10. Tommaso, Milano
Papa Francesco continua a sottolineare l’importanza dei giovani (come accade anche nel vangelo) per la capacità e la naturale tendenza al rinnovamento culturale e che rappresentano le “nuove foglie” ma senza dimenticare l’importanza dei “vecchi”, forieri di tradizione e che rappresentano le radici della nostra cultura. In modo combinato, quindi, il suo discorso ai giovani (e anche il Sinodo, forse) vuole essere un passaggio di consegne, di testimone, fra coloro che fino a ora hanno mantenuto le radici della cultura (attraverso un “testimone” che a loro volta hanno ricevuto dalle loro generazioni precedenti) e coloro cui spetterebbe, ora, il compito di portare avanti detta cultura, con il rinnovamento che l’inarrestabile lancetta dell’orologio del tempo necessariamente impone: il progresso.
Credo che in questo periodo storico il passaggio di testimone sia più complesso e delicato rispetto a prima, perché noi giovani di oggi siamo più scostanti nei confronti della Chiesa e della nostra cultura; questo è un aspetto che ha evidentemente allertato tutti, anche i piani alti della Chiesa (ma non solo: anche i politici, gli assessori alla cultura o al patrimonio artistico), infatti in questi anni c’è una vera e propria corsa alla salvaguardia della cultura.
Il mondo sta cambiando, le popolazioni si mischiano sempre di più, le culture si incrociano. La Chiesa, ormai, è diventata internazionale, ma in Italia, luogo storico della Santa Sede, i giovani autoctoni che lottano per la tradizione e la spiritualità sono pochi, anche se (secondo me) sono in crescita, forse grazie proprio al lavoro “educativo” che negli ultimi anni è stato fatto.
Ciò premesso, credo che Papa Francesco abbia colto il problema delicato del passaggio di testimone e l’iniziativa del Sinodo è un momento storico, in cui la Chiesa si gira ad ascoltare la voce dei giovani: forse perché ne ha un disperato bisogno, forse perché, invece, ha davvero la genuina intenzione di dare ai giovani quell’importanza che la Chiesa stessa (e il Vangelo) attribuisce loro, forse entrambe le cose; la Chiesa è tradizione, ma è anche Fede. Non deve essere né tradizione della fede né fede per la tradizione: deve essere Fede e Tradizione.