Fare figli? Sarebbe bello

Oggi chiacchieriamo con Gabriele 24 anni di Busto Arsizio, magistrale in Chimica delle molecole biologiche a Firenze, si interessa di musica, pittura e teatro. Dove l’abbiamo conosciuto? Bla-bla car!

Ciao Gabriele, metteresti al mondo un figlio?
Si, penso che sia una grande opportunità di amore, probabilmente perché voglio molto bene alla mia famiglia, ai miei genitori e ai miei fratelli, penso che sarebbe bello, spero di incontrare qualcosa del genere sulla mia strada.

Cosa pensi del futuro?
Il futuro me lo immagino pieno di possibilità per l’umanità di crescere come specie, spero che le tecnologie saranno in grado di mostrarci una strada per essere più che umani, perché queste evolvono man a mano che aumenta la nostra comprensione della natura e mi auguro che in qualche modo questa conoscenza ci apra dei varchi verso una nuova consapevolezza.

Cosa significa crescere?
Penso che significhi esplorare i limiti, come i grandi navigatori del passato esploravano le coste e le disegnavano per creare delle mappe. Forse ci vuole la stessa prospettiva marinaia di allora, per immaginarci come continenti e percorrere le rive di quello che siamo. Quando incontriamo un amico a volte abbiamo scarse prospettive e non ci accorgiamo che quello che vediamo è solo una piccola parte del nostro amico e così allo stesso modo consideriamo noi stessi. Mi piace pensare gli uomini e la realtà in generale con questo approccio e forse crescere è la naturale conseguenza di questo risveglio. Nella pratica è necessario esercitare l’ascolto come una passione eccitante e prendersi cura delle persone che amiamo, perché sono quelle che ascoltiamo di più e spesso ci aiutano a crescere.

Pensi che gli adulti ti stiano lasciando un buon mondo?
La nostra generazione si porta addosso ancora molta rabbia e frustrazione, non si può trascurare la storia che abbiamo alle spalle, non siamo liberi dai suoi traumi, perché di generazione in generazione ci sono stati tramandati. Mi guardo intorno e cerco tra i miei coetanei persone che hanno voglia di parlare di ferite e guarigioni, persone che sanno ascoltare e sanno cogliere la bellezza di questo tipo di corrispondenze, perché io sento il bisogno di parlarne.

I tuoi studi interessi capacità avranno un futuro?
Mi piacciono così tante cose che certe volte vado in confusione, a volte ho paura che quando inizierò a lavorare non potrò più fare tutte le cose che amo, mi sento in trappola e penso di andare verso una condanna. Altre volte sono un po’ meno ansioso e penso che se mi piacciono tante cose forse una o due le potrò ancora farle dopo il lavoro, oppure sarà il lavoro a diventare una delle cose che amo. Io studio chimica e forse non vorrò fare il chimico per tutta la vita, però una volta laureato ci proverò! La parte più frustrante è che ancora non lo sono diventato e sono già passati cinque anni!

Credi in Dio?
Chissà cosa vuol dire credere in Dio, la domanda è molto difficile da circoscrivere, però diciamo che ci ho avuto a che fare, con Dio intendo, la nostra cultura mi ci ha fatto dialogare in qualche modo. Da bambino mi piaceva molto Dio, ora mi sta più simpatico Gesù, Dio mi sembra troppo complicato da definire. Qualche hanno fa ho provato a dare una seconda possibilità anche alla Chiesa, stavo con una ragazza cattolica e in qualche modo volevo capire, insomma per andare d’accordo, però penso di aver ritrovato una spiritualità vera e propria dopo questa esperienza, quando ci siamo lasciati. Non sono più tornato in chiesa ma ho letto i vangeli e ho cominciato la mia ricerca spirituale anche su fronti diversi. Io, per la mia esperienza di vita, mi sentivo un po’ malato e quindi la cosa più spontanea per me è stata quella di cercare di curare il mio spirito. Per ora non sono interessato ad altro che alla cura dell’animo che riconosco essere legato a doppio filo con gli altri e per questo mi prodigo a far si che ci sia solidarietà e raccoglimento nella mia piccola comunità di amici.

