Cari GiovaniBarnabiti,
ieri era il 25 gennaio, festa della conversione del nostro Paolo santo! quello della caduta mentre andava a Damasco per perseguitare i cristiani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mario di Bologna non è ha mai sentito dire nulla, forse ho in mente l’immagine di uno che cade da cavallo ma non lo associa a questo personaggio. Il suo compagno Giovanni dice che potrebbe essere una storia interessante, anche se, riprende Mario, molte storie cristiane sono simili, un percorso di incontro, di cambiamento, un cliché che è qualcosa di negativo.
Non è facile però avere esperienze così profonde di Dio, anche se crede in Dio e spera di non perdere mai la fede, dice Andrea da Firenze.
Ma credere è una certezza? Tra le tante incertezze di oggi, la fede è e deve rimanere una certezza evidenziano Giulia, Andrea di Firenze ma anche i giovani di Altamura e Roma, seppure non mancano i dubbi. Samuele (Genova) parla delle diverse certezze della vita, necessarie per stare a galla, anche se alcune nella vita possono cambiare.

Ma a Rio de Janeiro sono più sicuri: Temos a certeza de que quem perseverar amando até o fim será salvo. Que para nós, amar é natural e que devemos fazer JUZ a este empreendimento de Deus.

 

D’altra parte, riprende Mario (Bo) anche Paolo perde le sue certezze e non sa nemmeno chi è colui che lo chiama! Insomma, entra in crisi! E chi non entrerebbe in crisi incontrando il personaggio più importante della storia. La sua vita, il suo mistero, la sua conoscenza ci incuriosiscono, perché affascinanti, perché affascinante è la sua smisurata capacità di amare. Con la sua parola è riuscito a scavare a fondo nell’esistenza umana, nel suo grande mistero: la vita. Parola di Luigi (Roma).
Ma Lucrezia (Altamura) non è entrata in crisi, anzi ha imparato a conoscerlo come un amico che non ti tradisce, sempre al tuo fianco, compagno inseparabile di tutte le avventure, nella gioia e nella difficoltà.
Eppure Tommaso (Bo) con discrezione e timore coglie il centro. Non ha un’immagine, ma un pensiero. Non sa se giusta… Ha in mente la Croce, un uomo in croce, ma forse non è nemmeno quella! Il dibattito si accende!
Quella della Croce è l’immagine più comune, ma non molto reale. Gesù è la luce, Gesù apre la mente (Irene, Bo); con le sue parole riesce a cambiare la gente afferma Viola (Bo). Per Giovanni (Bo) invece Gesù è più un punto di appoggio per l’uomo che dà delle risposte esistenziali (dopo la morte…), è una scappatoia!

pJg, Ma questa immagine, anzi questo Gesù, chiedo, ci interpella come con Paolo?

Per Giulia e Andrea (Firenze)… non così tanto; certo non attraverso la Chiesa, forse con vocine non proprio chiare. Di altro avviso invece Biagia e Lucrezia (Altamura) che con Gesù parlano nei momenti felici e in quelli più difficili. L’ascolto della sua parola è un cammino sempre nuovo, di meravigliosa scoperta. Però è necessaria un po’ di solitudine per parlargli Pasqua (Altamura). Samuele (Genova), preferisce una fede più “militante” che orante, anche se riconosce la preghiera “tradizionale” come pietra angolare della fede, come “abilità” da sviluppare. 

Tommaso (Milano) aggiunge che lasciarsi interpellare significa essere in grado di ascoltare e sognare, solo così si può continuare a crescere.
Ana-Clara (Rio de J), Ouvir e sonhar são atos de coragem e sobrevivência. Apesar de ser difícil, é possível e precisamos ter coragem.
Per Lucrezia (Altamura), se siamo capaci di ascoltare il nostro cuore allora saremo anche più aperti al prossimo seppure Samuele (Genova) ammette che non sempre è facile, è difficilissimo, ma dobbiamo metterci in gioco per diventare delle persone Belle. Forse, chiosa
Giovanni (Bologna), appoggiarsi a Dio significa avere più forza per continuare a sognare.

 

pJg: Paolo era giovane e si trova a vivere tra anziani e giovani che avevano paura del nuovo, perciò viene spontanea la domanda: oggi quale dialogo tra giovani e adulti?
Tommaso (Milano), È estremamente difficile, quasi impossibile dialogare con le nuove generazioni. Però non gettiamo la spugna, cerchiamo la chiave giusta.
Lukas e Carla (Rio dJ), Nós entendemos que precisamos transmitir e dialogar a fé com as novas gerações através da acolhida (especialmente na sociedade dividida e segmentada que vivemos).

pJg, Sognare, dialogare, pregare, ma Gesù quale cristiani sogna, vuole per il 2020, il 2021?
Lapo (Bologna), sicuramente più fedeli di quanto lo siamo oggi, si è persa molta fede oggi, le famiglie prima ci tenevamo di più, ora non più. Boh, dice Giulia (Firenze), Cristiani attivi!
Tommaso (Milano): se cristiano significa tentare di scoprire la fede, anche quando sembra non rivelarsi, e seguire nella sostanza nuda e cruda i vangeli allora sì, sono sicuro che sarò un cristiano.
Per Pasqua (Altamura) il futuro è ignoto, ma sicuramente vuole continuare il bene al prossimo e seguire Gesù spronata dal carisma e passione del nostro fondatore Antonio Maria Zaccaria.
Mario (Bologna) è più pessimista, in chiesa tutte le domeniche troviamo tanti over 50 e bambini e domani? Mentre Irene (Bologna), chiede di cambiare modo di parlare: papa Francesco ha cominciato un linguaggio nuovo anche per noi giovani. Per Alessandro (Bologna) invece la nostra generazione si fa troppe domande, non possiamo avere certezza di Dio e quindi da fedele che fai? Ieri si facevano meno domande, era più facile: domani?
Matteo (Bologna), forse non c’è più bisogno della fede, potrebbe finire. Francesco (SFelice aC) invece invita a essere cristiani capaci non solo di parlare ma di portare in sé l’immagine di Gesù!

 

pJg., abbiamo concluso questa maratona da Saulo a Paolo a tutti voi, grazie per averci aiutato a celebrare questa festa della conversione di san Paolo, forse non lo sapete ma avete permesso a noi di Barnabiti (Chierici regolari di san Paolo) di crescere un poco di più e ….

Dimenticavo una certezza però c’è: san Paolo no, ma padre Giannicola rompe sempre le scatole! Parola di Cosimo (Firenze!)

Grazie a tutti i giovani che hanno risposto!