Our youngest entertainers in Milot

Selina Koka is surely among our youngest entertainers in Milot. Born in Milot in 2001, she joined for the first time Kampi Veror in 2007, while she was only 6! After many years spent in our summer camps as a child, she decided to become a member of our crew of volunteers last year and is now at her second experience as a Kampi Veror’s entertainer.
Selina is currently attending her last year of Gymnasium. Interested in both Architecture and Design, she is going to apply to university next year, maybe even in Italy…

Selina, you took part in Kampi Veror at the very beginning of Barnabites Fathers’ activities in Albania, when you were still a kid. Yet, 10 years later, you are an entertainer of our team. How do you feel about this passage?

I am more than happy I have been part of Kampi Veror as a child, as well as an entertainer of your team now. Every year spent at Kampi Veror made me understand more and more of what I have inside myself. At the very beginning, my only intention was to have fun, but while I was growing up, I started to understand that it wasn’t only that. It was more. And now as an entertainer, I know that having fun it’s not as important as finding who you really are.

In the meanwhile, your country has undergone many changes, as well. What’s your point of view about Albania’s future?

As anyone knows, Albania is a small country that doesn’t count a lot of opportunities. Also, life here isn’t in its best. The history of Albania takes a place on what Albania is nowadays. In my opinion, the leaders of our country should work more on giving the youth of our country opportunities in terms of job, good education, proper salary etc. These are things that don’t actually exist here and they need more attention to make Albania a better place, because the youth is the power.

Let’s get back to our former topic. Why entertaining children and kids should be relevant for the Catholic mission, in your opinion?

Well, kids are the future of every country. So focusing on growing them up must be a really sensitive topic. That’s because children learn from the adults, so eventually we are the ones that should teach them good value and hard work, to achieve what they want in life.

What is your kindest memory of these years of Kampi Veror?

I can’t say I have just one kind memory. They are uncountable, but one thing I’ve achieved every year is friendship, with kids, also with the volunteers from my country and Italy. Every year, I get more and more love from all these people and that’s what makes my heart happy. Over all, I don’t think there is any other kind memory more precious than this.

By Andrea Bianchini

vivere il tempo ricevuto 2

Martedì 12 febbraio, nell’Aula Magna del nostro Istituto Alberghiero a Vieste, abbiamo incontrato padre Giannicola Simone con Sofia Rossi e Andrea Bianchini, due giovanissimi associati del gruppo GiovaniBarnabiti sul tema del volontariato.

L’incontro ha avuto inizio con un’affermazione forte e chiara “non è l’essere credenti che porta a fare volontariato”, infatti la maggior parte dei volontari comincia grazie alla sola curiosità. A questa affermazione ne è seguita un’altra altrettanto forte e cioè “fare volontariato significa mettersi a disposizione di chi ha bisogno di aiuto con gratuità”. Sofia poi ha parlato del Dynamo Camp a cui partecipa da qualche anno, definendolo “luogo magico”, infatti la sua caratteristica principale è quella di essere un campo di terapia ricreativa strutturato per assistere gratuitamente ragazzi malati e disabili. Il campo offre molteplici attività finalizzate allo svago di coloro che lo frequentano, come il teatro, laboratori creativi, scuola di circo, sport e giochi. Andrea ha preferito raccontarci delle sue estati albanesi con bambini e ragazzi “avidi” di gioco e compagnia.

Uno degli argomenti centrali dell’incontro, e non poteva essere diversamente, è stato quello dei rifugiati. Chi sono i rifugiati? Generalmente i rifugiati detti anche profughi sono tutti coloro i quali fuggono dal proprio Paese di origine per motivi politici o per la povertà, che trovano ospitalità in un paese straniero per condurre una vita migliore ed essere felici come tutti hanno diritto a essere. Senza rimanere ingarbugliati nelle polemiche che caratterizzano spesso la discussione riguardo a questo argomento, gli intervenuti hanno messo in evidenza la centralità delle personee l’importanza di venire incontro alle loro necessità.

Il volontariato in tutte le sue forme è indiscutibilmente utile in un duplice modo, utile per chi riceve aiuto, e utile per chi lo dà. Infatti se è evidente l’importanza che può avere per chiunque ricevere un supporto in caso di bisogno, sono altrettanto importanti, anche se meno visibili, le conseguenze positive che si ricevono nel dare aiuto.