Cos’è il dolore per te?
Il dolore è così dettagliato… sento che cambia nel corso del tempo in modi imprevedibili. Parlarne non è facile però va detto che inevitabilmente il dolore ci parla. Diventa un insopportabile compagno di viaggio in certi momenti e a volte vorrei che sparisse, soprattutto quando sono con gli altri. Hannah Arendt suggerisce che “bisogna evitare di cascarsi addosso l’un l’altro e ricordarci quanto è forte in noi il bisogno di comunità”. Penso che il soggetto di questo “cascare” sia un peso morto, una carcassa di noi che lasciamo cadere con indifferenza verso ciò che ci circonda e questo penso che accada quando escludiamo il dolore dalla nostra vita, non accettiamo che si possa vivere con il dolore e pensiamo che il dolore non sia nostro, aspettiamo solo che se ne vada senza fare granché. Occuparsi del dolore è riconoscere che abbiamo bisogno di un amore speciale, vuol dire chiedere aiuto mettendo da parte il giudizio verso noi stessi, senza valutare se ce lo meritiamo o no, è sufficiente ricordarsi quali sono le persone che amiamo e chiedere, riconoscere un bisogno. A volte il momento peggiore è quando non riusciamo a ricordare come ci si sente ad amare o essere amati, ma quando ascoltiamo il dolore e lo misuriamo, riusciamo a capire che il dolore che abbiamo tra le mani richiede una lavorazione e un’attenzione da parte di chi sa costruirci e soprattutto da parte di quelle persone da cui ci lasciamo cambiare.

Grazie Gabriele per le tue parole belle e profonde che ci fanno sperare e auguri per i tuoi progetti “cinematografici” di cui vorremmo discutere prossimamente. ps.: l’immagine a inizio testo è un’opera di Gabriele

Solo un pazzo non va mia in crisi

«Semmai è da pazzi pensare che un uomo non debba mai andare in crisi.» scrive Daniele Mencarelli nel suo romanzo Tutto chiede salvezza.

La parola “crisi” sembra andata in disuso nelle nuove generazioni, mentre nei miei 14/19 anni era un refrain continuo, era l’impulso per continuare a crescere. Forse che oggi gli adolescenti crescono senza crisi oppure vivono una crisi perenne per cui non si accorgono più di essere in crisi?
Di questo vogliamo ragionare prossimamente, intanto cominciate a leggere alcune prime sollecitazioni.

La crisi era un ritornello degli adolescenti di una volta? Il fatto che fosse un ritornello, che fosse presente fino a qualche anno fa, ma che tuttora non viene più nominata, o perché non viene più vissuta, o perché è sempre presente. Ma che non sia più vissuta è impensabile, chi è che non ha mai avuto una crisi durante la propria adolescenza? Allora forse dovremmo riscoprire questa parola, accorgerci quando viene una persona sta soffrendo e porgere loro una mano. (Giulia P., 17, Firenze)
Non capisco perché si dica che gli adolescenti di oggi non vivono una crisi, mi sembra che anzi i giovani di oggi specialmente in questo ultimo anno e mezzo siano stati messi parecchio alla prova.
Quindi non direi che i giovani non vivano un momento di crisi anzi, altrimenti non ci sarebbero tutti i casi di violenza e risse e pestaggi e gente che si ribella alla polizia. (Giulia C. 18, Firenze)
Conoscendo molti ragazzi, nessuno parla dei suoi problemi o di cose negative, tutti parlano solo di cose belle, di quello che possiedono, o di quello che vorrebbero, ma nessuno ti dirà mai, “ehi, oggi sto male per questo motivo”, anche perché tutti i ragazzi di oggi non se ne fregano proprio delle persone, e non vogliono prendersi i problemi degli altri, cercano sempre di evitare il peggio, perché vogliono vivere senza pensieri e vivere da egoisti soprattutto. La parola crisi, tra noi giovani non si usa, nonostante ognuno dentro di sé ne ha una, ma ripeto cercano sempre di non parlarne, perché si sentono giudicati o inferiori ad altre persone, perché purtroppo viviamo in un epoca oggi, che se dici una cosa, vieni criticato immediatamente se è bella o brutta, tutti hanno qualcosa da dire… e molte persone avendo crisi interne invece di sfogarsi con delle persone, si rifugiano in droghe e altro, dove si rinchiudono in casa sprecando la loro vita, senza avere una vita sociale all’esterno, e dove loro pensano di essere forti fuori, ma sono deboli dentro. I giovani di oggi la crisi la scansano perché non sanno affrontarla e hanno paura delle conseguenze, e si riversano sulle cose materiali pur di compensare il loro vuoto interno, che non colmeranno mai…
Fortunatamente al mio fianco ho degli amici di cui mi fido al 101% e ogni mio problema anche il più scemo lo racconto sempre e anche se qualcuno mi giudica, per come sono o per le cose che faccio, non mi interessa perché la vita è mia e faccio quello che voglio! (Luigi A. 20, Napoli).
La parola crisi porta con sé un altro termine che spesso emerge nelle nostre vite: dolore. Non è facile affrontare il dolore, è vero però che per non lasciarci schiacciare dal dolore è necessario sempre ricercare qualcosa di bello, qualcosa che possa “alzare l’asticella del vero” in modo da accorgersi che la bellezza risiede ovunque, anche nel più tenebroso periodo, e che prima o poi ci si rialzerà. (Giulia P. 17, Firenze).

