Con Maria M. della Provvidenza – rosario

Camminiamo con Maria

per celebrare Maria Madre della divina Provvidenza.
Da Milot 30 ottobre 2016 alle nostre case,
sabato prima della III domenica di novembre

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo
Amen

Introduzione

Cari amici ciao.

Dedichiamo questo un po’ di tempo in questo giorno consacrato a Maria, la madre di Dio e di tutti noi. A lei, che noi preghiamo con il titolo di Madre della Divina Provvidenza, ci rivolgiamo per qualificare la nostra fede, per raggiungere meglio Gesù.
Ognuno di noi è chiamato a raggiungere Gesù, diventare una sola cosa con Lui. San Paolo ci insegna che dobbiamo crescere «secondo la verità nella carità per tendere in ogni cosa a Lui. Da Lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità» (Ef. 4,15s).
In questo cammino di crescita Maria è colei che meglio può aiutarci a crescere, perché mamma, quindi capace di comprendere quali sono i percorsi di crescita che ognuno di noi è chiamato a vivere; perché è mamma di Gesù, quindi sa anche quali percorsi spirituali ognuno di noi è chiamato a vivere.
La Provvidenza non è un destino qualunque, la Provvidenza è la storia tracciata per ognuno di noi, è la storia che ognuno di noi è chiamato a costruire. In questa storia Maria è colei che ci guida, conforta, sollecita e sostiene.

 

Canto di inizio: VIENI, VIENI SPIRITO D’AMORE

Vieni, vieni Spirito d’amore,
ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni Spirito di pace,
a suggerir le cose che Lui ha detto a noi.

Noi ti invochiamo Spirito di Cristo,
vieni Tu dentro di noi.
Cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo
la bontà di Dio per noi. Rit.

Vieni o Spirito dai quattro venti
e soffia su chi non ha vita,
vieni o Spirito e soffia sudi noi,
perché anche noi riviviamo. Rit.

Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare,
insegnaci a lodare Iddio.
Insegnaci a pregare, insegnaci la via
insegnaci Tu l’unità. Rit.

Rosario meditato

Senso di questo nostro pregare

Come ogni madre anche Maria respirava con il suo Figlio.
Se vogliamo essere cristiani, anche noi siamo chiamati a respirare insieme a Gesù. Per imparare il ritmo del respirare di Gesù la Chiesa ci offre la preghiera del Rosario che con la sua ripetitività ci dà il ritmo del respiro di Gesù, che poi è lo Spirito santo.
Questa preghiera, che condividiamo con milioni di uomini e donne nel mondo, oggi vuole meditare sul camminare di Maria, la madre di Gesù. Maria infatti, non era una donna che se ne stava chiusa in casa, ma una donna sempre in movimento, sempre pronta alle novità di Dio per annunciare a tutti noi il dono della salvezza di Dio: Gesù.
Camminiamo con la preghiera di Maria per imparare il ritmo di Gesù e trovare serenità e gioia per noi e per l’umanità intera.

La voce guida annuncia il mistero e legge il commento, quindi il Padre nostro e, a turno 10 Ave Maria seguite dal Gloria e dalla preghiera di perdono (volendo potete scegliere un ritornello).

I. mistero, Maria in cammino da Elisabetta sua cugina,

Dopo avere ricevuto l’annuncio dell’Angelo Gabriele, Maria non si richiude in se stessa, non tiene per sé questo grande dono, ma lo condivide subito, correndo dalla cugina Elisabetta. Il dono di Dio, la conoscenza di Gesù, non è un fatto privato, è un dono per… Il dono di Dio, l’amicizia con Gesù, non lascia tranquilli, impone di correre a raccontarlo (come i due discepoli di E’mmaus!). La fede non è mai un fatto individuale, privato ma sempre comunitario.

– La fede in Gesù mi lascia tranquillo o sollecita in me il desiderio di donare agli altri il bene ricevuto?
– Mi capita, desidero discutere con gli altri del dono della fede in Gesù o preferisco tenere tutto per me?

Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria al Padre…

            Gesù mio perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno,
            porta in cielo tutte le anime,
            specialmente le più bisognose della tua misericordia.

II mistero: Maria in cammino da Nazaret a Betlemme,

La storia di Maria non è una storia tranquilla, chiusa nel proprio paesello: è un continuo camminare. Le fatiche del viaggio verso Betlemme, le porte sbattute in faccia saranno molte: Maria non desiste nel rispondere alla chiamata di Dio. In questo cammino ella non fa tutto da sola, si lascia guidare da Giuseppe e dalla discreta presenza dello Spirito santo. Maria è la serva del Signore proprio in questo suo collaborare con gli strumenti di Dio per fa nascere Gesù, il suo obiettivo, preoccupazione principale. Nel far nascere Gesù ella trova la sua realizzazione.

– Quali sono le mie preoccupazioni e i miei obiettivi principali?
– Far nascere Gesù in me significa, far nascere la vera persona che devo essere?
– Chi mi accompagna nel bello e difficile cammino verso le Betlemme della mia vita?

 Padre nostro… Ave Maria (10 volte)… Gloria al Padre…

            Gesù mio perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno,
            porta in cielo tutte le anime,
            specialmente le più bisognose della tua misericordia.

III mistero: Maria in fuga da Betlemme verso l’Egitto.

