Il nostro unico vanto

Oggi vogliamo pregare avendo in mente un solo proclama inneggiante al nostro buon Dio,
amico degli uomini e medico delle anime nostre,
che nella sua onnipotente umiltà,
ha il potere di morire Lui per noi,
e di dare la vita sia ai vivi che ai morti!
(il vero potere è questo, tutti siamo capaci di togliere la vita, ma nessuno di darla!)
sia questo il nostro unico vanto!
Sia questo il vanto che sostiene la nostra preghiera per tutti i perseguitati
in Siria, Palestina, Iraq e tutto il Medioriente.

In questi giorni la delegazione dei cristiani greco-melkita guidata da p. Emiliano M. Redaelli archimandrita, è stata invitata dall’ambasciata irachena in Italia, tramite l’ambasciatore iracheno presso la santa sede, a partecipare alla festa Al ghadir degli sciiti in onore dell’Imam Alì ad Al Najaf. Padre Redaelli terrà il discorso di saluto davanti alle autorità locali.
L’occasione permette anche di visitare i profughi e le comunità cristiane del luogo.
Preghiamo per il buon esito della missione e il dialogo tra i diversi credenti.

Buona preghiera.

Continuare a pregare per la giustizia

Oggi, mentre la chiesa orientale festeggia la memoria dei santi padri che hanno speso la loro vita, riflessione e pensiero e preghiera per meditare le Scritture e in premio il Signore ha concesso loro di capire le verità della fede (i dogmi) poi a noi donate nel concilio di Nicea (325), chiediamo loro, confidenti amici del Signore, veri e propri teofili (amanti di Dio) e teologi (studiosi di Dio), di concedere grande forza e coraggio a quanti sono perseguitati per aver accettato quei dogmi da loro ricevuti e di donare coraggio a quanti hanno per istituzione il dovere di difendere in ogni modo quegli stesi dogmi e chi li accetta.

Curdi

Donne curde assistono ai combattimenti contro l’Isis a Koban

Preghiamo con fede e cuore sincero, immedesimandoci nei nostri fratelli perseguitati, perché il loro dolore e la loro paura deve essere la nostra: siamo un corpo solo.

La Basilica di S. Maria in Cosmedin continua a mantenere, ora più che mai, tra le normali litanie della liturgia due Litanie speciali per la Pace in Siria e in Medio Oriente. In questi giorni particolarmente duri per quella Regione, ama aggiungere a chiare lettere anche l’Iraq, vista la sempre tragica e persistente situazione di violenza, barbarie, ingiustizie mostruose ed inaccettabili che continua a mietere vittime innocenti sotto il silenzio e l’attenta distrazione e vergognoso silenzio di questo mondo ormai soggiogato da diplomazie servili e giochi d’interessi, incapace ormai di provare dolore e indignazione per quello che è divenuto l’ormai solito sangue degli orientali che viene versato come fosse acqua. Innanzi alle inammissibili esecuzioni in nome e per la fede perpetranti le anacronistiche pulizie etnico-religiose a cui siamo costretti assistere inermi, la Basilica, e noi in stretta comunione, continuerà a pregare così finché non torni a regnare il silenzio delle armi e risuoni invece la bella melodia della giustizia ed una volta per tutte sia chiarito che ogni essere umano ha diritto alla vita e di viverla in piena libertà di coscienza, essendo tutti uguali.

Padre nostro…

Accogli invano la grazia di Dio?

Con il pensiero fisso ai fratelli ingiustamente sofferenti e alla Croce salvifica, chiediamo al Signore la fermezza nella fede per credere alla Sua Parola e per gettare le reti delle nostre vite sulla Sua Parola.
Continuiamo a pregare per la Pace in Siria e in Medio Oriente, ed in questi giorni particolarmente duri per quella Regione, anche l’Iraq e la Palestina vista la sempre tragica e persistente situazione di violenza e barbarie mostruose ed inaccettabili che continua a mietere vittime innocenti sotto il silenzio e la distrazione e il vergognoso silenzio del mondo stanco dell’ormai solito sangue degli orientali che viene versato come fosse acqua; delle inammissibili esecuzioni in nome e per la fede; delle pulizie etnico-religiose, e continuerà a pregare così finché non torni a regnare il silenzio delle armi e risuoni invece la bella melodia della giustizia ed una volta per tutte sia chiarito che ogni essere umano ha diritto alla vita e di viverla in piena libertà di coscienza, essendo tutti uguali.

