Ci piace di più un Dio Gesù bambino o un Dio Gesù uomo?
Abbiamo di più l’idea di un Dio che resta bambino o di un Dio che diventa uomo?
A ben pensarci spesso preferiamo un Dio Gesù bambino, che tra poco riporremo nelle soffitte o nelle cantine delle nostre case, bambino che non disturba se non con un poco di tenerezza, perché i problemi della vita sono parecchi e non è Gesù non serve per risolverli.
Eppure la fede cristiana non si fonda su un Dio Gesù bambino, ma su un Dio Gesù uomo!
Il vero Natale del Signore non è quello del bambino, ma quello dell’Epifania, della manifestazione di Dio Gesù al mondo, di Dio Gesù ai benpensanti e ai peccatori, la festa di oggi, di Dio Gesù alla vita di tutti i giorni, le nozze di Cana. Il vero Natale di Gesù che la festa del battesimo di Gesù ci vuole rivelare è il Natale che chiede di accadere nella nostra vita quotidiana ogni giorno, in ogni momento del nostro esistere quotidiano.
Il battesimo che Gesù riceve al Giordano non è un optional, ma è una vera e propria scelta di Dio per noi! Nel momento in cui Dio ha scelto di incarnarsi, ha scelto non solo di nascere e poi starsene da qualche parte, ma di incarnarsi per vivere da uomo, per redimere l’uomo. Questa redenzione, che troverà il suo culmine sulla Croce, però vuole illuminare e sostenere ogni istante della nostra esistenza.
Gesù, chiamato il galileo, viene al Giordano per essere immerso anche lui nelle acque di quel fiume, il fiume che discende. Siamo così posti di fronte a un evento decisivo nella vita sia di Gesù sia del Battista: Gesù, che è un discepolo di Giovanni, che si era messo alla sequela del profeta (“dietro a me”, come precisa Giovanni), ora chiede al Battista di essere come uno di quei peccatori che in fila attendevano l’immersione, chiede di essere immerso in modo che i peccati siano inabissati nell’acqua e dall’acqua possa risorgere quale nuova creatura. Gesù è un uomo libero e maturo, ha coscienza della sua missione, non vuole privilegi, ma vuole compiere, realizzare ciò che Dio gli chiede come cosa giusta: essere solidale con i peccatori che hanno bisogno dell’immersione, essere un uomo credente come tutti gli altri.
Questo non significa evidenziare solo la dimensione negativa dell’uomo, il suo essere peccatore, quanto fargli presente che nella vita di tutti i giorni, segnata dal peccato, quindi dal limite e dalla fatica di tutte le nostre attività, Dio Gesù uomo è con noi.
La festa del battesimo di Gesù ci dice con chiarezza che Dio è con noi ogni momento, non a intermittenza, di tanto in tanto; non solo per ricordarci i nostri peccati; Dio Gesù uomo è con noi sempre! Dio Gesù uomo si immerge nel fiume della nostra vita, con tutti i suoi limiti e pregiudizi, perché noi si possa immergersi nel fiume della sua vita, con tutte le sue opportunità e libertà.
Ma c’è un ultimo aspetto che non possiamo tralasciare.
Giovanni osserva che Gesù esce dalle acque del Giordano “vede squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba”. E anche il Padre fa sentire la sua voce che proclama: “Tu sei mio Figlio, l’amato, in te ho posto la mia gioia” (Sal 2,7; Gen 22,2; Is 42,1), tutto il mio amore. Questa dovrebbe essere la vera domenica epifania della Trinità di Dio, che si manifesta operando: c’è l’unto, il Cristo; c’è chi lo unge, il Padre; e c’è l’unzione dello Spirito santo.
Ecco, questo è il dono che ci è donato in questa festa, al termine di questo tempo di Natale, un Dio Padre, Uomo, Spirito santo che si offre a noi per condividere con noi la vita di ogni giorno e aprirci il regno dei Cieli.
Riflettiamo perciò sul nostro Battesimo, che abbiamo ricevuto in conformità a quello di Gesù. Ogni giorno, quando ci alziamo e diciamo: “Ti adoro, mio Dio … Ti ringrazio di avermi fatto cristiano”, pensando al nostro battesimo dovremmo gioire e dovremmo sentire “la voce di un silenzio trattenuto” (1Re 19,12) che nel cuore ci canta: “Tu sei mio figlio, ti amo, voglio gioire in te!”. Se sentiamo questa voce, la giornata sarà diversa, illuminata da un amore promesso e donato, e anche il sole sarà più luminoso.