Orędzie Ojca Generała młodym zaccariani – Kraków

SPOTKANIE MŁODZIEŻY ZACCARIAŃSKIEJ
W CZASIE ŚWIATOWYCH DNI MŁODZIEŻY
„Domu Włoskim”
Piątek 29 Lipca 2016 – Kraków

Powitanie Ojca Giannicolo M. Simone
odpowiedzialnego za Duszpasterstwo Młodzieży Ojców Barnabitów

Dzień dobry Drogi Ojcze Generalny i Wam zgromadzona młodzieży.
Oto przed Tobą Ojcze nasi naśladowcy św. Antoniego M. Zaccarii z Brazyli, Włoch, Belgi, Polski. Po spotkaniu w Rio de Janeiro w 2013 roku, to pierwszy raz gdy młodzi barnabici/zaccariani zebrali się aby móc się poznać i przeżywać razem swoją wiarę idąc drogą wskazaną przez św. Antoniego M. Zaccarię.

Dzisiejsze spotkanie to owoc pracy wielu Współbraci barnabitów i zaangażowania wielu naszych młodych braci.
Niektóre nasze działania lokalne mają swoje własne spotkania: Enjuz w Ameryce Łacińskiej, Pielgrzymka Opatrzności w Europie. Chcielibyśmy stworzyć nowe możliwości dla Azji i Afryki.
Mamy przed sobą młodzież, która ma dużą potrzebę aby zaistnieć, działać i myśleć nawet wtedy gdy są pozbawieni pasterza. To młodzież, która stawia sobie pytanie o swoją przyszłość jako dojrzali chrześcijanie. To młodzież, która ma w swoim sercu naszą rodzinę barnabicką, a która niewiele wie o naszych siostrach Anielankach i Laikach św. Pawła. To młodzież, która chciałaby widzieć większą jedność i wspólnotę w pracy nas zakonników dla ich dobra. To młodzież, która ma potrzebę rodziny, także rodziny zaccariańskiej, w tym globalnym świecie.
Św. Antoni M. Zaccaria w swoim V Kazaniu mówi o dobru płynącym z namiętności, jeżeli użyte w odpowiedni sposób.

Również nasza młodzież zaccariańska ma dobre namiętności:
– wiarę, która wzywa do modlitwy z większą jednością;
– miłość, która chce realizować się szczególnie w wolontariacie:
– nadzieję, która przejawia się w inteligentnej zdolności do myślenia o przyszłości.

Czcigodny Ojcze Generalny, nie zaniechamy kultywowania tego przepięknego Bożego dzieła jakim jest nasza młodzież, z tą samą namiętnością, którą nam przekazał nasz Założyciel św. Antoni M. Zaccaria.

Dziękuję.

Wystąpienie Ojca Generalnego Zgromadzenia Ojców Barnabitów
Francisco Chagas Santos da Silva

Dobry Wieczór wszystkim przybyłym.
Mieliśmi trochę problemów z zorganizowaniem tego spotkania ale w końcu nam się udało. Myślałem, że oderwanie was od Dni Młodzieży, mogłoby być uciążliwe i lepiej by było nie organizować jeszcze jednego spotkania, ale Ojciec Giannicola jednak zorganizował to spotkanie w „Domu Włoskim” i jestem z tego zadowolony.
Niektórzy z was przeżywali już spotkanie w Rio de Janeiro trzy lata temu, a dzisiaj mamy nową okazję do spotkania między nami, zakonnikami barnabitami i wami młodzieżą.

Już w 2012 roku, kiedy zostałem wybrany na Ojca Generalnego, zaczęliśmy pracować na nad zebraniem młodzieży obecnej w różnych ośrodkach naszego duszpasterstwa rozsianych w 18 krajach świata. Praca, która miałaby na celu nie tylko dzielenie się informacjami między nami a wami, ale przede wszystkim polegająca na kultywowaniu ducha rodzinnego, w odniesieniu do tej samej duchowości i kierownictwa św. Antoniego M. Zaccarii. Ten wysiłek koordynacji nie jest łatwy z powodu różnych trudności, nie z waszej strony, ale często z naszej, zakonników, potrzących na dobro swojego małego ogródka a nie na dobro Zgromadzenia, nas zakonników, którzy często zadają sobie pytanie: dlaczego mamy poświęcać się czemuś więcej w naszych wspólnotach, dlaczego szukać dobra wspólnego zgodnie z wymaganiami św. Antoniego M. Zaccarii? Musimy, my zakonnicy, mieć odwagę uczynić krok do przodu i pozwolić się inspirować przez was.

Dlatego nasza tutaj obecność jest rezultatem wspaniałej i pięknej pracy, choć okupionej wieloma trudami. Ale im wiecej poświęcamy trudu, tym bardziej odczuwamy Bożą łaskę i ducha rodzinnego. Dlatego młodzieży zaccariańska, tutaj w Europie, ale też w Azji, Afryce i Ameryce, możecie poczuć się prawdziwą rodziną wraz z nami zakonnikami i zakonnicami i w ten sposób mieć poczucie bycia wysłuchanymi.

