La realtà cui si rivolge Laudato si

Un metodo cristiano, che segue dal Concilio Vaticano II è quello di ascoltare il mondo prima di offrire delle proposte di soluzione; certo è un cammino più lungo, ma è il metodo di Dio che ha mandato il suo Figlio per imparare la lingua degli uomini così da poter insegnare a questi la sua lingua.
La nostra tradizione barnabitico/zaccariana potrebbe dirci: forte della tua conoscenza di Cristo impara a conoscere la quotidianità dell’uomo per condurlo a Cristo.
Il dato di fatto è la velocità dei cambiamenti socio/culturali che contrastano con la naturale lentezza del tempo biologico, dell’universo e della persona. Cioè la nostra mente è più lenta del correre del mondo.
A seguito dei drammi e dei disagi apportati dalla fiducia irrazionale nel progresso, siamo invitati a «prendere dolorosa coscienza, a osare di trasformare in sofferenza personale quello che accade nel mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può apportare» (19).
Questo primo capitolo vuole analizzare, anche con informazioni dettagliate, le disfunzioni ecologiche del pianeta tenendo presente due costanti ineludibili riferimenti: il bene comune e l’uomo, specialmente il povero. Non basta parlare di ecologia se non si tengono continuamente presenti queste due coordinate, anche perché finanza e tecnologia agiscono volontariamente dimenticandole!
Se la natura ha un «modello circolare di produzione», la finanza e la tecnologia hanno invece come unico dogma il «modello dello scarto», della spazzatura! (22).
Da ciò ne conseguono tutti i problemi di cambiamenti climatici che però ancora non hanno portato «a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione, di consumo» (24), una mancata coscientizzazione che si rivolta sui paesi più poveri!
Il problema dell’acqua! Il mancato accesso all’acqua potabile, il generarsi di conflitti legati all’oro blu!
Il problema della perdita delle biodiversità! «Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto» (33).
«Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e a essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone» (43).
Pensiamo all’urbanizzazione selvaggia e alle isole verdi per ricchi! «A questo si aggiungono le dinamiche dei media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità… non dovrebbe stupire che insieme all’opprimente offerta di tanti prodotti, vada crescendo una profonda malinconica insoddisfazione nelle relazioni interpersonali, o un dannoso isolamento» (47).
«Vorrei poi osservare che spesso non si ha chiara consapevolezza dei problemi che colpiscono particolarmente gli esclusi» (49). Per affrontare questo problema non basta indurre a una riduzione della natalità o incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni! Dimenticando lo spreco alimentare e la distribuzione dei rifiuti! (cfr. 50.51).
Come denunciamo il debito economico, altrettanto dovremmo denunciare il debito ecologico e risolverlo! Dobbiamo rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana! (cf. 52).
«Mai abbiam maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza. Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino le strade…» (54).
Attenzione al pericolo di credere che tutto ciò sia falso con la conseguenza di riuscire a prendere decisioni coraggiose.

Domande:
Hai mai provato la sensazione di una vita, di un corpo che corre troppo veloce, rispetto al tuo pensare, amare, ridere, piangere… ?
Quali realtà del mondo ti fanno soffrire?
Il bene comune è uno dei tuoi valori nelle scelte quotidiane?
Hai compreso la differenza tra “modello circolare” e “modello scarto”? Quale modello segui?
n. 47: Cosa ne pensi rigurdo l’affermazione che la forte comunicazione tecnologica odierna ha portato a una malinconia delle relazioni?

Preferisci un consumismo esasperato o la riduzione della natalità?
Sei tu o sono gli altri che trattano male il pianeta?
Quanto operi per rendere più bello il mondo?
La questione ecologica è un falso problema? 60s

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