Sono trascorsi quasi due anni dalla prima esperienza di volontariato al fianco dei Padri Barnabiti e non ho mai smesso di mantenere vivi i rapporti con quella, ad oggi, considero la mia seconda famiglia. L’accoglienza che i Padri offrono a chi, come me, pur essendo geograficamente distante da una comunità barnabitica, sceglie di prender parte ad attività e iniziative di cui sono promotori, non mi dà motivo di spezzare il legame nato con la loro realtà; una realtà dove non è possibile sentirsi “fuori luogo”, nemmeno a causa di qualche chilometro di troppo; difatti, la sfortuna di non poter avere a due passi da casa una comunità a cui fare riferimento, non preclude la possibilità di far parte del gruppo: non importa se non hai ricevuto una formazione paolino-zaccariana, questa grande famiglia porge la mano a chiunque voglia intraprendere insieme un cammino di crescita, sperimentando i valori cristiani ricorrenti nel pensiero del fondatore. Ricevere notizie dal mondo barnabitico ed essere periodicamente informati su attività e progetti a cui aderire non è un problema: i mezzi di comunicazione non mancano e conoscere le date di un incontro, o un evento, che coinvolga le comunità d’Italia (e non solo), non diventa certo un mistero. Non poter vivere la quotidianità barnabitica è, per me, non tanto motivo di dispiacere, quanto un incentivo ad essere sempre disponibile e presente agli incontri, e a fare tesoro degli insegnamenti che emergono nei momenti di riflessione, così da trasmetterli integri, una volta fatto rientro a casa… perché è solo così che si può essere portatori della spiritualità zaccariana e viverla a pieno, anche “fuorisede”! Diversa è la prospettiva, ma non i contenuti: la distanza non cambia il modo di vivere la spiritualità zaccariana, poiché bisogna sempre “correre come matti, verso Dio e verso il prossimo”, pur non avendo vicino la figura di un Padre Barnabita che te lo ripeta ogni tanto. Non mi spaventa il fatto di non avere accanto un supporto (che sia la parrocchia, il collegio, un referente…) che mi dia man forte, perché essere costantemente in contatto con i compagni di questo bellissimo viaggio è la prova che nessuno è escluso dalla famiglia zaccariana: non c’è pericolo di essere dimenticati, anche se vivi in un paese poco conosciuto come Altamura. Collaborare con i Barnabiti vuol dire far parte di un grande progetto di vita, fede e speranza! “Grande” perché collega realtà provenienti da tutto il mondo attraverso una rete in continua espansione, che vede i giovani protagonisti di una missionarietà che non si pone barriere né confini. Semplicità e condivisione sono gli elementi che caratterizzano il nostro “modus operandi”, ma sono soprattutto le diversità a rendere unico l’universo barnabitico; le diversità si annullano quando si parla di condividere qualcosa di forte come un pensiero, un’idea, la fede stessa, e costituiscono la vera ricchezza della nostra famiglia zaccariana.
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- Pentecoste 2014