Dziękuję.

10 passi 45 minuti: la GMG vista da Roma

10 passi in 45 minuti!

Dopo la seconda GMG posso dire con convinzione che si tratta di un’esperienza fantastica. Un’occasione per rinforzare la fede, per viverla non come un qualcosa limitato alla propria sfera personale, ma da condividere.
Esperienze come la GMG ti aiutano a togliere i paraocchi, entrando in contatto con altre comunità, usi e stili di vita; insegnano ad adattarti a situazioni anche scomode a diventare più plastico e capace di ristabilire un proprio equilibrio diverso dal quotidiano. Tutto ciò si chiama responsabilità, conoscenza di se stessi. Questo è ciò che più di tutto ho provato quest’anno: più uno si conosce più si rinforza e impara a non farsi trascinare da tutti gli stimoli e gli impulsi di un’economia che ci vuole solo consumatori bisogna essere forti.
Ammetto che dopo aver finito gli esami, l’ultima cosa che avrei voluto fare era ritrovarmi a camminare sotto un sole cuocente, senza acqua e facendo 10 passi in 45min per arrivare al Campo della Veglia, a fare file immense per prendere il “cibo” distribuito o andare in bagno. Però durante tutte queste file ho ragionato molto, ho pensato a come è importante alcune volte concentrarsi su ogni singolo passo, e non pensare alla meta finale perché ti scoraggia, perché pensi subito che sia impossibile mentre, ma se pensi a fare un passo alla volta, senti meno fatica, eviti lo sforzo di pensare che non sia possibile e ti focalizzi solo nel fare quel passetto in più che ti avvicina alla meta.
È importante secondo me avere momenti di riflessione personale durante esperienze di questo genere, prendersi dei momenti per pensare a quel che si è fatto e far il punto di cosa si è imparato, andando oltre i pensieri scontati come quello della difficoltà. Per esempio la grossa difficoltà della GMG di quest’anno è stata il compiere la camminata per arrivare al Campo della Veglia durata 5/6 ore sotto un sole cuocente senza avere acqua a disposizione… Ma nelle situazioni di questo tipo bisogna andare più in fondo e cercare un insegnamento di vita, solo così possiamo trasformarle in occasioni per crescere, per diventare più saggi, più felici perché liberi da pensieri come quello della fatica che ci rende schiavi della comodità per paura della sofferenza.
Voglio ricordare anche una domanda che il Papa ha fatto a noi giovani: siete “giovani da divano?” Per esperienza so che è semplice tornare a casa stanchi e sdraiarci sul divano cercando in lui conforto, e riparo dalle fatiche quotidiane… ma il divano è un “falso amico”, dà un conforto momentaneo ma non la forza per vincere la tua stanchezza, la voglia di non arrenderti. Solo il Signore ti dà la forza, per questo è a Lui che dobbiamo rivolgerci nei momenti di debolezza, Lui ci darà la forza per reagire.
“Yes my Lord, you that I love you” con questo ritornello cantato in tutte le lingue sintetizzo la GMG2016 e concludo queste brevi riflessioni.

Chiara L., Roma, Oratorio del Granicolo

Grazie, la GMG vista da Genova

Grazie!
È così semplice riassumere una GMG?
Ovviamente le emozioni, i ricordi, i volti e i sorrisi rimangono aggrovigliati nel mio cuore ma il sentimento più immediato che sento di esprimere è la gratitudine!

Grazie innanzitutto a Dio perché alla base della GMG c’è un incontro intimo e personale con lui.
Grazie ai giovani di tutto il mondo che in anni difficili come quelli che stiamo vivendo, connotati dal qualunquismo, dal relativismo, da un libertinismo sempre più diffuso, hanno raccolto la sfida della GMG per far sentire la loro voce al mondo intero.
Un grazie particolare ai padri Barnabiti, specialmente a p. Francisco e a p. Giannicola, che hanno permesso ai loro giovani di riunirsi insieme da ogni dove e sentirsi parte di una grande famiglia.

Le giornate della GMG sono state pienissime di eventi, di incontri, di momenti di preghiera, di giochi e di canti ma per uno come me, aggregato ai Giovani Barnabiti da pochissimo tempo, incontrarsi per strada o in ostello a fine giornata tra appartenenti di una stessa famiglia zaccariana che col tempo cresce sempre di più, mi ha dato un senso di completezza a ciò che stavamo vivendo rendendo l’esperienza di questa GMG ancora più unica.

L’ultimo grazie, un grazie speciale va a Papa Francesco.