Alessandra de Feo
Classe II A – IPSSAR “E. Mattei”

 

La Redazione ringrazia gli alunni per la buona partecipazione all’incontro, le loro riflessioni e specialmente per l’ottimo pranzo che ci hanno preparato!

vivere il tempo ricevuto 1

Lunedì 11 febbraio nell’aula magna del liceo E. Mattei di Vieste abbiamo incontrato gli studenti della scuola per parlare del nostro volontariato.
Insieme a Sofia e Andrea di Milano, Onofrio, Carlo, Francesco e Giuseppe di S. Felice (anche se ha parlato solo Francesco!) abbiamo cercato di raccontare il nostro modo di vivere il tempo libero non solo per noi stessi ma anche per gli altri. I campi con i bambini di Milot in Albania, con i bambini malati al Dynamo Camp di Pistoia; l’impegno per il territorio provato da illegalità, inquinamento e indifferenza della gente a S. Felice a Cancello (CE).
Anche se ciò che fai ti appassiona, non è facile parlarne davanti a 300 studenti, non è facile intrattenerli un’ora e mezza.
Il fatto che Andrea (3 liceo) abbia fatto delle domande, ci dice dopo, significa che l’incontro è stato interessante, che ha lasciato insegnamenti utili. L’importanza di dedicare del tempo con gratuità ai diversi tipi di bisogno nel territorio; la bellezza di scocciare le persone che non vogliono preoccuparsi di nulla; la preoccupazione di ascoltare le esigenze di persone e realtà che spesso nessuno ascolta. Poca teoria e molta concretezza, evidenzia Andrea, che piace!
Non sono mancate le lacune, specialmente il fatto che gli organizzatori dell’incontro, denunciano i giovani viestani di essere inetti, incapaci di riconoscere le esigenze dei ragazzi.
«Non si può pretendere – continua Andrea – che tutti i giovani vadano in Chiesa e quindi rispondano alle sue proposte; il mondo, anche quello di Vieste, è più grande della Chiesa. A noi piace organizzare momenti di sport o feste per raccogliere altri giovani, per creare incontro. Forse non è un vero e proprio volontariato, ma è del tempo che con passione io e miei amici spendiamo per togliere dall’indifferenza, dal non sapere cosa fare il sabato sera. Non mancano però attività sporadiche nelle mense pubbliche per i più bisognosi.»
Sicuramente il volontariato è un bel tempo da vivere per crescere come persona. Non si sa se lo si fa per Gesù, perché il rapporto con la Fede è ancora abbastanza contorto evidenziano più volte Sofia e Andrea: lo si fa perché fa crescere.
Il tempo scorre velocemente, qualche volta si perde la tensione, ma la sinergia tra di noi ci permette di recuperare subito il discorso e portarlo a termine con una certa abilità!
L’unico problema? Oltre l’audio aggiustato dal nostro Giuseppe, far parlare “timidi” liceali, ma qualcuno rompe il ghiaccio e le cose scivolano via con destrezza. Anche questo è … volontariato!

Grazie a GiovaniBarnabiti, grazie giovani di Vieste.

14 estate a Milot

14 estate a Milot

Nei mesi da marzo a giugno 1999, cruciali per gli abitanti del Kosovo che varcavano i confini dell’Albania cercando rifugio e protezione, la Caritas Bergamasca aveva attivato un’iniziativa umanitaria di aiuto alla popolazione albanese che soccorreva i kosovari. Ogni settimana partiva dal porto di Bari un gruppo di volontari bergamaschi e non che si alternavano nell’opera di affiancamento e aiuto materiale alle due popolazioni in emergenza. Anch’io ho fatto parte dell’ultimo gruppo, partito alla fine di giugno, con destinazione Arrameras, tra le colline a nord di Tirana. È stata la prima, forte, significativa esperienza in un Paese straniero, che non dimenticherò mai! Una sera ci siamo recati a Milot per incontrare altri bergamaschi impegnati nelle operazioni di soccorso. Ricordo ancora le flebili luci che illuminavano il percorso, le strade sconnesse e la gioia di condividere le emozioni con gli altri volontari, l’ammirazione verso i Padri e le Suore che con la loro presenza dimostravano la capacità di donare sollievo a tutti.

