Donne

Violenza contro le donne è il filo conduttore di questa domenica, con piacere pubblichiamo una riflessione di una giovane donna quale nostro piccolo contributo alla causa.

Nelle ultime settimane oggetto di discussioni più o meno animate è stata la vicenda della giovane Desiree, sedicenne di Cisterna Latina morta, secondo quanto emerso fino a ora dalle indagini, in seguito a uno stupro. A fare particolare scalpore è stato il fatto che il crimine sia stato commesso in uno stabile occupato, noto per essere un centro di spaccio.

Ora, tralasciando le “specifiche del caso”, la situazione ci permette di riflettere su un tema troppo spesso sottovalutato. Da sempre “la città” è divisa in un centro elegante, perbene e in sobborghi malfamati. Negli ultimi anni, però, la situazione è andata peggiorando sempre più, fino a diventare impossibile da ignorare. La totale indifferenza delle istituzioni ha lasciato troppo spazio alla criminalità per agire, radicarsi in questi territori ed espandersi poi a macchia d’olio anche in quel centro considerato sicuro, così che l’intera città è diventata un enorme macchia scura, un buco nero che risucchia ogni speranza e possibilità. Sgombrare uno stabile non basta, se poi la cittadinanza non se ne riappropria davvero. Se lo Stato non trova una destinazione a questi edifici, saranno sempre delle fabbriche di illegalità.

Ma è davvero possibile che non si riesca a trovare loro una destinazione? Possibile che questi quartieri non abbiano bisogno di una biblioteca, di un cinema, di una sala con un biliardino? Possibile che nessuno ci abbia pensato? O è forse molto più semplice ignorare il problema e dare la colpa al capro espiatorio di turno quando qualcosa di tragico accade? Sicuramente non potremmo mai saperlo con certezza, ma se quello stabile fosse stato una ludoteca, probabilmente Desiree sarebbe ancora viva.

Carmen Guida, S. Felice a Cancello

VIDEO: Saluti a Enjuz 2018

Desde a última reunião do SAMZfollower de Florença 2018 uma saudação à Juventude Zaccariana se reuniu em Belém para Enjuz2018

“Eu quero ser, sempre e em tudo, autêntico, simples e aberto. Dessa forma terei meu coração preparado para Deus. Que Deus, por sua graça, se digne permanecer em mim e fazer em mim o seu templo. Amém”

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VIDEO: Messaggio a Enjuz 2018

Video Enjuz
Queridos amigos Enjuz bom trabalho
mensagem para Enjuz 2018

CLICK ⇒QUI ⇐PER IL VIDEO!

Caros amigos, “ciao” / oi!
Não, em português não se diz “ciao” mas bom dia!
Desculpe.
Neste ano não estou com vocês fisicamente, mas com os
pensamentos e com o coração os acompanho e rezo por vocês.
Este ano vocês escolheram uma bela frase para refletir sobre o
conhecimento de Deus, sobre ser seguidores de SAMZ,
SAMZfollowers.
“O amor nasce do conhecimento”.
O amor vem do conhecimento, se traduz em italiano:
conhecimento de quê? Como conhecer?
No Sermão II de SAMZ lemos: “Deus começa do alto e, depois,
desce; já o homem, querendo subir, começa de baixo pra cima;
isto é, o homem deixa o que é só exterior e entra no seu íntimo e,
daí vai até o conhecimento de Deus.”
Deus, o amor, é um dom/presente oferecido a todo aquele que crê,
mas este dom/presente precisa ser conhecido.
Um exemplo: cada um de nós é um presente, mas, se não for
conhecido, permanece desconhecido por si mesmo.
Qualquer um que conhecer o Amor poderá apresentar o outro a
Deus.