Il protagonista principale, un riferimento spirituale fermo ma anche gentile; animatore professionista e coinvolgente ma anche nonno: in due parole papa Francesco! L’anima della festa se mi permettete di definirlo così!
Non siate Giovani divani: i giovani devono fare chiasso, i giovani devono farsi sentire, i giovani costruiscono ponti; chi sperava che papa Francesco dicesse qualcosa d’importante è rimasto soddisfatto.
Alcuni paragonano la GMG a una semina i cui frutti verranno col tempo. Quest’anno invece il termine migliore da usare sarebbe secondo me: “doccia fredda”, si!, perché Francesco non ci ha chiesto di fare i giovani dopo le vacanze, dopo esserci riposati o dopo averci pensato bene; ci ha chiesto di fare i giovani subito! Ha voluto darci una bella svegliata, ha suonato la carica raccomandandoci di essere un esempio di giovani cristiani da subito nella famiglia, a scuola al lavoro, nel tempo libero, nelle parrocchie e nei gruppi di appartenenza. Ci ha affidato la responsabilità di un futuro che non è lontano ma che dobbiamo costruire subito prendendoci per mano come a costruire un grande ponte! Ovviamente i giovani presenti lo hanno preso alla lettera e vedere migliaia di giovani tenersi per mano con le braccia alzate al cielo è stato pazzesco!

Torno a casa da questa esperienza con l’entusiasmo che il papa ci ha trasmesso e che ho già condiviso a Cracovia con quasi due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo.

Torno da questa esperienza migliorato e desideroso di condividere con più gente possibile l’esperienza di questa GMG, sperando di moltiplicare  questo entusiasmo a livello esponenziale in tutti gli ambiti della mia vita. Infine, vorrei tranquillizzare chiunque si rendesse conto di aver perso una grande occasione: i giovani non perdono tempo! Il prossimo appuntamento ce lo siamo già dati a Panama nel 2019!
 

Luca M., Genova Parrocchia Gesù Adolescente

Mensaje del P. General a la joven zaccariani, Cracovia 2016

Encuentro Juventud Zaccariana
Durante la Jornada Mundial de la Juventud
“Casa Italia”
Viernes 29 de julio de 2016 – Cracovia

Saludo Introductorio del padre Giannicola M. Simone
Responsable área Pastoral Juvenil de los PP. Barandillas 

Buenos días reverendo Padre General y a todos los jóvenes.
Aquí ante Usted están nuestros SAMZ followers (seguidores de SAMZ), de Brasil, de Bélgica, de Polonia. Después del encuentro en Rio de Janeiro del 2013 es la primera vez en la que los jóvenes barnabitas – zaccarianos se reencuentran para conocerse y vivir juntos la propia fe por el camino trazado por nuestro SAMZ.

El encuentro de hoy es el fruto del trabajo de tantos cohermanos y seguramente de la paciencia de tantos de nuestros jóvenes. Algunas realidades poseen ya de sus propios lugares de encuentro: el ENJUZ en América Latina; la Peregrinación de la Providencia en Europa; y quisiéramos crear de las nuevas oportunidades en Asia y en Africa.

Estamos de frente a jóvenes que poseen un gran entusiasmo de vivir, hacer y pensar incluso cuando se encuentran sin un pastor, son jóvenes que se preguntan sobre su futuro como cristianos adultos, son jóvenes que valoran nuestra familia barnabitica, que tienen poco conociemiento de las Angélicas, que tienen poco conocimiento de los Laicos de San Pablo, son jóvenes que desearían ver mayor unidad y comunión en el trabajo de los religiosos hacia ellos, son jóvenes que necesitan a la familia, incluso aquella zaccariana, en este mundo globalizado.

SAMZ en el quinto sermón habla de la bondad de las pasiones si se usan correctamente. Incluso estos jóvenes poseen de las buenas pasiones:

  • la fe, che les invita a orar con mayor unidad;
  • la caridad, que desea expresarse especialmente en el voluntariado;
  • la esperanza, que se manifiesta en la capacidad de pensar el futuro con inteligencia.

Reverendísimo padre General, no dejemos de cultivar esta “estupenda obra de Dios” que son nuestros jóvenes, con la misma pasión que nos ha transmitido nuestro Fundador.

Gracias.

 

Intervención del Reverendísimo padre General

Francisco Chagas Santos da Silva
 

Buenas tardes esperando de que estén todos bien. Hemos tenido un poco de problemas al organizar este encuentro pero finalmente lo pudimos realizar.

He pensado que ya desconectarles de las jornadas de la juventud sería cansador por lo que mejor era no realizar un segundo encuentro, pero padre Giannicola organizó este encuentro aquí en “Casa Italia” y es motivo de alegría. Algunos de ustdes ya vivieron el encuentro en Rio de Janeiro tres años atrás, y he aquí una nueva oportunidad de experiencia junto a ustedes, como religiosos barnabitas y jóvenes.