Il nostro cammino all’ombra della Croce continua sotto la sua protezione e garanzia continua. È, infatti, questo il tempo in cui ancora oggi, nonostante tutto, neanche innanzi alla più grande offerta, quella di avere la vita salva in cambio della conversione, esistono dei cristiani che “lasciano tutto e lo seguono” sulla strada della Croce.
Indesiderati a casa loro, eppure è notissimo che sono nati là; perseguitati e condannati a morte per cancellare la loro esistenza dalla storia, ed ecco vivono, esistono e si presentano al mondo come collaboratori di Dio, come suo frutto che non finisce e non può finire per mano d’uomo; puniti, ma non messi a morte; poveri, perché derubati di tutto e hanno fatto ricchi molti, i loro aguzzini e coloro che li assumono ad esempio; gente che non ha più nulla e invece possiede tutto! Ha la fermezza nella fede, ha il coraggio della fede e il rispetto della libertà altrui, della vita. (Cfr 2 Cor 6, 1-10). La domanda oggi è, ho io tale fermezza? O sto solo accogliendo invano la grazia di Dio?
Buona preghiera a tutti

Iraq, Palestina e Siria

La Basilica di S. Maria in Cosmedin continua a mantenere, ora più che mai, tra le normali litanie della liturgia due Litanie speciali per la Pace in Siria e in Medio Oriente, e in questi giorni particolarmente duri per quella Regione, ama aggiungere a chiare lettere anche l’Iraq e la Palestina vista la sempre tragica e persistente situazione di violenza e barbarie mostruose ed inaccettabili che continua a mietere vittime innocenti sotto il silenzio e la distrazione e il vergognoso silenzio del mondo stanco dell’ormai solito sangue degli orientali che viene versato come fosse acqua; delle inammissibili esecuzioni in nome e per la fede; delle pulizie etnico-religiose, e continuerà a pregare così finché non torni a regnare il silenzio delle armi e risuoni invece la bella melodia della giustizia ed una volta per tutte sia chiarito che ogni essere umano ha diritto alla vita e di viverla in piena libertà di coscienza, essendo tutti uguali.

Preghiera:

Avanza oggi la croce del Signore: i credenti l’accolgono con amore e ricevono guarigioni per l’anima e per il corpo, e da ogni malattia.

Salutiamola con gioia e timore: con timore a motivo del peccato che ci rende indegni; con gioia a motivo della salvezza che elargisce al mondo il Cristo Signore in essa confitto, lui che possiede la grande misericordia.

Preghiamo il Signore affinché per intercessione della sua Santa Croce abbia misericordia di tutti i perseguitati del mondo.

Esaltazione della santa Croce

Cari amici, mi scuso per il ritardo,

continuiamo a pregare con i cristiani perseguitati guidati dalla croce di Cristo
di cui ieri abbiamo celebrato la festa in tutte le chiese cristiane.

Apparsa tra puri splendori alle genti ottenebrate nello sviamento dell’errore,
effondendo su di loro il divino fulgore,
la croce divina le unisce al Cristo in essa confitto,
che elargisce la pace alle anime nostre.
(Dal grande vespro della festa dell’esaltazione della Croce).

Preghiamo Dio
che per intercessione della sua preziosa e vivificante croce
ci salvi e doni pace al mondo che è suo.
È questo il giorno opportuno per ricordare tutti i nuovi martiri
che pur di non abbandonare la fede,
hanno scelto di pendere dalle croci
che i loro uccisori hanno fabbricato in segno di ingiuria massima
e a motivo di condanna del Dio in cui credevano
e per il quale hanno scelto di morire,
preghiamo di avere la loro stessa fede e coerenza!
Crediamo nella potenza della croce!