Una delle vicende più particolari della storia di Maria e della sua famiglia è la fuga da Betlemme verso l’Egitto a causa della strage dei bambini voluta dal re Erode. Non è un vero e proprio cammino, ma una corsa per la vita, forse come quella di tanti migranti oggi. Eppure questa fuga ci insegna l’importanza di prendersi cura di coloro che sono piccoli e indifesi ovvero di quanti sono perseguitati. Forse non ce ne rendiamo conto, ma essere credenti al 100 % porta il rischio della persecuzione ieri come oggi. Essere cristiani al 100 % significa essere piccoli, come Gesù bambino, e dover scappare dai grandi infastiditi dal “potere” dei piccoli. Maria, con Giuseppe si prendono cura di questo bambino che non hanno cercato, non hanno pensato, gli è stato donato: l’hanno accolto.

– Ti è mai accaduto di dover fuggire?
– Quando ti senti piccolo, solo, perseguitato la fede in Gesù ti sostiene con intelligenza?
– Sull’esempio di Maria e Giuseppe sei capace di prenderti cura dei piccoli, dei perseguitati? 

Padre nostro… Ave Maria (10 volte)… Gloria al Padre…

            Gesù mio perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno,
            porta in cielo tutte le anime,
            specialmente le più bisognose della tua misericordia.

IV mistero : Maria in cammino da Cana di Galilea sino al monte Calvario.

La storia di Maria è la storia di un lungo cammino cominciato dall’annuncio dell’angelo Gabriele sino alla sua assunzione in cielo. Maria – come tutte le mamme – non smetterà mai di camminare dietro la storia del proprio Figlio. A Cana di Galilea questo cammino di Maria affronta un momento importante. Invitando i servi a fare quello che dice Gesù, annuncia che la sua Ora è cominciata: non l’ora dei miracoli, ma l’ora di essere glorificato – cioè morire – per noi. A Cana di Galilea comincia il cammino più difficile di Maria, la scoperta della missione del Figlio che gli era stato donato. La Via Crucis per Maria è cominciata a Cana, dove l’acqua diventa vino, dove la vita diventa sangue versato per la salvezza degli uomini.

– Nella tua piccola o grande storia di cristiano quale Gesù hai incontrato?
– Cosa significa per te stare davanti alla Croce di Gesù?
– La forza di Maria nel camminare con la Croce di Gesù ti sostiene nell’affrontare le tue scelte piccole e grandi?

Padre nostro… Ave Maria (10 volte)… Gloria al Padre…

            Gesù mio perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno,
            porta in cielo tutte le anime,
            specialmente le più bisognose della tua misericordia.

V mistero: Maria dal Cenacolo alle strade del mondo, sotto la guida dello Spirito.

Ma il cammino di Maria non si ferma davanti al dolore della Croce, tantomeno alla gioia della risurrezione. Dio ha preparato per Maria un cammino ancora più lungo, anzi eterno! Maria infatti chiusa nel Cenacolo con gli 11 apostoli partecipa con loro al dono dello Spirito santo, alla Pentecoste. Si sa che lo Spirito santo non ammette flemma, tiepidezza, divani da occupare perché ormai abbiamo avuto tutto. Lo Spirito santo spinge Maria con gli 11 a correre per il mondo ad annunciare che Cristo è morto e risorto per tutti. Maria, la Madre di Dio, diventa la Madre della Chiesa. Maria diventa segno della Divina Provvidenza di Dio per accompagnare la storia della Chiesa, cioè di tutti noi credenti perché sappiamo scegliere ogni giorno il modo per essere cristiani, per portare la misericordia e la gioia di Dio a tutti gli uomini che incontriamo.

– La Cresima ti ha confermato quale discepolo di Gesù, dandoti il Suo Carattere: quale consapevolezza della forza di questo sacramento?
– Sicuramente tu non sei un cristiano da divano (cfr. papa Francesco a Cracovia): è facile o difficile correre ad annunciare il Vangelo? Perché?
– Maria Madre della Divina Provvidenza da sempre guida i Barnabiti, le Angeliche, i Laici: senti la sua presenza discreta nell’aiutarti a condurre la tua storia? Riesci ad affidarti a Lei per fare le tue scelte?

Padre nostro… Ave Maria (10 volte)… Gloria al Padre…

            Gesù mio perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno,
            porta in cielo tutte le anime,
            specialmente le più bisognose della tua misericordia.

Insieme:

Salve Regina,
Vita, Dolcezza, Speranza nostra, Salve.
A te ricorriamo noi esuli figli di Eva,
a te sospiriamo, gementi, piangenti, in questa valle di lacrime.
Orsù dunque Avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci, dopo questo esilio,
Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.
O Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria.

Voce guida:
Il Signore ci benedicda, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen (tutti fanno il segno della Croce)

PS.: Come gruppo o come singolo rispondete per iscritto almeno a una delle domande del rosario? Grazie
Canto a scelta oppure:

Correte come matti
Era giovane era ricco sai,
Ma questo non bastava alla sua vita.
Nel Vangelo che leggeva lui
Il senso ritrovava alla sua vita.
E poi un giorno con sua madre Lui parlò
Con lei comprese che esser perfetto
È stare dietro Gesù Cristo fin lassù
Sulla sua croce dietro una voce la Sua voce.

