il prossimo Sinodo dei vescovi che riguarda proprio voi, è un incentivo a darci una marcia in più, a fare una scelta maggiore di vita santa.
Continuiamo o riprendiamo a correre come matti verso Dio e verso il prossimo, forse ci saranno delle fatiche, degli ostacoli, delle incomprensioni? Le battaglie fanno parte della vita, ma la vita è nostra nonostante tutto. Come quei bimbi che continuano a frequentare la scuola tra le macerie di Damasco, Aleppo o … riprendiamo in mano il nostro desiderio di crescere, ma insieme. Per noi, per la Chiesa, per gli uomini di buona volontà.
pJgiannic