In questo preciso momento storico

Continua la nostra preghiera per i cristiani perseguitati in comunione con la chiesa di S. Maria in Cosmedin, sede dei cristiani greco-melkiti. Oggi (7 settembre), vigilia della festa della natività di Maria, la Madre di Dio, colei grazie alla quale il mondo ha conosciuto il suo Salvatore, siamo chiamati a iniziare la nostra riflessione sulla Croce, il distintivo di noi cristiani. Oggi, in questo preciso momento storico durante il quale i cristiani sono ferocemente perseguitati su scala mondiale e contemporaneamente anche offesi tramite il nostro segno distintivo, la Croce, la Chiesa ci invita a leggere i segni dei tempi e a saper cogliere le differenze. È Paolo infatti che ci mette in guardia e illumina, facendoci ricordare che ieri come oggi, sono in molti a farsi potenti-prepotenti imponendo circoncisioni per assoggettare tutti alla medesima legge; ma ieri come oggi, chi costringe ad essere assoggettato a quella legge non la segue perché non l’aveva e mai l’avrà nel cuore rettamente (cfr. Gal. 6, 12-13), essendo accecati dalla propria prepotenza. Tali prepotenti infatti mai saranno in grado di comprendere l’intrinseca potenza della croce del Cristo. … Ecco perché oggi, come ieri e domani, l’essere appesi alla croce dai nostri persecutori, non è ingiuria come vorrebbero credere costoro, è anzi segno di vittoria per coloro che vi pendono, essendo la croce, da Cristo in poi, pegno di vita eterna. Ecco perché il legno della croce, irrorato oggi dal sangue innocente e coerente dei martiri di sempre, è virgulto, è fonte di vita eterna della Chiesa di un Dio che non giudica, ma che addirittura dona il suo unigenito figlio per noi, per la nostra salvezza. Preghiamo per i molti martiri di questi ultimi anni che ci insegnano la grandezza della coerenza e della bellezza della croce, chiediamo al Signore la forza di fede necessaria per questa coerenza e per così amare e comprendere la croce, strumento della nostra salvezza. padre Ntonas Haddad

Ricevuto dal papa il parroco di Gaza city

Dall’Osservatore Romano del 30 agosto 2014

Ha portato al Papa il “grazie” dei suoi parrocchiani di Gaza, un piccolo gregge di appena 136 anime che ha vissuto il dramma del conflitto sostenuto dalla vicinanza del pastore e dalla preghiera di tutta la Chiesa.
Ricevuto in udienza dal Pontefice nella mattina di venerdì 29 agosto, padre Jorge Hernández Zanni, religioso dell’istituto del Verbo Incarnato e parroco della Sacra Famiglia a Gaza, si fa voce — in questa intervista al nostro giornale — della riconoscenza dei fedeli per la vicinanza manifestata loro in più di un’occasione da Francesco.

Quali sono le sue prime impressioni dopo l’incontro con il Papa?
Il colloquio con Francesco è stato una grazia. Mai me lo sarei aspettato. Durante i giorni di guerra a Gaza, il Pontefice ha inviato alla parrocchia un messaggio via mail. Subito ho informato tutti i fedeli di questo dono. Non immagina il sollievo che ne hanno ricavato, per il solo fatto che il Papa abbia a cuore tutti noi.

Quale il contenuto del messaggio?
Innanzitutto, Francesco ci ha incoraggiato ad andare sempre avanti, a dare la nostra testimonianza, a essere “sale della terra”. Ha fatto riferimento alla visione soprannaturale della presenza dei cristiani in quel luogo. Non dimentichiamo che su quasi due milioni di abitanti a Gaza, i cristiani sono 1350, dei quali 136 cattolici e il resto ortodossi. Una minoranza importante. E il fatto che il Pontefice si occupi di noi è un gesto significativo.

E oggi che cosa ha rappresentato l’udienza con il Papa?
Ora, con questo incontro ho avuto la stessa certezza: il pastore è presente tra i suoi fedeli, offre incoraggiamento e sapienti consigli. È una grazia enorme per noi.

Com’è attualmente la situazione nella Striscia?
Grazie a Dio è stato concordato un cessate il fuoco duraturo, almeno per dare la possibilità di tornare ai negoziati in Egitto. Anche questo per noi è una grande grazia, perché le persone non ce la fanno più. Oltre ai danni, alla paura, la situazione è divenuta insostenibile per entrambe le parti in conflitto.

In questo momento qual è l’opera svolta dalla sua parrocchia?
La parrocchia della Sacra Famiglia è l’unica cattolica di Gaza. Durante il conflitto abbiamo ospitato più di milleduecento persone che scappavano dalle loro case. La nostra è stata una testimonianza di carità. Abbiamo accolto, appoggiato e sostenuto nel dolore molti rifugiati, anche fornendogli aiuti materiali, grazie alla Caritas internationalis che ci è sempre stata vicina. Devo dire che abbiamo sempre avuto l’appoggio incondizionato del patriarcato latino di Gerusalemme. Il patriarca Twal in persona si è occupato di farci avere gli aiuti umanitario e lui stesso ha telefonato più volte alla nostra comunità. Chi ha vissuto una guerra sa il valore straordinario di questi gesti. Ecco la presenza della Chiesa: una ferma testimonianza caritativa. Purtroppo, abbiamo avuto anche tre vittime tra la nostra comunità cristiana.

