Pubblichiamo la cronaca del cambio della “guardia” barnabitica nella missione afghana a Kabul
Padre Giuseppe Moretti ascolta la professione di fede e il giuramento di fedeltà di padre Giovanni Scalese
La presenza dei Barnabiti in Afghanistan data dal 1933. Essendo stata l’Italia il primo paese a riconoscere l’indipendenza dell’Afghanistan (1919), il governo afghano volle in qualche modo “sdebitarsi” permettendo, all’interno della legazione italiana, l’erezione di una cappella e la presenza di un cappellano a servizio della piccola comunità cattolica locale. Fu lo stesso Pontefice Pio XI a volere per tale incarico un barnabita. Primo cappellano dell’Ambasciata italiana a Kabul fu il Padre Egidio Caspani (1933-1947). Gli succedettero i Padri Giovanni Bernasconi (1947-1957), Raffaele Nannetti (1957-1966), Angelo Panigati (1966-1990) e Giuseppe Moretti (1990-1994). Quest’ultimo fu costretto a lasciare il paese nel 1994, a causa della guerra civile scoppiata in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe sovietiche (1989) e la caduta del regime comunista (1992). Nel 1996 i Talebani presero il potere e instaurarono l’Emirato Islamico, che durò fino al 2001, quando ci fu l’intervento della coalizione militare internazionale con l’operazione “Enduring Freedom”.
Venutasi a creare una nuova situazione politica con la formazione del governo di Hamid Karzai, la Santa Sede, volendo provvedere in maniera più adeguata alla cura pastorale dei cattolici in Afghanistan, in data 16 maggio 2002, decise di costituire il territorio della Repubblica Afghana in “Missione sui juris” (= non dipendente da alcuna altra giurisdizione ecclesiastica), affidandola all’Ordine dei Barnabiti. Come primo Superiore ecclesiastico o Ordinario della Missione fu scelto lo stesso Padre Moretti, che fece immediato ritorno a Kabul e riprese la sua attività pastorale a favore della comunità cattolica in Afghanistan.
Trattandosi di un ufficio ecclesiastico in tutto equiparato a quello di un Vescovo diocesano, il Superiore della Missione è invitato a presentare le dimissioni al compimento del 75° anno d’età (can. 401, § 1). Norma scrupolosamente osservata dal Padre Moretti in occasione del suo 75° compleanno, nel 2013. A questo punto la Santa Sede doveva provvedere alla nomina di un successore. La Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, con decreto del 4 novembre 2014, nominava il Padre Giovanni Scalese nuovo Superiore della Missione.
Padre Scalese, originario di Roma (nato e cresciuto nella Parrocchia di San Carlo ai Catinari), può contare su una esperienza piuttosto variegata, che va dall’attività pastorale all’insegnamento, dalla gestione scolastica alla formazione, dal servizio missionario al governo della Congregazione. Le tappe del suo ministero sacerdotale sono state, a varie riprese, Firenze (Collegio alla Querce), Bologna (Parrocchia di San Paolo Maggiore e Collegio San Luigi), Roma (Curia generalizia), Tagaytay (Filippine), Bangalore (India), Napoli (Istituto Bianchi). Dopo aver sbrigato tutte le pratiche burocratiche (il Superiore della Missione gode di status diplomatico in qualità di Addetto d’Ambasciata) e aver preso le opportune precauzioni sanitarie, Padre Scalese è partito per Kabul il 7 gennaio 2015, il giorno dopo l’Epifania.
Domenica 11 gennaio, festa del Battesimo del Signore, nella Chiesa-madre della Madonna della Divina Provvidenza, alle 17.30, si è svolto il rito della “presa di possesso” della Missione. Erano presenti numerosi fedeli, tra cui le tre comunità religiose femminili di Kabul (le “pioniere” Piccole Sorelle di Gesù, le Missionarie della Carità di Madre Teresa e la comunità intercongregazionale “Pro Bambini di Kabul”). Il nuovo Superiore è giunto alla porta della Chiesa, dove era ad attenderlo il Padre Moretti, che gli ha presentato il Crocifisso da baciare e l’aspersorio con cui è stata benedetta l’assemblea. Dopo qualche istante di adorazione silenziosa, Padre Scalese ha emesso la professione di fede e il giuramento di fedeltà previsti dal diritto canonico (can. 833). Mentre i fedeli cantavano il canto d’ingresso della Messa, il nuovo Superiore ha assunto le vesti liturgiche e si è recato all’altare per dare inizio alla celebrazione. Dopo il saluto iniziale, ha preso possesso della sede presidenziale e il Padre Moretti gli ha imposto la mitra. È quindi seguita la lettura del decreto di nomina e il saluto dei fedeli. La Messa è poi proseguita con il canto del “Gloria”, la liturgia della parola (con letture in spagnolo, italiano e inglese) e la liturgia eucaristica. Nella sua omelia, Padre Scalese ha messo in rapporto il proprio insediamento con la festa liturgica del Battesimo del Signore, ha ringraziato i superiori ecclesiastici per la fiducia accordatagli, ha ringraziato Padre Moretti per il servizio ultradecennale prestato alla Missione, si è raccomandato alle preghiere dei presenti, ha invocato la benedizione di Dio sulla comunità e l’Afghanistan.
Padre Moretti ha lasciato Kabul il 14 gennaio per far rientro in Italia (dimorerà a Roma, presso la Casa generalizia). Padre Scalese è rimasto a Kabul con il suo piccolo gregge e con la speranza che la situazione politica dell’Afghanistan si evolva in senso positivo, in modo che la Missione possa crescere e assumere a poco a poco i connotati di una vera Chiesa locale.