Cari  amici di GiovaniBarnabiti.it
volentieri pubblico questo scritto di Emanuele, se volete rispondere fate pure!

Cari GiovaniBarnabiti.it,

dopo aver letto l’intervista a padre Patriciello vi scrivo perché voglio parlare della droga.
Questo argomento spesso viene associato al concetto di periferia urbana più che a quello delle grandi metropoli e fa parlare sempre di più se viene accostato ai giovani.
Ci siamo mai chiesti “perché?”, come mai il fenomeno “droga” è accostato maggiormente alle periferie, o specialmente riferito ai teenager?
Proprio questi fatti mi hanno spinto a concentrarmi su una questione di cui tanti parlano ma pochi se ne fanno un problema o si pongono l’obiettivo di dare una soluzione. Così ho deciso di farvi dono di ciò che ho potuto trarre dalle mie personali esperienze vissute in periferia a contatto con giovani che sono visti dalla società come “drogati” quando io li definirei più che altro “annoiati” o “abbandonati”.
Annoiati e abbandonati: due parole chiave perché è proprio in base a queste che i giovani scelgono di fare uso di droghe: perché si sentono abbandonati da una società che li trascura e sempre meno fa appello a loro per un qualsiasi coinvolgimento o da una famiglia che sempre meno si interessa dello stato dei propri figli; perché sono annoiati in quanto la città non offre svaghi, alternative o programmi a questi giovani che alla chiusura delle scuole si riversano nelle strade senza un impiego. Così già dall’età di 15 cominciano ad esserci i primi spinelli, usati proprio per far fronte alla noia estiva oppure giusto per staccare la mente e distrarsi dai problemi quotidiani e familiari.
“Le canne” o “gli spinelli”. Per il 90% dei casi è il primo approccio dei giovani con una droga, proprio perché lo si fa con gli amici, uno tira l’altro e ci si ritrova insieme a farsi due risate; a mio parere se la cosa finisse lì, tralasciando ora il problema dell’illegalità, la cosa non creerebbe danni poiché non si è mai sentito di omicidi, rapine o altro a danno di un ragazzo sotto effetto di cannabis, ma il problema risiede proprio lì, ossia che la cosa spesso non si ferma al comune spinello. Ed è proprio questo tipo di problema che dobbiamo arginare, poiché il compulsivo uso di questa sostanza ne comporterà l’uso di dosi sempre maggiore finché si sfocerà nei veri problemi come cocaina, eroina e droghe sintetiche.
Spesso poi il concetto di drogato viene associato a un ragazzo di bassa cultura, con una pessima famiglia alle spalle e sprezzante delle autorità ma non è sempre così. Lo “spinello” è ormai un qualcosa alla portata di tutti, sia del figlio di papà viziato che del più diligente figlio di buona famiglia tanto che ormai questo “rito” di ritrovarsi insieme a fumare sostituisce quello dell’“Andiamo a prenderci un caffè?”. Oppure “Ti va di fare una partita a pallone?”.
E tutto questo insieme di attenuanti accostato alla inimmaginabile facilità di acquistare droga crea un mix che rende la strada in completa discesa verso la soppressione di nuovi ideali e l’isolamento delle nuove generazioni.
In conclusione questo binomio se non trinomio Giovani-Droga-Periferia è il semplice frutto di una società menefreghista che pensa agli interessi personali e al contentino generale del popolo, il quale, oscurato da false speranze trascura la cosa più importante: i giovani.

Emanuele

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