Preghiera del 31 Agosto 2014

Preghiamo per tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà dell’Oriente perseguitati.

Oggi chiediamo alla Vergine che ci salvi in questi momenti tremendi, così pregando:
O purissima sovrana,
tu che sei poderoso muro di cinta,
indistruttibile sostegno e salvezza del tuo popolo e della tua città,
hai dato come splendida difesa la tua preziosa cintura,
che salva da ogni sorta di sventure quanti la onorano con fede e con fervido zelo,
o sposa di Dio, salvaci!

Nella liturgia orientale oggi 31 agosto si fa memoria della deposizione nella santa urna della preziosa cintura della santissima madre di Dio.

Certo per noi occidentali è un fatto di tradizione, ma la preghiera qui sopra espressa ci indica il senso della fede di questa tradizione. Preghiamo con zelo per la salvezza del popolo cristiano dalla tirannica barbarie persecutoria che si è abbattuto su di esso.

Veramente la cintura della preghiera ripari da ogni male quanti sono perseguitati e anche ognuno di noi. Le preghiere sono tratte dalle liturgie dei cristiani greco-melkiti, che hanno sede in Italia a Roma, Basilica S. Maria in Cosmedin.

Preghiera del 22 Agosto 2014

Cari amici,

credo che quanto sta accadendo in tutto il mondo mediorientale non possa lasciarci in silenzio e ci chiede almeno di pregare e di pregare in abbondanza. Gli appelli di papa Francesco non possono essere lasciati in un angolo, appelli per tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà perseguitati a causa delle proprie idee. Siamo di fronte a una 3 guerra mondiale sparsa (dalla Libia all’Ucraina, attraverso il Medioriente)? Non lo so, so solo che possiamo almeno pregare con tutte le nostre forze. Per questo motivo ogni domenica pubblicherò la preghiera che si leva da una piccola chiesa di Roma, S. Maria in Cosmedin (quella della bocca della verità), curata dai cristiani cattolici di rito greco-melkita. Cristiani che hanno sede centrale a Damasco; cristiani che usano l’arabo come lingua per rivolgersi a Dio; cristiani ai quali sono state distrutte chiese dei primi secoli del cristianesimo. Forse non sarà tanto, ma vi assicuro che per loro, sapere che noi preghiamo per loro e con loro è di grande, grande, grandissimo sollievo.

Grazie

padre Giannicola M. Simone b.

preghiera di domenica 17 agosto 2014

 

La Basilica continua a mantenere, ora più che mai, tra le normali litanie della liturgia due Litanie speciali per la Pace in Siria e in Medio Oriente, ed in questi giorni particolarmente duri per quella Regione, ama aggiungere a chiare lettere anche l’Iraq vista la sempre tragica e persistente situazione di violenza e barbarie mostruose ed inaccettabili che continua a mietere vittime innocenti sotto il silenzio e la distrazione e il vergognoso silenzio del mondo stanco dell’ormai solito sangue degli orientali che viene versato come fosse acqua; delle inammissibili esecuzioni in nome e per la fede; delle pulizie etnico-religiose, e continuerà a pregare così finché non torni a regnare il silenzio delle armi e risuoni invece la bella melodia della giustizia ed una volta per tutte sia chiarito che ogni essere umano ha diritto alla vita e di viverla in piena libertà di coscienza, essendo tutti uguali.

–           In modo particolare preghiamo per i responsabili di questa nobile terra di Siria e d’Iraq. Concedi loro saggezza, lungimiranza e perseveranza; che essi non cedano mai allo scoraggiamento nel loro impegnativo compito di edificare la pace duratura a cui tutti i popoli anelano, preghiamo il Signore.

–           Ti preghiamo per tutti i popoli del Medio Oriente. Aiutali ad abbattere imuri dell’ostilità e della divisione e a edificare insieme un mondo di giustizia esolidarietà, preghiamo il Signore (Dalla preghiera del Santo Giovanni Paolo II per la Pace in Terra

Santa, Chiesa Greco Ortodossa di Quneitra, Siria, lunedì 7 maggio 2001).