A Cremona e a Milano poi a tutti raccontava
Il Suo vangelo. E ogni cuore tiepido con lui
Di fuoco diventava, la fede cresceva.
E poi un giorno lui san Paolo incontrò
Così comprese che esser perfetto
È diventare un solo Spirito con Dio
Con la sua croce qui nel cuore mio.

SI CORRETE COME MATTI
E ANDATE VERSO DIO
E VERSO GLI ALTRI COME ME
E SIATE VERI E GRANDI SANTI
ANDANDO VERSO DIO
VERSO GLI ALTRI
SIATE SANTI INSIEME A ME

Sono giovane e anche ricco sai
Ma questo non mi basta per la mia vita.
E nel Vangelo che leggeva lui voglio ritrovare
Senso alla vita. Così un giorno con gli amici
Proverò anche a capire che essere perfetto:
È diventare un solo Spirito con Dio
Con la sua croce qui nel cuore mio.

Cari SAMZfollower – SAMZseguidores

Intervento del responsabile  della pastorale giovanile  zaccariana a ll’Enjuz2016 – Sao Paulo

14 novembre 2016

Cari SAMZfollower -SAMZseguidores

«Da anni i più attenti conoscitori del mondo giovanile vanno ripetendo che siamo di fronte a un cambiamento radicale nella difficile arte di trasmettere alla generazione successiva i principi ritenuti fondamentali per affrontare il duro mestiere di vivere e di vivere in società. A ciò si è aggiunta la convinzione che non c’è più nemmeno un patrimonio da ricevere: la cultura globalizzata dominante sembra affermare che il mondo inizi sempre da capo, che l’umanità non possieda capisaldi condivisi, che una scelta equivalga all’altra e che domani si possa “rottamare” quello che abbiamo acquisito oggi» (Enzo Bianchi).

«Il successo della democrazia liberale, nella seconda metà del Ventesimo secolo, si è fondato sull’estensione del campo d’azione e della prosperità delle classi medie all’interno di società globalmente omogenee, nella cornice di un ordine mondiale stabile e trasparente. Viviamo in un’epoca in cui, in mancanza di crescita e di meccanismi di correzione delle disuguaglianze, le classi medie sono stagnanti e temono un declassamento, in seno a società sempre più eterogenee, e in uno scenario mondiale instabile e oscuro. Tutto questo mentre la rivoluzione digitale, fattore di accelerazione e dunque d’angoscia, cancella l’idea stessa di rappresentanza. Ora più che mai, dunque, occorre fare di tutto per evitare che la demagogia abbia la meglio sulla democrazia». (Michelle Colombanì)

Due pensieri di persone diverse tra loro, ma assolutamente veri, tra poco li commenteremo.

 

Grazie per questo vostro invito e della vostra accoglienza che mi ricambia sempre dell’essere qui con voi! Grazie e un saluto da tanti giovani europei che sanno che vi state incontrando.

In Italia alcuni dei gruppi giovanili dei padri Barnabiti stanno lavorando su tre linee:

Spiritualità.
Cultura.
Azione.

Non si può essere cristiani senza fare cultura, senza pensare come agire per il bene degli uomini.

Uno dei beni maggiori che oggi gli uomini hanno bisogno è la cultura, la capacità di pensare. Leggere, scrivere, allarga i confini, può e deve incidere sulle nostre vite, dare il proprio contributo a costruire un futuro più giusto, un mondo migliore (Roberto Saviano).

Noi cristiani abbiamo il dovere di pensare illuminati dalla luce del Vangelo che vuole incontrare tutti gli uomini che Dio ama, tutti gli uomini di buona volontà.

Pensare le fede, pregare la fede, vivere la fede (riprendo le 2 citazioni).

Non è vero che la vita comincia sempre da capo, semmai sempre da capo è la possibilità di continuare ad amare dopo il peccato;

non è vero che non abbiamo più nulla da trasmettere, noi adulti a voi, voi giovani a noi: c’è una Storia, anche di errori, ma c’è una Storia e anche una Storia della Salvezza;

non è vero che una scelta è uguale all’altra: Dio vi ha scelti uno per uno e nessuno di voi è uguale all’altro (è scritto sulle maglie dei giovani di S. Paulo: Segueme. Eu preciso de vosse);

viviamo in un’epoca di angoscia, ma anche di opportunità che siamo chiamati a vivere;

dobbiamo sempre più vigilare sulla bontà della democrazia, cioè dobbiamo usare la testa che Dio ci ha donato.

Per vivere / fare ciò – come ci insegna il nostro Fondatore A.M.Z – abbiamo bisogno di:

pregare,
pensare,
agire.

  1. Pregare con la parola di Dio (prima ancora di Lutero SAMZ leggeva la Bibbia in volgare);
  2. Pregare davanti al Crocefisso e registrare sul vostro smartphone le ore 00 di ogni venerdì: in tutto il mondo! Gesù muore per me! Fil. 2.
  3. Tenere sempre la mente elevata a Dio!
  1. Leggere, confrontare con il pensiero cristiano;
  2. Chiedere perdono se non si legge abbastanza, anche 15 minuti al giorno;
  3. Scrivere quello che si ragiona, quello che si vuole sognare.
  1. Agire insieme, come piccolo gruppo;
  2. Agire insieme, come grande gruppo zaccariano;
  3. Agire insieme, con una grande missione: spirituale, o culturale, o caritativa.