Ya del 2012, cuando fui electo Padre General, iniciamos a trabajar por una posibilidad de corrdinación entre los jóvenes de nuestras obras en el mundo, en los 18 países donde estamos presentes. Un trabajo no solo para comunicarnos entre nosotros, sino que especialmente para cultivar el espíritu de familia bajo una misma espiritualidad y dirección, aquella de SAMZ. Este trabajo de coordinación no es fácil, porque son muchas las dificultades no de ustedes, sino que frecuentemente de los religiosos que cuidamos nuestro pequeño huerto en vez de mirar al bien de la Congregación, religiosos que a menudo nos interrogan sobre el porqué de hacer tal cosa de más, más allá de nuestro trabajo local, ¿porqué buscar el bien común pedido por SAMZ? Debemos nosotros religiosos tener la fuerza de dar un paso hacia adelante y dejarnos interpelar por ustedes jóvenes.

Entonces el nuestro estar aquí es el resultado de un espléndido trabajo, bello incluso con tantas fatigas; pero cuando afrontamos estas fatigas tanto más experimentamos la gracia de Dios y el sentido de familia. Ustedes, jóvenes zaccarianos, acá en Europa, Asia, Africa y América podrán reconocerse una verdadera familia junto a los religiosos y así sentirse acogidos.
 
Gracias

  • P. Giannicola:

Antes que nada agradecer al padre General por sus palabras. Ahora veamos si alguno de los presentes desea preguntar algo, o pedir algún consejo.

  • Madison, de Belem:

¿Existe en estre trabajo en conjunto la posibilidad, o si es que ya existe, de un intercambio entre los jóvenes de las diversas proveniencias, y no sono un sentir, sino que también un actuar concreto dentro un territorio?

  • P. General:

Sí, nos proponemos de realizar una acción común de los jóvenes en diversos lugares. Crear ocasiones de intercambio entre ustedes es un deseo que queremos realizar lo más pronto posible.

En Europa este trabajo se efectua en Albania, con un trabajo social y espiritual. Anteriormente hubieron experiencias similares en Africa, pero luego interrumpidas. Retomar este trabajo es esencial, pero requiere de tiempos de preparación para que las comunidades y sectores estén prontos a recibirles.

  • P. Giannicola:

Ya hay proyectos para Brasil tanto a Rio como quizás en Belem, esperemos que se puedan concretizar rápidamente.

  • Chiara, Roma:

Ser cristianos en Italia no es tarea fácil. En Roma es difícil convocar otros jóvenes: ¿tiene algún consejo para nuestra pequeña comunidad del Gianicolo?

  • P. General:

El consejo que puedo darte es siempre relativo. Es cierto que en Europa los jóvenes tienen dificultad de permanecer y continuar en el Oratorio, en la Iglesia después de la Confirmación. ¿Qué hacer? Es importante mantener el testimonio personal, continuar a reunirse y reflexionar entre ustedes, rezar incluso si son pocos. Pensar en grandes números en Europa es irreal. Es necesario trabajar en la realidad particular.

  • Lukas, Warszawa:

Queremos pedir al padre General sobre qué debemos hacer para ser un grupo zaccariano. Hemos avanzado poco en la espiritualidad zaccariana y qué esperan de nosotros.

  • P. General:

Creo que esta respuesta la puede entregar padre Giannicola.

  • P. Giannicola:

Nosotros buscamos que su experiencia de fe local pueda transformarse en una experiencia también nuestra iluminada con las enseñanzas de SAMZ donde se den de las etapas en conjunto, de caminar juntos donde cada uno ofrece el propio aporte; en la oración, en el actuar, en el pensar. Tendremos la oportunidad este lunes para profundizar sobre esta pertenencia.

Desde ya agradezco la intervención y los pasos que hemos hecho juntos.

 

Ahora debemos concluir, pero antes de la foto oficial, quisiera agradecer: al padre General por su disponibilidad y presencia; a todos los cohermanos de Varsovia por el trabajo y la acogida ofrecida desde hace un año hasta hoy para todos nosotros y para ustedes; a los cohermanos presentes con sus grupos juveniles con quienes hemos comenzado a trabajar en línea: no dejemos de trabajar juntos, es necesario para nuestra Congregación; a las Hermanas Angélicas que nos acompañan, signo de valor para nuestras jóvenes; a las Hijas de la Divina Providencia.

Terminamos ahora, antes de la fotografía oficial, cantando la versión en portugués de Correte come matti, Corremos como loucos.

Mensagem do p. Geral para o jovzacc – Krakow 2016

Encontro dos Jovens Zacarianos durante a Jornada Mundial da Juventude
sediado na “Casa Itália”
Cracóvia, 29 de julho de 2016.

 
Saudação introdutória do Pe. Giannicola M. Simone,
responsável pela Pastoral Jovem dos Pp. Barnabitas.
Bom dia, revmo. Pe. Geral, e boas-vindas a todos vocês, jovens.

