#JuZacSinodo2018
con questo #hashtag creato dai nostri Giovani Zaccariani anche noi Barnabiti e giovani delle nostre comunità abbiamo cominciato a preparare il prossimo Sinodo dei vescovi: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
Voluto fortemente da papa Francesco, tutta la Chiesa è chiamata a riflettere sul modo in cui sta lavorando con il mondo dei giovani in tutte le sue latitudini umane e geografiche e a cercare delle risposte alle loro domande.
La lettera che papa Francesco ha scritto per presentare gli obiettivi del Sinodo indica chiaramente quale deve essere il metodo da seguire per ragionare e trovare delle risposte: pregare, convocare, ascoltare, ragionare, discernere, scegliere.
È molto chiaro anche nel documento di preparazione questa attenzione a curare l’ascolto e il coinvolgimento dei giovani vicini e lontani per verificare meglio se forse la nostra cura pastorale dei giovani non abbia bisogno di una riforma.
Come possono notare i più attenti conoscitori della nostra spiritualità zaccariana, questo metodo è molto vicino alla pedagogia barnabitica nei secoli che ha sempre voluto i i giovani non come oggetto passivo, bensì come soggetto attivo del proprio lavoro educativo ed evangelizzatore.
Sollecitati dall’invito del papa, volendo “scendere dal divano” sul quale spesso ci piace rintanarci, abbiamo cominciato a incontrare i giovani del Brasile, del Chile, dell’Argentina, quindi quelli italiani e messicani proprio per preparare una riflessione adeguata da inviare al Sinodo dei Vescovi. Non manca poi il coinvolgimento dei padri deputati alla pastorale giovanile convocati a Rio de Janeiro e a Brussel. La Chiesa non è solo i ministri ovvero i fedeli, la Chiesa è l’insieme del popolo di Dio che cerca di crescere per rendere presente il Regno di Dio.
La prima reazione dei giovani a questa convocazione è stata quella di apprezzare che si chiedesse il loro punto di vista, che si ascoltasse la loro esperienza cristiana con tutte le fatiche che essa comporta; la seconda reazione è stata quella di gradire il confronto con i loro pastori; la terza reazione quella di non voler perdere il treno della riforma, specialmente perché tanti loro coetanei necessitano di ascoltare la bella notizia, ma anche perché non facile essere cristiani senza rischiare di venire chiusi in un angolo.
Al momento non abbiamo ancora il dettaglio del cammino che vogliamo percorrere, lo troverete sul nostro blog, ma la voglia di fare con professionalità è sicuramente il primo e necessario buon auspicio per un buon lavoro.
Una cosa è certa, chiederemo a tutti voi, personalmente e in comunità, di pregare perché questo cammino di discernimento porti i frutti sperati.
Invochiamo insieme s. Alessandro M. Sauli perché accompagni i giovani e i loro pastori a riconoscere l’“odore delle pecore” che vogliamo condurre.

Ufficio di Pastorale Giovanile dei Padri Barnabiti