Alcune proposte/esempi:

  1. la preghiera personale e la direzione spirituale,
  2. il riferimento alla parrocchia e/o alla scuola,
  3. la condivisione con altri gruppi della parrocchia,
  4. pregare insieme, nel mondo (25 gennaio, 5 luglio, Provvidenza),
  5. rosario della provvidenza venerdì 18 novembre;
  1. leggere un autore o degli articoli e condividere insieme,
  2. leggere un documento della Chiesa,
  3. scrivere un articolo per noi www.GiovaniBarnabiti.it;
  1. scendere dal divano (papa Francesco), evitare la tiepidezza (SAMZ), imparare ad agire come singolo e piccolo gruppo per il prossimo;
  2. l’enjuz non finisce il 15 novembre e ricomincia il 15 novembre 2017: bisogna essere SAMZfollower, zaccariani ogni giorno;
  3. sostenere un progetto di volontariato per l’estate che coinvolga tutti i giovani zaccariani in Brasile, nel mondo;
  4. imparare la pedagogia della gradualità (SAMZ): SAMZfollower day by day.

Concludo:

  1. Ieri … diceva che dobbiamo diventare migliori, certo dobbiamo e vogliamo diventare migliore, che nessuno di noi è perfetto per parlare della parola di Dio: nessuno è perfetto, ma Dio ci ha donato la sua perfezione, lo Spirito santo per leggere e vivere la parola di Dio;
  1. Una citazione del nostro Fondatore:

oh meraviglia della stupenda arte delle cose fatte da Dio! l’uomo è tale che con la libertà del suo                   animo può fare che… il male gli sia bene (Sermone V), che la perfezione cresca;

  1. Una produzione che ci faccia comprendere come si può pensare e vivere la fede anche senza la parola.

 

Grazie, pJgiannic

Caros SAMZseguidores

Intervento del responsabile della pastorale giovanile dei Padri Barnabiti all’Enjuz 2016, S. Paulo

2016 novembre 14

Caros SAMZfollowers o Samzseguidores,

«Há anos, os conhecedores mais atentos do mundo jovem repetem que estamos à frente de uma mudança radical na difícil arte de transmitir à geração futura os princípios considerados fundamentais para afrontar o duro trabalho de viver e viver em sociedade. A isso, soma-se a convicção que não há um patrimônio a receber: a cultura globalizada dominante parece afirmar que o mundo inicia sempre de novo, que a humanidade não tem valores compartilhados, que uma escolha equivalha a uma outra escolha e que amanhã se possa destruir aquilo que aprendemos hoje». (Enzo Bianchi).

«O sucesso da democracia liberal, na segunda metade do século 20, é fundamentada sobre a extensão do campo de ação e da prosperidade das classes médias dentro da sociedade globalmente homogênea, na estrutura de uma ordem mundial estável e transparente. Vivemos em uma época em que sentimos falta do crescimento e do mecanismo de correção das desigualdades, as classes medias estão estagnadas e temem o fim das classes sociais, dentro da sociedade sempre mais heterogênea, e num cenário mundial instável e obscuro. Tudo isso enquanto a revolução digital, fator de aceleração e, portanto, da angústia, cancela a ideia de representação. Agora, mais do que nunca, portanto, iniciemos a fazer tudo o possível para evitar que a demagogia vingue sobre a democracia». (Michelle Colombanì)

Dois pensamentos de pessoas diferentes, um deles é Mônaco e o outro é um jornalista laico, dois pensamentos absolutamente verdadeiros.

Caros SAMZfollower obrigado pelo convite e pela acolhida que me cativa sempre em estar aqui com vocês!

Obrigado e um saludo dos jovens europeus que sabem que estão se encontrando.

Na Itália, alguns dos grupos jovens dos padres Barnabitas estão trabalhando sobre 3 linhas:

Espiritualidade,
Cultura,
Ação.

Não se pode ser cristão sem fazer cultura, sem pensar como agir pelo bem dos homens. Um dos maiores bens que hoje os homens precisam é a cultura, a capacidade de pensar.

«Ler, escrever, alargar os confins, pode e deve incidir sobre nossas vidas, dar a própria contribuição para construir um futuro mais justo, um mundo melhor» (Roberto Saviano).

Nós, cristãos, temos o dever de pensar iluminados pela luz do evangelho que quer encontrar todas os homens que Deus ama, todos os homens de boa vontade.

Pensar a fé, rezar a fé, viver a fé.

Com referência das duas citações:

Não é verdade que a vida começa sempre de novo, sempre de novo começa a possibilidade de continuar a amar após o pecado;

Não é verdade que não temos mais nada a transmitir, nós adultos a vocês, vocês jovens a nós: há uma História, também de erros, mas há uma História e também uma História de Salvação;

Não é verdade que uma escolha é igual à outra: Deus os escolheu um por um e nenhum de vocês é igual ao outro (está escrito na camisa dos jovens de São Paulo: Segue-me. Eu preciso de você).

Vivemos em uma época de angústia, mas também de oportunidade que somos chamados a viver;

Devemos sempre vigiar mais sobre a bondade da democracia, isto é, devemos usar a cabeça que Deus nos deu (fides quaeres intellectum).

Para viver / fazer isto – como nos ensina o nosso Fundador A. M. Z – precisamos:

Orar,
Pensar,
Agir.