Aqui à sua frente estão os nossos SAMZfollowers do Brasil, da Itália, da Bélgica e da Polônia. Após o encontro do Rio de Janeiro em 2013, está é a primeira vez que jovens barbantes/sacarinas se reencontram para se conhecerem e para viverem juntos a própria fé acerca da estrada traçada pelo nosso SAMZ. O encontro de hoje é fruto do trabalho de muitos confrades e, com certeza, da paciência de nossos jovens. Alguns locais já possuem seus próprios encontros: o ENJUZ para a América Latina, a Peregrinação da Providência para a Europa; gostaríamos de criar outras oportunidades para a Ásia e para a África. Estamos face a jovens que dispõem de muita vontade de ser, fazer e pensar mesmo quando estão sem um pastor; são jovens que se perguntam como poderá ser seu futuro como cristãos adultos; São jovens que possuem no coração a nossa família barnabita, que sabem pouco sobre as Irmãs Angélicas, que sabem pouco sobre os Leigos de São Paulo; são jovens que querem ver uma maior unidade e comunhão no trabalho de nós, religiosos, em prol deles; são jovens que precisam da família, além da família zacariana, neste mundo globalizado. SAMZ no sermão V fala da bondade das paixões quando são usadas bem. Também estes jovens zacariana possuem boas paixões: – a fé, que pede a oração com maior unidade; – a caridade, que se exprime especialmente no voluntariado; – a esperança, que se manifesta na capacidade de pensar no futuro com inteligência. Revmo. Pe. Geral, não cessemos de cultivar esta “magnífica arte de Deus”, que são os nossos jovens, com a mesma paixão que nos deixou o nosso fundador.

Obrigado.
Resposta do reverendíssimo Pe. Geral Francisco Chagas Santos da Silva 

Boa noite e bem-vindos.

Tivemos alguns problemas ao organizar este encontro, mas fomos finalmente bem-sucedidos. Pensei que haviam rompido com a JMJ por ser fatigante, assim seria melhor não fazer um outro encontro, mas Padre Giannicola quis esta reunião aqui na Casa Itália e estou contente. Alguns de vocês já viveram o encontro no Rio de janeiro há 3 anos, eis uma outra oportunidade de experiência junto a nós, como religiosos barnabitas, e vocês, jovens. Em 2012, quando me tornei Pe. Geral, começamos a trabalhar por uma possibilidade de coordenação entre os jovens das nossas obras no mundo, nos 18 países onde estamos presentes. Um trabalho não só para compartilhar a comunicação entre vocês e nós, mas especialmente para cultivar o espírito de família sob a mesma espiritualidade e direção, a de SAMZ. Este trabalho de coordenação não é fácil, porque muitas são as dificuldades, não de vocês jovens, mas de nós, religiosos, que olhamos mais para a nossa pequena horta do que para o bem da congregação, nós religiosos muitas vezes nos perguntamos por que nós temos que fazer algo mais do que nosso próprio trabalho local, porque buscar o bem comum exigido por SAMZ? Nós, religiosos, devemos ter a coragem de dar um passo à frente e nos deixar ser provocados por vocês, jovens. Assim, o nosso estar aqui é resultado de um trabalho esplêndido e belo, mas também fatigante; porém, quando afrontamos o cansaço, experimentamos a graça de Deus e o sentido da família. Vocês, então, jovens zacarianos, aqui, na Europa, na Ásia, na África e na América podem reconhecer uma família verdadeira junto a nós, religiosos e religiosas, e, assim, sentir-se acolhidos.

Obrigado.

MESSAGGIO P. GENERALE AI GIOZACC A CRACOVIA

INCONTRO GIOVANI ZACCARIANI
DURANTE LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
Presso “Casa Italia”
Venerdì 29 luglio 2016 – Krakow

Saluto introduttivo di padre Giannicola M. Simone,
resp. Ufficio Pastorale Giovanile dei PP. Barnabiti.

Buon giorno reverendo p. Generale e ben trovati a tutti voi giovani.
Ecco davanti a Lei i nostri SAMZfollower, dal Brasile, dall’Italia, dal Belgio, dalla Polonia.
Dopo l’incontro di Rio de Janeiro nel 2013 è la prima volta che giovani barnabiti/zaccariani si ritrovano per conoscersi e vivere insieme la propria fede sulla strada tracciata dal nostro SAMZ.
L’incontro di oggi è il frutto del lavoro di tanti dei suoi confratelli e sicuramente della pazienza di tanti dei nostri giovani.
Alcune realtà locali hanno già dei propri incontri: l’Enjuz per l’America Latina; il Pellegrinaggio della Provvidenza per l’Europa; vorremmo creare altre opportunità per l’Asia, l’Africa.
Siamo di fronte a giovani che hanno molta voglia di essere, fare e pensare anche quando sono senza un pastore;
sono giovani che si chiedono come potrà essere il loro futuro da cristiani adulti;
sono giovani che hanno a cuore la nostra famiglia barnabitica, che sanno poco delle Sorelle Angeliche, che sanno poco dei Laici di san Paolo;
sono giovani che vorrebbero vedere maggiore unità e comunione nel lavoro di noi religiosi verso di loro;
sono giovani che hanno bisogno di famiglia, anche di famiglia zaccariana, in questo mondo globalizzato.
SAMZ nel Sermone V parla della bontà delle passioni se sono usate bene.
Anche questi giovani zaccariani hanno buone passioni:
– la fede, che chiede di pregare con maggiore unità;
– la carità, che vuole esprimersi specialmente nel volontariato;
– la speranza, che si manifesta nella capacità di pensare il futuro con Intelligenza.
Rev.mo P. Generale, non smettiamo di coltivare questa “stupenda arte di Dio” che sono i nostri giovani, con la stessa passione che ci ha trasmesso il nostro Fondatore.
Grazie

