Andrea e Sofia hanno realizzato questo dialogo con l’Imam della moschea di Segrate, Ali Abu Shwaima, per capire di più riguardo all’incontro con l’Islam.
D: Buon giorno per iniziare può presentarci alcuni aspetti fondanti dell’Islam?
R: Secondo l’Islam, Quando Dio ha creato Adamo ha detto agli angeli di voler creare un essere dall’argilla; questi, stupiti, gli chiesero perché volesse creare qualcuno che potesse spargere sangue e corrompersi. Dio, a questo punto, ha risposto di sapere di più rispetto agli angeli, ha insegnato ad Adamo i nomi di tutte le cose, che lui è il Signore, gli ha spiegato quale fosse il suo futuro, quale fosse lo scopo della sua esistenza terrena e cosa venisse dopo la morte.
Dio ha quindi detto: “Io sono il tuo Signore, ti creo per adorarmi, ti mando sulla terra e ti indico la strada giusta da seguire e anche quella sbagliata: se scegli quella giusta avrai il Paradiso, se invece segui l’altra strada andrai all’Inferno”. Avvertì poi l’uomo di come il Diavolo potesse deviarlo dalla retta strada e dell’invio dei profeti per correggerlo.
D: Come distinguere gli inviati da Dio, dai semplici ciarlatani?
R: Attraverso i miracoli, frutto della volontà divina.
Fra questi profeti, L’Islam riconosce lo stesso Gesù e i suoi miracoli, come il far rivivere i morti. Tuttavia, per l’Islam, il messaggio di tutti questi profeti è ristretto al tempo e al popolo in cui sono vissuti: si esaurisce con la loro morte.
Il Corano invece si presenta come un miracolo duraturo fino al giorno del giudizio: racconta i miracoli svelati all’uomo da un’epoca all’altra, la cui interpretazione è stata fornita da Maometto.
La natura prescrittiva del Corano elenca dei caposaldi passa anche attraverso dei punti fermi da rispettare:
Credere:
- in un Dio unico (creatore, legislatore, unico da adorare);
- negli angeli, creature di Dio, fatte non dall’argilla ma dalla luce, per adorare Dio, sono ministri di Dio, né cattivi, né buoni, sono di unica struttura, creati per scegliere solo le cose giuste;
- nei profeti;
- nei libri;
- nel giorno del giudizio;
- nel bene e nel male proveniente da Dio.
Rispettare i Pilastri:
- le due testimonianze di fede;
- le preghiere rituali;
- l’elemosina;
- il digiuno durante il mese di Ramadan;
- il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita per tutti quelli che siano in grado di affrontarlo.
D: Confrontandomi con amici musulmani emerge come spesso i gruppi dell’Isis dicono di agire agiscono in nome del Corano?
R: Le faccio osservare innanzitutto una cosa: Una religione la cui radice deriva dal nome “pace”, il cui saluto –salam– vuol dire “la pace sia con te” e che invoca il suo Dio col termine as-Salam, ebbene può essere una religione di guerra? Se lei provasse a leggere il Corano, non troverebbe mai la parola “guerra”, se non in un’accezione negativa, per dire che è una cosa sbagliata.
L’Isis rappresenta, dal punto di vista della mia comunità, una grave limitazione alla diffusione dell’Islam e del suo autentico messaggio, che viene interpretato come mera sottomissione da questi gruppi fondamentalisti.
Nella Sunna leggiamo: «Colui che fa del male ad un Ebreo o a un Cristiano, troverà in me il suo avversario nel Giorno del Giudizio».
D: In seguito ai fatti di Parigi, si sono svolte in molte piazze italiane manifestazioni in opposizione all’Isis da parte delle comunità islamiche. Alcuni politici italiani hanno denunciato, però, una scarsa partecipazione all’evento: qual è la sua risposta a tali affermazioni? Crede che la manifestazione rappresenti un valido strumento di denuncia?
D: Dopo Parigi e Bruxelles alcuni politici italiani hanno evidenziato una scarsa partecipazione dei mussulmani alle manifestazioni di denuncia.
R: Lei sa quanti sono i cittadini italiani?
– : Circa sessanta milioni
R: Esattamente. Ora, alle manifestazioni politiche di maggiore successo, sebbene si stimino anche un milione di presenze, non partecipano effettivamente più di 100.000 persone, poco più di un abitante su mille.
Solo fra Milano, Roma e Torino hanno partecipato alla scorsa manifestazione 10.000 musulmani, su una popolazione islamica di poco superiore al milione, ovvero uno su cento.
A parte queste considerazioni puramente statistiche, vorrei poi far notare come gli imam delle diverse comunità islamiche abbiano invitato i credenti a riflettere su questi eventi, condannando con fermezza questi gesti, nella convinzione che, come recita il Corano, «chi ammazza una persona, senza averne ricevuto alcun danno, è come ammazzasse tutta l’umanità».
D: Grazie per la gentile ospitalità e il tempo dedicatoci.
R: Io penso che dietro al fatto di trovarci questa sera attorno allo stesso tavolo, per discutere degli aspetti che uniscono le nostre religioni, ci sia la volontà dello stesso Dio, il quale ha creato tutta l’umanità da due genitori comuni, Adamo ed Eva, rendendo gli uni fratelli degli altri: di questa fratellanza dobbiamo sempre ricordarcene:
“O Gente del Libro, venite a una parola comune tra noi e voi: e cioè che non adoreremo altri che Dio, senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori all’infuori di Lui”.