  1. Orar com a palavra de Deus (antes de Lutero, SAMZ lia a bíblia em italiano, não em latim);
  2. Orar em frente ao Crucifixo e registrar em seus smartphones as 15 horas de cada sexta-feira: em todo o mundo! Jesus morre por mim! (Fil. 2,
  3. Ter sempre a mente elevada a Deus!
  1. Ler, confrontar os outros pensamentos com o pensamento cristão;
  2. Pedir perdão se não lemos o bastante, pelo menos 15 minutos por dia;
  3. Escrever aquilo que se raciocina, aquilo que deseja sonhar.
  1. Agir juntos, como um grupo pequeno;
  2. Agir juntos, como um grande grupo zaccarianos;
  3. Agir juntos, com uma grande missão: espiritual, cultural ou caridosa.

Algumas propostas/exemplos:

  1. A oração pessoal e a direção espiritual,
  2. Manter a comunhão com a paróquia,
  3. Orar juntos, com os outros jovens zaccarianos (25 de janeiro, 5 de julho, Providência),
  4. o rosário da providência na sexta-feira dia 18 de novembro!
  1. Ler um autor ou alguns artigos e compartilhar juntos;
  2. Ler um documento da Igreja,
  3. Escrever um artigo para nós: GiovaniBarnabiti.it
  1. Sair do divã (Papa Francisco), evitar a tibieza (SAMZ), aprender a agir na singularidade e como um pequeno grupo para o próximo;
  2. O ENJUZ não acaba dia 15 de novembro e recomeça em 15 de novembro de 2017: necessitam ser SAMZseguidores, zaccarianos todos os dias;
  3. Manter um projeto de voluntariado para o verão que involva todos os jovens zaccarianos do Brasil, do mundo;
  4. Aprender a pedagogia da gradualidade (SAMZ): SAMZseguidores dia a dia.

Concluo:

  1. Ontem, Érico dizia que devemos ser melhores (nós devemos e queremos ser melhores), que nenhum de nós é perfeito para falar da palavra de Deus: nenhum é perfeito, mas Deus nos deu a sua perfeição, o Espírito Santo para ler e viver a palavra de Deus;
  2. Uma citação do nosso Fundador:

Ó maravilha da estupendaarte das coisas feitas por Deus! O homem é tal quecom a liberdade
da sua alma pode fazer que… o mal os seja bem (Sermão V), que a perfeição cresça;

  1. Um vídeo que nos faça compreender como se pode pensar e viver a fé: Run with heart on fire, coreography by BH.

Obrigado,

pJgiannic e Pedro

In missione per conto di Dio

“In missione per conto di Dio” era il famoso motto dei Blues Brother: solo una battuta? Una realtà che per il cristiano dovrebbe essere continua. Il cristiano è in perenne “missione per Dio”.

Oggi la Chiesa celebra la giornata mondiale missionaria per sollecitare tutti noi a pregare per le missioni ma specialmente per ricordarci la dimensione missionaria propria di ogni credente, di tutta la Chiesa.

Se una volta la dimensione missionaria richiamava esclusivamente l’andare ad annunciare il Vangelo in terre lontane, oggi non può più essere così. In una Europa che non è più cristiana, in una Italia che sta raggiungendo livelli minimi di cristianesimo, livelli alti di ateismo e livelli altissimi di indifferenza la missione deve essere anche per se stessi. I molti sacerdoti stranieri in arrivo nel vecchio continente sono la spia d’allarme!

La missione perciò riguarda prima di tutti ognuno di noi uomini di fede, mette in gioco la nostra fede, il nostro essere cristiani, la nostra testimonianza del Vangelo.

Come gli Apostoli e i primi cristiani hanno messo in gioco se stessi a partire dal Vangelo, altrettanto e di più è chiesto a noi oggi!

La preghiera del fariseo e del pubblicano al tempio (ascoltata oggi alla messa) sono l’emblema di cosa significhi mettere in gioco se stessi. Il missionario non è colui che offre sterili giudizi sul mondo intorno a se, mondo di cose e persone sulle quali scaricare il proprio sapere, anche la propria fede. Il missionario è colui che riconoscendosi bisognoso dell’amore misericordioso di Dio annuncia agli altri questo grande dono di Dio per tutti.

Attraverso la figura del pubblicano Gesù ci esorta a umiliarci nel senso di lasciarci accogliere e perdonare da Dio, che con la sua forza può curarci e guarirci; a non perdere tempo a guardare fuori di noi, scrutando gli altri con occhio cattivo e spiando i loro peccati; ad accettare di riconoscere la nostra condizione di persone che “non fanno il bene che vogliono, ma il male che non vogliono” (cf. Rm 7,19). Il pubblicano si è affidato a Dio, invocando come unico dono di cui aveva veramente bisogno la sua misericordia.

Questa consapevolezza propria del pubblicano, che lo rimette in circolo con Dio e con l’umanità bisognosa di salvezza deve diventare consapevolezza di ognuno di noi per poter essere credibili nell’annuncio della bella notizia che il Battesimo e la Cresima ricevuti ci impegnano a perseguire.

Ci sono una sete di Dio, da una parte, e una indifferenza di Dio dall’altra che non possono lasciarci tiepidi, bensì devono farci correre verso Dio e verso il prossimo.

Con questo spirito vogliamo anche noi giovani barnabiti celebrare questa giornata missionaria mondiale ricordando tutti i nostri fratelli sacerdoti e non che vivono in prima linea l’annuncio del Vangelo e sollecitando tutti noi a rispondere alla domanda di missione personale che Dio ha per tutti noi.