Intervento del rev.mo padre Generale Francisco Chagas Santos da Silva

Buona sera e ben trovati.
Abbiamo avuto un po’ di problemi nell’organizzare questo incontro ma ci siamo finalmente riusciti.
Ho pensato che ormai staccarvi dalle giornate della gioventù sarebbe stato faticoso quindi meglio non fare un altro incontro, ma padre Giannicola ha procurato questo appuntamento qui a “Casa Italia” e sono contento.
Alcuni di voi vissero già l’incontro di Rio de Janeiro tre anni fa, ecco oggi un’altra opportunità di esperienza insieme tra noi, come religiosi barnabiti e voi giovani.
Già dal 2012, quando divenni padre Generale, cominciammo a lavorare per una possibilità di coordinamento tra i giovani delle nostre opere nel mondo, nei 18 paesi dove siamo presenti.
Un lavoro non solo per condividere la comunicazione tra voi e noi, ma specialmente per coltivare lo spirito di famiglia sotto una medesima spiritualità e direzione, quella di SAMZ.
Questo lavoro di coordinamento non è facile, perché molte sono le difficoltà non di voi giovani, ma spesso di noi religiosi che guardiamo di più al nostro piccolo orto che al bene della Congregazione, noi religiosi che spesso ci chiediamo perché dobbiamo fare qualche cosa di più oltre al nostro lavoro locale, perché cercare il bene comune richiesto da SAMZ?
Dobbiamo noi religiosi avere il coraggio di fare un passo in avanti e lasciarci stuzzicare da voi giovani.
Quindi il nostro essere qui è il risultato di un lavoro splendido, bello anche se con tante fatiche; ma quanto noi affrontiamo le fatiche tanto più sperimentiamo la grazia di Dio e il senso di famiglia.
Voi quindi giovani zaccariani, qui, in Europa, in Asia, in Africa, in America possiate riconoscervi una vera famiglia insieme a noi religiosi e religiose e così sentirvi accolti.
Grazie

P. Giannicola:
Prima di tutto grazie al padre Generale per le sue parole.
Ora vediamo se qualcuno di voi ha delle domande, dei consigli da offrirci.

Madison, Belem:
C’è in questo lavoro insieme la possibilità, o forse già esiste, un interscambio tra i giovani delle diverse provenienze, non solo un sentire, ma anche un fare sul territorio?

P. Generale:
Sì, ci proponiamo di realizzare un’azione comune di giovani su più territori. Creare occasioni di scambio tra voi è un desiderio che vogliamo realizzare quanto prima.
L’Europa già fa questo lavoro in Albania, un lavoro sociale e spirituale. In passato esperienze simili in Africa, poi interrotte. Riprendere questo lavoro è veramente importante, ma chiede del tempo di preparazione perché le comunità e i territori locali siano pronti ad accogliervi.

P. Giannicola:
già ci sono dei progetti per il Brasile sia a Rio, forse a Belem, speriamo siano realizzabili velocemente.

Chiara, Roma:
essere cristiani in Italia non è facile. A Roma è difficile convocare altri giovani: ha qualche consiglio per la nostra piccola comunità del Gianicolo?

P. Generale:
Il consiglio che posso darti è sempre relativo. È vero che in Europa i giovani faticano a restare in Oratorio, in Chiesa dopo la Cresima. Cosa fare?
È importante mantenere la vostra testimonianza, continuare a incontrarvi tra voi per riflettere, per pregare anche se siete pochi. Pensare a grandi numeri in in Europa è irreale. Bisogna lavorare nel piccolo.

Lukas, Warszawa:
Noi vogliamo chiedere al padre generale cosa dovremmo fare per essere un gruppo zaccariano? Noi abbiamo fatto ancora poco sulla spiritualità zaccariana, cosa vi aspettate da noi?

P. Generale:
Credo sia meglio risponda padre Giannicola.

P. Giannicola:
Noi chiediamo che la vostra esperienza di fede locale possa diventare un’esperienza anche nostra illuminata dagli insegnamenti di SAMZ dove ci siano delle tappe insieme, dei cammini insieme in cui ognuno porta il proprio contributo; nella preghiera, nell’agire, nel pensare. Ma avremo modo lunedì per approfondire questa appartenenza.
Intanto ringrazio per la domanda e per le tappe che già abbiamo camminato insieme.