Agosto 2002. Trascorsi tre anni, la Comunità Ruah di Bergamo, che aveva scelto Milot come luogo dove poter dare un contributo e un sostegno alla Comunità parrocchiale dei Padri Barnabiti e delle Suore Angeliche, aveva organizzato un campo di lavoro. All’incirca 20 persone, tra giovani e meno giovani, suddivisi in tre gruppi, hanno dato il via a qualche “opera muraria” e, affiancati da giovani albanesi, organizzato attività di animazione per i bambini e i preadolescenti del luogo. Quell’anno il mio operato si è tradotto in mansioni quotidiane soprattutto in casa. Sono stata spettatrice attenta nel cercare di conoscere una realtà nuova e, a tratti, problematica, tuttavia caratterizzata da persone fortemente determinate a migliorarla.

2003-2004-2005-2006-2008-2010-2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018. Qualcuno potrebbe a ragione obiettare: “Quanti anni, sempre a Milot! Perché?”. Sì, tanti scorci d’estate vissuti a Milot, ciascuno con il suo prezioso carico di ricordi, attività, difficoltà, gioie, preghiere e legami d’amicizia.

Nonostante la mia non più giovane età, ancora mi sento coinvolta in un’esperienza che ritengo importante, vissuta anche con altre persone adulte. Soprattutto negli ultimi anni ho avvicinato i bambini più piccoli e ho cercato di allietarli mettendo loro a disposizione colori, carta, colla e disegni creativi, ricevendo in cambio un largo sorriso.

Certamente forze giovani potranno sempre più rendere accogliente e stimolante l’atmosfera del kampi veror che, anno dopo anno, ho visto perfezionarsi sia nell’organizzazione sia nell’apporto di iniziative di gioco innovative.

Altrettanto indispensabile ritengo sia l’apporto dei giovani albanesi, non solo perché aiutano noi italiani a comunicare, ma soprattutto perché possono essere loro gli artefici di un cambiamento positivo, improntato alla speranza di un domani migliore.

E che dire dei Padri, delle Suore: fondamentale è la loro presenza di Testimonianza evangelica!

Con riconoscenza, Antonella Donghi

La decima di Alessandro

Il vangelo di oggi seconda domenica di Avvento inizia con l’inizio! «Inizio della bella notizia di Gesù, Cristo, Figlio di Dio».

Potrei scrivervi tante cose copiate di qua o di là, magari qualcuno di mio proprio pugno, ma forse è meglio che vi racconti qualche cosa, così come Marco (l’evangelista) ha raccontato il suo incontro sconvolgente con Gesù (perché tutto il suo vangelo/bella notizia è la storia di come Gesù gli ha sconvolto la vita!).

Qualche cosa che mi ha “sconvolto” la giornata, che ha sollecitato il mio vigilare e fare attenzione (parole chiave dell’Avvento) tra le molte cose di questi giorni un po’ freddi e per molti frenetici.

Pedalando lungo il mare per scaricare un po’ di fatiche di questi giorni e mantenermi tonico pensavo di chiamare Alessandro che mi aveva promesso 10,00 euro per aiutarmi a comprare libri per una sua sconosciuta coetanea indigente. Alle 7.30 di mattino però un ragazzo normale dovrebbe dormire…

Invece alle 8.30 un what’s app mi comunica che Alessandro sarà a pochi passi da casa mia, in piazza del Gesù per la rivendita di giocattoli in favore delle scuole di pace di sant’Egidio. Alle 8.30! Vienimi a salutare! Sbrigo alcuni impegni inderogabili (dopo la bicicletta si intende) e mi fulmino a curiosare.

Trovare Alessandro fuori dalle coperte a curare ragazzini di 4/5 primaria, a giocare con loro e pubblicizzare insieme la vendita di giocattoli è una vera e propria bella notizia! un vero e proprio dono di Dio: è il vangelo!

Forse sono ingenuo o forse fortunato ma avere amici come Alessandro o Lucia, Beppe, Francesco tutti presi con il loro “Albero della Luce” per ridare speranza a S. Felice a Cancello, o Francesca di Napoli che studia a Milano è non ha paura di incontrare i nostri giovani zaccariani di Milano con i quali cercare di fare un po’ più di bene è fonte di speranza.