Portanto, o conhecimento é uma ferramenta importante para
conhecer o amor, conhecer a Deus.
Não vou falar sobre os vários modos de conhecer (não temos
tempo e não é possível com um vídeo), direi apenas um
pensamento, um sonho que está no meu coração e que é
conhecido por vocês.
Um seguidor de SAMZ deve tomar o conhecimento como
ferramenta principal para dar testemunho do Amor, Deus; um
seguidor de SAMZ deve rezar, deve fazer caridade… mas deve
rezar e amar com conhecimento, com inteligência.
Estamos vivendo um momento de grande ignorância também no
Brasil por causa da primeira emoção, o problema superficial, no
qual é difícil se aprofundar. Ir a fundo incomoda, requer esforço;
intelligere (em latim) significa ir a raiz da coisa.
Somente quando é feito em profundidade, no interior, se pode
entender as coisa e escolher.
Vocês estão aqui para aprender mais sobre intelligere, é isto que
SAMZ pede a nós, juventude zaccariana, sempre: não tenham
medo de ir a fundo, ao seu interior.
No vosso interior, na vossa consciência. Lá você encontrará Deus.
Intimior intimo meo dizia Santo Agostinho; na consciência, escreve
Gaudium et Spes, Deus e o homem conversam como amigos!
O exterior nem sempre é ruim ou sem utilidade, mas não é o
essencial, por isso não tenha medo de adentrar e depois chegar ao
conhecimento do Amor, Deus.

Antes de cumprimentá-los e me despedir um conselho e um
pedido: como entrar no interior? Lendo muito e escrevendo.
Aprenda a escrever o que você experimenta e sonha: é um dever
moral para todos jovem zaccariano.
Tchau e obrigado, Deus os abençoe.

Perché ancora non lascio la Chiesa

La domanda che mi hai posto è un po’ difficile e non credo di avere una risposta, perché è la stessa domanda che mi pongo anche io da 2 anni a questa parte: «Perché se critico così tanto la Chiesa non mi stacco?». Forse perché credo che la Chiesa come istituzione e la Chiesa che vivo io nella mia quotidianità siano in qualche modo diverse. Ho avuto la fortuna o possibilità di crescere in un oratorio e conoscere tanti padri con i quali si riesce a parlare, a confrontarsi, ad arricchirsi, in cui ognuno riesce ad esprimere il suo punto di vista senza sentirsi giudicato o attaccato. Forse questo è dovuto anche all’amicizia che si crea tra animatore e sacerdote per cui è più facile dialogare. In oratorio inoltre ho sempre avuto modo di confrontarmi con miei coetanei che bene o male affrontano i miei stessi dubbi, i miei stessi problemi: sentirsi in qualche modo supportato è sempre di aiuto. Ovviamente poi ci sono anche i preti barnabiti con cui non c’è proprio modo di dialogare né di far capire il proprio punto di vista perché sono completamente disinteressati nel cercare di comprendere il mondo dei giovani. È qui che mi altero e mi sento lontana dal mondo della Chiesa, una Chiesa che mi sembra sempre predicare bene ma razzolare male! Una Chiesa che troppo spesso esprime giudizi cattivi, che crea muri al posto di ponti, una chiesa che chiude porte quando sul Vangelo c’è scritto che tutti possono avvicinarsi a Gesù. Ovviamente questo mio discorso non è riferito a Papa Francesco, che ha fatto tanti passi avanti, ma ai tanti discorsi di sacerdoti che a volte mi capita di incontrare in autobus o delle suore oppure gli articoli che si leggono sul giornale o sui social. Ultimamente mi è capitato di leggere un articolo in cui un ragazzo sosteneva di essere guarito dall’omosessualità grazie a Dio, come se quest’ultima fosse una malattia. Sono queste le cose che mi lasciano senza parole. Un altro motivo per cui continuo a stare nella Chiesa forse è perché ho sempre distinto fede e Chiesa. Un conto è la mia fede, leggere la Bibbia, credere nella parola di Dio; un conto è la Chiesa che secondo me quello che fa è interpretare la Bibbia e darne una sua visione che può essere condivisibile o meno. Ma sicuramente il motivo che mi fa rimanere vicina all’oratorio di Roma è che quel posto mi ha dato tanto, tante esperienze che mi porto ancora dentro, tanti insegnamenti e mi ha sempre fatto vedere il mondo anche da altre prospettive meno egocentriche e materiali. LA cosa bella è che sto cercando di trasmettere tutto ai bambini che accompagno ai sacramenti: andare oltre a questo mondo troppo attaccato alle cose materiali e di ritrovare la bellezza nei piccoli gesti che uno può fare ogni giorno. Più o meno è questo quello che penso, che vivo, che amo e qualche volta dispero della Chiesa. Martina Chiesa, Roma