Ora dobbiamo chiudere, ma prima della foto ufficiale voglio approfittare per ringraziare:
il padre Generale della sua disponibilità e presenza;
tutti i confratelli di Warszawa per il lavoro e l’accoglienza offerti da un anno a questa parte per tutti noi e voi;
i confratelli presenti con i loro giovani con i quali abbiamo cominciato a lavorare in rete: non smettiamo di lavorare juntos, ne abbiamo bisogno per la nostra Congregazione;
le sorelle Angeliche qui presenti, segno significativo per le nostre ragazze;
le Figlie della Divina Provvidenza.

Concludiamo ora, prima della foto ufficiale, cantando la versione portoghese di Correte come matti, Corremos comos loucos.

Ancora per la nostra amata Siria

Aspettando il giorno
in cui tutti
ci renderemo conto
che ciascuno
è il collaboratore
della gioia e della pace dell’altro,
preghiamo il Signore con fede
che quel giorno giunga presto,
prestissimo,
magari facendoci carico
delle tristezze di coloro
che non hanno pace e gioia
a causa di questa vergognosa
mancata collaborazione!

buona riflessione

Continuiamo a pregare per la Siria!

Mi scuso per il ritardo ferragostano, ma la preghiera non ha tempo, è sempre opportuna.
Non cessiamo di pregare con i nostri amici siriani per la Siria.
Pregare non è poca cosa.

Augurando
una buona festa della Dormizione
nella speranza
che questo periodo
non sia solo
tempo di vacanza mondana,
ma tempo di ristoro per l’anima,
chiediamo di non dimenticare
di pregare
o almeno di rivolgere il proprio pensiero
a quanti ancora non sono in vacanza,
ma non perché abbiano finito le proprie ferie da chiedere,
bensì perché gli è stata distrutta
casa famiglia e paese
o peggio ancora
ne è stato cacciato
e non può farci ancora ritorno.

Preghiamo la Madre di Dio
chiedendole di voler
dare a tutti noi la salvezza!

Un meritato … divano

Dopo #Krakow2016, che ha visto radunati più giovani dal mondo delle nostre attività pastorali barnabitiche, si conclude a Milot, Albania, il #KampiVeror2016: un campo scuola dove giovani di diverse età e provenienze hanno dato tempo, fantasia, preghiera e azione per animare 100 bambini di questi villaggi sconosciuti ai più, ma non a Dio!
Non sono le uniche attività estive dei Padri Barnabiti, ma sicuramente le più “significative” per cui è giusto ringraziare anche questi giovani che hanno creduto nel nostro lavoro e ci hanno testimoniato gioia, pace, giustizia, verità, dedizione, stanchezza e voglia di continuare. Nel mondo lacerato da violenze e soprusi, nel mondo dove sembra prevalere l’arroganza e il pessimismo la voglia di spendersi per altri, di spendere il proprio tempo a Milot piuttosto che al mare o chissà dove è segno di misericordia di Dio e di speranza.
Misericordia perché dove si lavora con gratuità e dedizione per bambini sconosciuti là agisce la grazia di Dio, là si prepara la propria salvezza eterna, perché qui e non dopo comincia l’eternità di cui tutti hanno sete.
Speranza perché dove si lavora con pazienza e disponibilità con propri coetanei si contribuisce a dare credibilità, responsabilità, voglia di futuro migliore per il proprio paese, l’Albania.
Grazie e questi giovani che invece di Mercedes o fabbriche che normalmente sfruttano donne e uomini in Albania, hanno portato l’idea di un’Italia capace di donare il proprio tempo, la propria esperienza educativa, il sogno di poter condividere un mondo migliore.
Scoprire e riconoscere che i bambini di 20, 10 anni fa sono gli animatori e gli amici di oggi; notare che genitori prima “assenti” dalle attività dei propri figli, chiedono e condividono la passione educativa e la voglia di giocare dei più piccoli aiuta a credere di più in se stessi, nelle proprie possibilità di lasciare un segno.
Il segno della fatica educativa che premia quanti non hanno paura di sognare il futuro in Italia, in Albania, in Europa.
Si dice che i giovani non sono solo oggetto di consumo o voglia di far rumore, ma anche persone capaci costruire con senno. L’esperienza di questa estate 2016, a Krakow per un verso, a Milot per un altro è il frutto di un attento e voluto cammino di collaborazione nel quale adulti, preti e laici e suore, e giovani hanno sognato e costruito insieme il futuro di un piccolo villaggio d’Europa.
Senza superbia, ma con un pizzico di orgoglio possiamo dire che in questa estate2016 ha vinto la fiducia reciproca tra adulti e giovani, hanno vinto quelle responsabilità e partecipazione che la Chiesa con passione ci chiede.
E ora credo che papa Francesco non si arrabbierà se consiglierò a tutti noi di ricorrere per qualche giorno a un bello e comodo … divano! Per ripartire con grinta il prossimo autunno.
Grazie a tutti i SAMZfollower 2016!