Siamo sempre in missione per conto di Dio!

 

 

Gan crazy, di Joseph H. Lewis

I piani alti di questo blog preferiscono che vengano recensiti film “non vetusti” per una serie di ragioni – tra cui il fatto che siano “difficilmente reperibili” e “di scarsa fruibilità”.

Il primo anno di triennale al corso “Istituzioni di storia del cinema” il professore esordì citando Tucidide: «Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro». Allora capii – fui costretto a capire – che oggi non ci sarebbe stato alcun Allen senza Keaton, nessun Argento senza Murnau, né un Virzì senza De Sica.

Facciamo un salto indietro, di 66 anni, nel 1950.

A nove anni di distanza dal “debutto noir” di Humphrey Bogart nel primogenito del genere, Il mistero del falco, si considerava come b-movie quello che poi sarebbe diventato uno dei capolavori più acclamati del cinema indipendente americano anni ‘50 – Gun Crazy (titolo alternativo, forse per i più maschilisti, Deadly is the Female).

Prima che nascesse la New Hollywood, prima di Bonnie and Clyde e Dennis Hopper, allora c’era Gun Crazy. Cinetico, psicosessuale lungometraggio di Joseph H. Lewis, fu in grado di gettare alcune tra le basi creative più solide del cinema americano del ventennio seguente, benché sia prima dovuto arrivare fino in Europa per poi vantarsi di una reputazione back in patria.

Allora, infatti, sembrava che solo i critici francesi – fuori dai già citati cinéma – ne cogliessero in toto il valore; e idolatrarono Gun Crazy per la sua tenebrosità, le emozioni crude e l’enorme portata innovativa, di cui ne è un esempio la sequenza della rapina in banca in long-take (cfr. Victoria (Schipper, 2015)) girato all’interno della macchina con un dialogo in gran parte improvvisato.

Quegli stessi critici francesi sarebbero poi diventati i registi della Nouvelle Vague, che fu a sua volta idolatrata da una generazione di aspiranti cineasti americani, molti dei quali non si resero conto che il nervosismo associato al movimento francese ebbe in realtà origine proprio in quello americano.

Quindi sarebbe forse più appropriato scrivere che Gun Crazy, che rappresentò uno degli esempi di cinema più sfacciati per i francesi e per gli americani che impararono da loro, sbucò dalla purga più repressiva mai conosciuta a Hollywood: la “lista nera”. E nemmeno Lewis stesso sapeva che questa storia di violenza sessualizzata e amour fou criminale venne scritta da nientedimeno che Dalton Trumbo, la cui paternità autoriale sarebbe rimasta ignota fino al 1992.

Pochi mesi dopo l’uscita del film Trumbo dovette scontare un periodo di lavori forzati in una prigione federale per un episodio di oltraggio alla corte. Risulta perciò facile leggere una rabbia più ampia e profonda nelle frustrazioni incontrollate del film, unite alla libertà di movimento della macchina da presa di Lewis, a tutti quei long takes e agli strati d’ombra e nebbia che hanno contribuito a elevare Gun Crazy a “perla” del cinema d’oltreoceano di metà secolo, oro per qualsiasi studente di cinema e non.

Un noir con tutti gli ingredienti al posto giusto – e in giusta quantità: una storia frenetica, rapine memorabili, una femme fatale dominante, un’ossessione per le pistole e l’attrazione fatidica tra due giovani dal grilletto facile – il tutto suggellato dall’uso quasi spasmodico della traccia “Mad About You” di Victor Young e Ned Washington.

Io ho avuto il lusso di poterlo vedere poche settimane fa su grande schermo, ma per chi dovesse continuare con la storia della reperibilità, Gun Crazy è disponibile:

  • su Netflix,
  • in DVD tramite Amazon,
  • in digitale su iTunes,
  • VUDU,
  • e in HD su Google Play.

“Abbondante reperibilità”.

Fabio Greg Cambiali

Alessandro Sauli santo tenace

Cari GiovaniBarnabiti,

oggi la Chiesa e i Barnabiti ricordano Sant’Alessandro Sauli (Milano 1534- Pavia 1592).

In un momento di difficoltà per la giovane famiglia zaccariana questo giovane di nobile famiglia fu tenace nel chiedere di entrare a far parte dei Barnabiti; provò la verità della sua vocazione accentando la prova di predicare Gesù Crocefisso in p. dei Mercanti a Milano carico di una grande croce, in mezzo al popolo e ai nobili suoi amici.

Ma altre difficili prove, ben più difficili, dovrà affrontare questo Barnabita nel corso della vita. Guidare il giovane Ordine religioso già all’età di 33 anni; lasciare l’insegnamento all’Università di Pavia per trasferirsi in Corsica come Vescovo per rifondare il clero e la chiesa locale ma anche la società corsa; tornare a Pavia come Vescovo impegnandosi per la riforma della Chiesa; affrontare le fatiche della cura della Chiesa sino alla morte l’11 ottobre a Calosso d’Asti.

Per le sue virtù, per la sua continua dedizione agli studi è patrono dei giovani barnabiti: quanti scelgono la consacrazione religiosa ovvero vivono la spiritualità di SAMZ.

