La domanda che mi hai posto è un po’ difficile e non credo di avere una risposta, perché è la stessa domanda che mi pongo anche io da 2 anni a questa parte: «Perché se critico così tanto la Chiesa non mi stacco?». Forse perché credo che la Chiesa come istituzione e la Chiesa che vivo io nella mia quotidianità siano in qualche modo diverse. Ho avuto la fortuna o possibilità di crescere in un oratorio e conoscere tanti padri con i quali si riesce a parlare, a confrontarsi, ad arricchirsi, in cui ognuno riesce ad esprimere il suo punto di vista senza sentirsi giudicato o attaccato. Forse questo è dovuto anche all’amicizia che si crea tra animatore e sacerdote per cui è più facile dialogare. In oratorio inoltre ho sempre avuto modo di confrontarmi con miei coetanei che bene o male affrontano i miei stessi dubbi, i miei stessi problemi: sentirsi in qualche modo supportato è sempre di aiuto. Ovviamente poi ci sono anche i preti barnabiti con cui non c’è proprio modo di dialogare né di far capire il proprio punto di vista perché sono completamente disinteressati nel cercare di comprendere il mondo dei giovani. È qui che mi altero e mi sento lontana dal mondo della Chiesa, una Chiesa che mi sembra sempre predicare bene ma razzolare male! Una Chiesa che troppo spesso esprime giudizi cattivi, che crea muri al posto di ponti, una chiesa che chiude porte quando sul Vangelo c’è scritto che tutti possono avvicinarsi a Gesù. Ovviamente questo mio discorso non è riferito a Papa Francesco, che ha fatto tanti passi avanti, ma ai tanti discorsi di sacerdoti che a volte mi capita di incontrare in autobus o delle suore oppure gli articoli che si leggono sul giornale o sui social. Ultimamente mi è capitato di leggere un articolo in cui un ragazzo sosteneva di essere guarito dall’omosessualità grazie a Dio, come se quest’ultima fosse una malattia. Sono queste le cose che mi lasciano senza parole. Un altro motivo per cui continuo a stare nella Chiesa forse è perché ho sempre distinto fede e Chiesa. Un conto è la mia fede, leggere la Bibbia, credere nella parola di Dio; un conto è la Chiesa che secondo me quello che fa è interpretare la Bibbia e darne una sua visione che può essere condivisibile o meno. Ma sicuramente il motivo che mi fa rimanere vicina all’oratorio di Roma è che quel posto mi ha dato tanto, tante esperienze che mi porto ancora dentro, tanti insegnamenti e mi ha sempre fatto vedere il mondo anche da altre prospettive meno egocentriche e materiali. LA cosa bella è che sto cercando di trasmettere tutto ai bambini che accompagno ai sacramenti: andare oltre a questo mondo troppo attaccato alle cose materiali e di ritrovare la bellezza nei piccoli gesti che uno può fare ogni giorno. Più o meno è questo quello che penso, che vivo, che amo e qualche volta dispero della Chiesa. Martina Chiesa, Roma