P. Giannicola M. Simone
Uff. Pastorale Giov. PP. Barnabiti

Giovani del presente per il futuro

Cari amici di GiovaniBarnabiti,

non ne avrà male Enzo Bianchi se pubblico il suo articolo, I giovani non sono il futuro, ma il presente, alla conclusione della scorsa GMG, credo sia un ottimo spunto di riflessione per tutti noi.

Da anni i più attenti conoscitori del mondo giovanile vanno ripetendo che siamo di fronte a un cambiamento radicale nella difficile arte di trasmettere alla generazione successiva i principi ritenuti fondamentali per affrontare il duro mestiere di vivere e di vivere in società. Non solo perché sono crollate le ideologie e i sistemi sociali che ad esse si ispiravano, ma ancor più perché alla consueta diffidenza che ogni generazione nutre per il patrimonio di valori che quella precedente ha da trasmettere, si è aggiunta la convinzione che non c’è più nemmeno un patrimonio da ricevere: la cultura globalizzata dominante sembra affermare che il mondo inizi sempre da capo, che l’umanità non possieda capisaldi condivisi, che una scelta equivalga all’altra e che domani si possa «rottamare» quello che abbiamo acquisito oggi.

Del resto è significativo che alla consueta e magari stantia domanda rivolta ai ragazzi – «cosa vorresti fare da grande?» – la risposta non consista ormai più nell’uno o nell’altro mestiere o professione bensì in un sempre più maggioritario e tragicamente uniforme: «Vorrei avere molti soldi per fare ciò che mi piace».

In questo contesto, cosa dire alle decine di migliaia di giovani cristiani che si ritrovano in questi giorni in Polonia all’indomani di un’impressionante serie di stragi in tutto il mondo culminate, per noi in Europa, con il brutale assassinio di un anziano prete da parte di due loro coetanei?

Cosa rispondere a quanti di loro di fronte al male nel mondo si chiedono, come ha fatto papa Francesco ad Auschwitz, «dov’è Dio?» «Dio abita dove lo facciamo entrare», risponde un detto chassidico, ed è una verità che per i cristiani ha preso carne in Gesù di Nazareth, venuto tra i suoi e accolto solo dagli ultimi. D’altro canto, la domanda lancinante ne genera da sempre un’altra, ancor più decisiva per noi: «Dov’è l’uomo?». Dov’è l’umanità quando altri esseri umani la calpestano e la negano? Dov’è l’uomo quando il grido del povero è soffocato nel sangue?

Allora ai giovani si potrebbero suggerire alcune indicazioni di senso o, meglio, qualche traccia che loro stessi dovrebbero trasformare in sentiero verso una pienezza di vita.

La prima, forse decisiva, è che, a prescindere dagli entusiasmanti raduni oceanici, non esistono «i giovani», esiste ciascuno e ciascuna di loro e, accanto a loro, quella rete reale e non virtuale di rapporti umani intessuti tra coetanei e non, affini o meno. E che in questo tessuto – che possiamo chiamare società o comunità umana – ogni persona è lì, con la sua unicità che, se non è messa e custodita in una relazione di solidarietà e comunione, muore per asfissia. Ciascuno è lì con la propria responsabilità, la capacità di rispondere alle sollecitazioni che l’altro gli pone, con la consapevolezza che da ogni gesto, parola, azione può derivare la vita o la morte di chi ci sta accanto. La seconda, a prima vista deludente, è che non è vero che ai giovani appartiene il futuro, essi non sono «il futuro» della società o della chiesa: sono parte attiva del presente che appartiene a loro come a tutti. Sta anche a loro far sì che, a partire da questo presente, si creino le condizioni affinché ciascuno abbia la possibilità di vivere con dignità, già ora e poi anche in futuro.

Pensavamo che per far questo potessimo lasciar perdere i grandi sistemi di pensiero, religiosi o no, e rifugiarci in un quotidiano plasmabile e riplasmabile a nostro piacimento, ma da anni la violenza qui in Occidente mira a colpire lo scontato delle nostre esistenze, i nostri piccoli o grandi interessi personali.

Va quindi recuperata la grandezza dello stare insieme per libera scelta consapevole, la difficile bellezza della convivenza stabile, la durata dei rapporti, la fedeltà che implica fiducia, la volontà di edificare insieme la casa comune.

Non sono impegni solo per i giovani, sono sfide che attendono tutti e che anzi richiedono una forte fraternità intergenerazionale: abbiamo tanto insistito in questi ultimi decenni sul valore della libertà – isolandolo da ogni altra istanza etica e declinandolo come licenza arbitraria priva di ogni limite – e siamo così giunti a non saper più che farcene perché abbiamo dimenticato l’uguaglianza vissuta non come livellamento al basso ma come autentica fraternità, come legame tra persone che non si sono scelte eppure condividono l’origine, la casa, il cibo e magari anche i sogni e il futuro. Sapremo, adulti, anziani e giovani, ricominciare insieme la meravigliosa, esigente avventura dell’umanità riconciliata?

La Stampa, 31 luglio 2016