Dai suoi commenti e omelie segnaliamo questo passaggio:

«Che all’uomo piaccia la suprema bellezza di Dio e accetti di mettersi al suo servizio, non c’è da stupirsi; ma che Dio ami, desideri e diventi in qualche modo servo avvinto e preso dal nostro amore, questa è veramente cosa degna di ammirazione, questo è il supremo onore del quale dobbiamo gloriarci senza insuperbire… Questa bellezza deve essere interiore e non esteriore, poiché a nulla giova apparire belli agli uomini e deformi a Dio: angeli di fuori e diavoli dentro… Pertanto, mentre l’anima è stata elevata a tale dignità da diventare sposa di Dio, l’uomo non deve essere negligente e quasi trascurato, anzi quanto più lo Sposo è nobile, tanto più la sposa deve impegnarsi a piacergli, attendendo all’acquisto di tuttee le virtù»

Momento di svolta per difendere il pianeta

New York, 6 ottobre 2016

L’accordo sul clima di Parigi (Cop21) entrerà in vigore il prossimo 4 novembre. Lo hanno confermato da New York fonti delle Nazioni Unite, precisando che è stato raggiunto il numero minimo di paesi necessario ad avere ratificato l’intesa. «Oggi è un giorno storico e un momento di svolta nella nostra lotta per difendere il pianeta e le generazioni future», ha di- chiarato in una nota il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. L’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici — ha aggiunto il presidente — «da solo non risolverà la crisi, ma è l’opportunità migliore per salvare la terra». Quella sul clima è «una sfida che nessun paese può affrontare da solo, dobbiamo affrontarla insieme», ha concluso Obama.

Il sito della convenzione delle Nazioni Unite sul clima ha specificato che 72 paesi, che rappresentano il 56,75 per cento delle emissioni nocive mondiali, hanno depositato nelle ultime ore i loro strumenti di ratifica presso il segretariato dell’Onu, aprendo così la strada all’entrata in vigore del trattato, che, quindi, avverrà prima dell’inizio del summit Cop22, in programma dal 7 al 18 novembre a Marrakesh, in Marocco.

(L’Osservatore Romano – 7 ottobre 2016, 3)

Economia, lavoro e dottrina sociale della Chiesa

Dal momento in cui l’economia è stata definita scienza, sempre più aspetti della vita dell’uomo hanno iniziato a essere soggetti a valutazioni economico-numeriche e finanziarie; come se il fine ultimo fosse l’economia stessa, la moneta, cosa che ha comportato nel tempo fenomeni come la sproporzionata distribuzione della ricchezza e il collasso dei mercati. In altre parole, l’economia non viene più vista come strumento per migliorare la vita dell’uomo, bensì diventa il fine ultimo, ciò per cui ognuno di noi lotta durante la propria quotidianità.

Il mondo economico, inteso in senso più ampio, ossia come sistema economico moderno, dovrebbe esistere a servizio dell’uomo, non come padrone di esso; in effetti è molto sottile il confine tra le due cose e vale la pena analizzare la questione partendo da un aspetto fondamentale, forse il più importante, legato all’economia sin dai tempi più antichi: il lavoro. Il lavoro è stato oggetto di dibattito nel corso dell’intera storia dell’uomo, in particolar modo negli ultimi due secoli, teatro nell’industrializzazione che ha invaso e modificato in modo permanente il sistema economico e che ha poi portato, negli anni, ai meccanismi economico-finanziari moderni. Si pensi, ad esempio, a Karl Marx, che vedeva il lavoro svolto dagli operai (da lui definiti “proletari”), nel mondo capitalistico, come alienazione degli stessi; oppure Frederick Taylor, ingegnere e padre del c.s. Taylorismo, che esegue un’analisi scientifica sul lavoro operaio, tanto da far sembrare gli operai come macchine, strumenti e non più come uomini: tutto ciò per aumentarne l’efficienza e, in altre parole, la produttività.

Su tale aspetto si è soffermata anche la Chiesa la quale ha inteso elevare l’elemento “lavoro” a un concetto ben più nobile rispetto a un semplice atto quotidiano e strumentale alla produzione di valore per l’impresa. Il lavoro è: “la chiave essenziale di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo” (Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 3, 1981) avente “due caratteri impressigli da natura, cioè di essere personale […] (e) di essere necessario, perché il frutto del lavoro è necessario all’uomo per il mantenimento della vita, mantenimento che è un dovere imprescindibile imposto dalla natura” (Leone XIII, Rerum novarum 34, 1891- concetto del “dualismo del lavoro”).

Proprio da tali spunti, peraltro presenti anche (e a maggior ragione) all’interno del libro della Genesi (lavoro come ordine Divino “riempite la terra e sottomettetela” e lavoro come mezzo di sostentamento “con il sudore della tua fronte tu mangerai il tuo pane”), la Dottrina Sociale della Chiesa ha definito in senso più moderno e pratico il valore e l’importanza del lavoro, riconoscendo, fra gli altri, il grave errore dell’economia moderna di anteporre il materialismo economico alla dimensione spirituale di essa, ossia l’operare dell’uomo, i valori morali e simili, errore tutt’altro che latente nella scienza economica.

