Spulciando il web trovo un’intervista del giornalista Aldo Cazzullo a una sconosciuta (almeno a me) Sofia Viscardi. Lei non ha ancora 19 anni e ha un milione e mezzo di follower su Instagram, 500 mila su Twitter, 200 mila amici su Facebook. (http://www.corriere.it/italiani//notizie/sofia-viscardi-vi-spiego-chi-sono-vostri-figli-a8845916-eb26-11e6-ad6d-d4b358125f7a.shtml#commentFormAnchor).

Conoscendo Cazzullo, interessato a tutto ciò che riguarda i giovani mi sono precipitato nella lettura e ne sono uscito … un poco tiepido!

Perché investe in questo modo il suo tempo? Veramente i nostri giovani vivono sulla scia di tale Sofia?

Perciò ho sollecitato amici giovani, meno giovani e genitori sull’articolo.

L’intervista piace e non piace anche se ci si chiede chi sia poi questa così famosa Sofia: basta essere una youtuber per diventare famosa, interessante?

Sofia sembrerebbe interessare come amica almeno per la carica positiva che sprigiona, ma non è il tipo di amica che si vorrebbe avere per forza.

Sicuramente chi è famoso potrebbe diventare un idolo, ma nessuno dei nostri intervistati si scambierebbe con lei. In particolar modo A. afferma che vivere la vita di altri è un po’ un rifiuto della propria, un’esigenza di scappare dai problemi personali, andando poi a rifugiarsi nella vita di chi questi problemi non li ha.

Sofia appare una ragazza grintosa ma ognuno è contento della propria grinta, anzi C. non trova Sofia particolarmente grintosa; il suo essere frizzante appare vagamente superficiale e troppo pieno di sé!

C’è poi il rapporto con i genitori nel quale tutti concordano di avere genitori capaci di sollecitare obiettivi adeguati al proprio figlio, spronati a raggiungerli.

E se Sofia fosse nostra figlia? Gli intervistati su questo sono abbastanza unanimi, non vorrebbero una figlia così, tantomeno così social sin dalla tenera età; se poi dovessero emergere delle inclinazioni particolari allora si bisogno appoggiarle. M. in special modo aggiunge: francamente non le avrei lasciato in partenza la libertà di utilizzare cellulari e web in tenera età, quindi probabilmente non avrei favorito questa inclinazione… se si fosse presentata dopo questa sua capacità o interesse avrei cercato di capirla.

Più approfondito e comprensibile la riflessione sulla scuola che seppure ha delle regole che vanno seguite dovrebbe essere più elastica nel comprendere i valori degli alunni, ma come potrebbe seguire tutti? Possibile che nessuna scuola comprenda il talento di Sofia?

Se invece gradite una risposta secca e unanime allora è quella sul sesso: richiede dei sentimenti, dei legami, non delle occasionalità, in questo Sofia ha ragione!

I social, i social, i social… strumenti così imposti, così diventati necessari, così incapaci ma anche unici a volte nel raccontare chi sei. Veramente i social raccontano la verità di te? A. attraverso i sociali noi possiamo quasi ‘trasformarci’. Ad esempio un ragazzino timido non lo fa vedere sui social. Tu diventi tutto nel social, incalza M., ma la realtà è virtuale quindi nei fatti nella vista reale sei niente. Questo è quello che penso. Sofia sta facendo molte cose ma chi è veramente? Mentre per L. i social mostrano un’idealizzazione di noi stessi. Infine, R. si chiede se siamo realmente siamo capaci di mantenere una nostra autonomia, di saper gestire noi questi strumenti o ci facciamo gestire?

Forse il sottile confine di questa intervista è sollecitarci a capire come e cosa comunichiamo o, per restare nel tema di questo numero: quale e quanto tempo dedichiamo a raccontarci e raccontare chi siamo e come siamo?

Vi farò sapere le reazioni di Cazzullo.

pJgiannic