L’arcivescovo di Milano per sant’Ambrogio chiedeva anche ai giovani di offrire una decima del loro tempo, del loro sport, del loro ozio per fare il bene; papa Francesco per l’Immacolata chiedeva ai cristiani di impegnarsi di più per Roma. Questi miei amici hanno dato più della decima, più di tanti noi adulti.

Questo significa essere attenti a Gesù che viene, aspettare la sua venuta, prepararsi al Natale.

Grazie Alessandro, sono contento e fiero di essere tuo amico e di tutti gli altri.

Santa seconda domenica di Avvento.

pJgiannic

Trabalhar como voluntário zacariano

Palestra no campo de trabalho de inverno para juventude zacariana; Miguel Pereira – RJ – 19 julho 2017.

Comecei a trabalhar como voluntário ainda bastante jovem, com 12/13 anos, recolhendo papel, roupas velhas e ferro para vender a fim de arrecadar dinheiro para missões. Depois de um terrível terremoto em Napoli, com 10 jovens, dediquei meu tempo para reconstruir um pequeno vilarejo.
Com o tempo, comecei a ter diferentes experiências de voluntariado, ensinando na escola com os professores, sempre convidando um jovem a dedicar seu tempo para outro alguém.
Dez anos atrás, com Cristina e outro estudando, fomos para o México na nossa nova paróquia, para trabalhar com as crianças e jovens do lugar: era cansativo, mas belo.
Quando nos encontramos no fundo do poço, quando se pensa que tudo está torto, ajudar os outros te faz perceber que seu problema é grande, mas também existem outras pessoas também com problemas, então pode voltar a sorrir. Quando você se vê como pecador e pensa que nao poderá mais amar, que não é digno do amor de Jesus, fazer um gesto de caridade lhe mostra que ainda podes amar, assim pode se reerguer de seus pecados.
Não são poucas as pessoas e jovens que dedicam seu tempo para o voluntariado. A Itália, por exemplo, tem o maior número de voluntários da Europa. Mas também são muitos os jovens que não dedicam seu tempo, por pensarem apenas em si próprios.
Dedicar tempo para outra pessoa não é um gesto romântico, é um modo de vida. Não se pode ser bom apenas para ajudar idosos ou aqueles na prisão. Um voluntário tenta ser bom em todas suas escolhas de vida. Um exemplo semi sério: não posso me colocar a serviço de alguém sem me pôr a serviço daquele que cria. A encíclica Laudato si’ recorda a força da dimensão do voluntariado dando atenção a criação. Um exemplo é como usamos a água, se pensamos somente em gastar ou se pensamos em utilizá-la conscientemente.
Há uma dimensão cristã no voluntariado: dedicamos nosso tempo a outro alguém não só por ser um gesto bonito ou para nos sentirmos bem, mas porque Jesus nos convida a servir o outro, aos pobres, porque a face de Deus é pobre. Voluntariado é uma vocação/missão!
Hoje mais do que nunca se precisa de uma formação e coordenação para trabalhar como voluntário. Isso é um dever ético, não só pelo motivo de associações laicas serem muito profissionais, mas porque um cristão não pode fazer algo com o pensamento de que uma Ave Maria basta para enfrentar devida situação. Existe um trabalho de formação que nós, Barnabitas começamos há algum tempo na Itália e estou contente de estar aqui para compartilhar com vocês essa formação.
Vocês, juvens do Rio de Janeiro, estão nos primeiros estágios dessa formação profissional e também espiritual. É uma formação que não posso fazer sozinho como padre, mas preciso que se juntem os leigos e profissionais.
Faço um exemplo: reparem e observem o modo o qual trabalham. Se coloquem a falar de nosso trabalho, do nosso modo de trabalhar. Isso é fundamental para crescer e fazer crescer.
Quando começamos nossa missão na Albânia (15 anos atrás), porque aprendemos a ver e julgar nosso trabalho, surgiu o Barnabiti APS. Uma organização reconhecida pelo governo italiano.
Especialmente no mundo de hoje, mundo esse globalizado e regulamentado, é necessário existir uma organização de referência para certificar nosso trabalho. Parece difícil, mas é necessário.
Agora temos de aprender a trabalhar melhor em conjunto com o mesmo objetivo: amar o próximo onde o Espírito Santo nos leva, este é um ensinamento de SAMZ.

Se somos #SAMZseguidores, esta é a estrada!

p. Giannicola M. Simone