Detto ciò, assistiamo a uno scenario mondiale in cui è l’uomo a essere al servizio dell’economia e non, invece, l’economia a essere al servizio dell’uomo, come dovrebbe essere. Tale paradosso, com’è comprensibile, ha numerosi effetti sull’umanità e il più lampante e immediato è quello della disoccupazione. Il motivo di ciò è facilmente comprensibile, in quanto l’esubero della forza lavoro è condizionato dalla necessità e dalla natura della produzione di beni e servizi, secondo leggi dettate dall’economia stessa, dalle sue esigenze e, non, da quelle dell’uomo.

Infatti, la legge economica che disciplina l’esubero di un macchinario o di qualsiasi strumento produttivo, disciplina anche l’esubero di forza lavoro, riducendo l’essere umano alla stessa stregua di un oggetto. Ciò riassume tutto il male cui vanno contro i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, ossia i principi di personalità, di bene comune, di sussidiarietà e di solidarietà.

Il primo, forse il più importante ed emblematico, identifica l’uomo come soggetto, fondamento e fine della vita sociale, cui deve esserne strumento l’economia e non viceversa; il secondo, invece, ha finalità ben precise identificate, fra le molte altre, nell’occupazione, nell’evitare categorie sociali privilegiate e nella proporzione tra salari e prezzi; i terzo indica l’intervento compensativo e ausiliario degli organismi sociali più grandi a favore dei singoli e dei gruppi sociali più piccoli; il quarto, infine, definisce e promuove l’importanza della carità, volta a combattere l’egoismo e l’auto-centrismo sociale che si è ormai radicato come un cancro nelle società moderne.

Alla luce di quanto esposto, risulta con chiarezza solare come il problema di base sia da identificarsi nel sistema in sé, quel sistema su cui si basa l’intera società moderna, che mira all’efficienza produttiva piuttosto che al soddisfacimento delle necessità di tutti gli esseri umani; che predilige il guadagno di pochi rispetto ad un’equa distribuzione della ricchezza; che persino, in molti casi, riduce la religione ad un mero compito che si manifesta nell’”andare in chiesa” e “lasciare l’offerta” invece di seguire i principi della Dottrina Sociale della Chiesa ed interrogarsi su ciò che davvero è giusto, etico e qualificante per l’essere umano come vera dimensione da salvaguardare e da anteporre al resto. Quel sistema che, d’altra parte, è stato creato dall’uomo stesso. Infatti,

«Gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. […] Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d’altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore (Gaudium et spes 21)».

Tommaso Carretta

Un meritato … divano

Dopo #Krakow2016, che ha visto radunati più giovani dal mondo delle nostre attività pastorali barnabitiche, si conclude a Milot, Albania, il #KampiVeror2016: un campo scuola dove giovani di diverse età e provenienze hanno dato tempo, fantasia, preghiera e azione per animare 100 bambini di questi villaggi sconosciuti ai più, ma non a Dio!
Non sono le uniche attività estive dei Padri Barnabiti, ma sicuramente le più “significative” per cui è giusto ringraziare anche questi giovani che hanno creduto nel nostro lavoro e ci hanno testimoniato gioia, pace, giustizia, verità, dedizione, stanchezza e voglia di continuare. Nel mondo lacerato da violenze e soprusi, nel mondo dove sembra prevalere l’arroganza e il pessimismo la voglia di spendersi per altri, di spendere il proprio tempo a Milot piuttosto che al mare o chissà dove è segno di misericordia di Dio e di speranza.
Misericordia perché dove si lavora con gratuità e dedizione per bambini sconosciuti là agisce la grazia di Dio, là si prepara la propria salvezza eterna, perché qui e non dopo comincia l’eternità di cui tutti hanno sete.
Speranza perché dove si lavora con pazienza e disponibilità con propri coetanei si contribuisce a dare credibilità, responsabilità, voglia di futuro migliore per il proprio paese, l’Albania.
Grazie e questi giovani che invece di Mercedes o fabbriche che normalmente sfruttano donne e uomini in Albania, hanno portato l’idea di un’Italia capace di donare il proprio tempo, la propria esperienza educativa, il sogno di poter condividere un mondo migliore.
Scoprire e riconoscere che i bambini di 20, 10 anni fa sono gli animatori e gli amici di oggi; notare che genitori prima “assenti” dalle attività dei propri figli, chiedono e condividono la passione educativa e la voglia di giocare dei più piccoli aiuta a credere di più in se stessi, nelle proprie possibilità di lasciare un segno.
Il segno della fatica educativa che premia quanti non hanno paura di sognare il futuro in Italia, in Albania, in Europa.
Si dice che i giovani non sono solo oggetto di consumo o voglia di far rumore, ma anche persone capaci costruire con senno. L’esperienza di questa estate 2016, a Krakow per un verso, a Milot per un altro è il frutto di un attento e voluto cammino di collaborazione nel quale adulti, preti e laici e suore, e giovani hanno sognato e costruito insieme il futuro di un piccolo villaggio d’Europa.
Senza superbia, ma con un pizzico di orgoglio possiamo dire che in questa estate2016 ha vinto la fiducia reciproca tra adulti e giovani, hanno vinto quelle responsabilità e partecipazione che la Chiesa con passione ci chiede.
E ora credo che papa Francesco non si arrabbierà se consiglierò a tutti noi di ricorrere per qualche giorno a un bello e comodo … divano! Per ripartire con grinta il prossimo autunno.
Grazie a tutti i SAMZfollower 2016!

P. Giannicola M. Simone
Uff. Pastorale Giov. PP. Barnabiti