Pedalando, pedalando

Allora, innanzitutto la mia passione al ciclismo è iniziata grazie a mio padre che ha corso per molti anni ad alto livello. E inoltre perché per me la bici è una via di sfogo. Faccio ciclismo agonistico da poco più di un anno. Prima la bici per me era un divertimento mentre adesso è un impegno. Sicuramente 5/6 allenamenti alla settimana con gara la domenica si sentono, è un impegno che richiede sacrifici però io non ne sento il peso perché è un’attività che mi piace fare con passione. Sicuramente ciò che mi scoccia di più è non mangiare quello che voglio. Ovviamente ogni tanto posso fare uno strappo alla regola, però cerco di farlo il meno possibile perché io voglio essere forte nel mio sport e non lasciare nulla al caso.
Quando faccio fatica con i 200 bpm al minuto (battiti del cuore per minuto) non mi fermo, vado avanti e cerco di dare sempre il massimo per non avere rimpianti nel futuro.
Mentre mi alleno, sinceramente, non penso a tante cose. Cerco di restare il più concentrato possibile nel mio allenamento giornaliero. Sicuramente prima che iniziassi a fare questo sport a livello agonistico mentre uscivo in bici pensavo a di tutto un po’ senza stare attento all’allenamento ecc…
Speranze? Spero che un giorno tutti questi sacrifici siano ripagati magari da una vittoria in una gara perché, modestamente, me lo meriterei considerato l’impegno che sto dedicando a questo sport.
Se il ciclismo fosse una materia scolastica avrei 10 ne sono più che certo e se io mettessi l’impegno che metto nel ciclismo nella scuola avrei tutti 8!
Per finire voglio dire che il ciclismo è uno sport che richiede anche grande coraggio (ci vuole tanto coraggio per stare in gruppo a velocità elevate come 50kmh) e la paura va eliminata se no è meglio cambiare sport. Per esempio l’anno scorso mi sono rotto una costola per una brutta caduta a 60kmh in volata, ma più ripenso a quel momento e più sono determinato. Una cosa che mi ha insegnato il ciclismo è che quando si cade ci si rialza subito senza esitare. Subito dopo la caduta a 60kmh io mi sono alzato e ho finito la gara perché volevo finirla assolutamente.

Gregorio C., 3LES, SLuigi – Bologna

Difendiamo la legge del mare

Riprendiamo da La Repubblica e pubblichiamo l’appello al presidente del Consiglio Mario Draghi da parte delle Ong del soccorso in mare.

Gentile presidente Mario Draghi,
dopo l’ennesima tragedia occorsa nel Mediterraneo giovedì scorso, crediamo indispensabile chiederle un incontro urgente.
Ogni volta che si ripete un naufragio speriamo che sia l’ultimo. Anche la tragedia di questi giorni poteva molto probabilmente essere evitata.
Nelle oltre 24 ore trascorse tra la prima segnalazione di Alarm Phone e il consumarsi della tragedia, la Ocean Viking ha atteso un intervento delle autorità marittime che coordinasse le operazioni, ma nonostante le autorità italiane, libiche e maltesi fossero tenute costantemente informate, questo coordinamento non c’è stato, o almeno non ha coinvolto l’unica nave di soccorso presente in quel momento. Che questa mancanza sia stata fatale è sotto gli occhi di tutti: oltre cento persone hanno perso la vita.
Questa, presidente, è la realtà del Mediterraneo. Dal 2014, più di 20.000 uomini, donne e bambini sono morti o scomparsi nel Mediterraneo centrale, che conferma il suo triste primato di rotta migratoria più letale al mondo. Nessuno degli accordi e provvedimenti adottati dagli Stati, dopo la fine dell’operazione Mare Nostrum, è mai riuscito a far diminuire il tasso di mortalità. Da allora le Ong hanno cercato di colmare il vuoto lasciato dagli Stati, ma in assenza di un coordinamento centralizzato, tempestivo e coerente di ricerca e soccorso, tragedie come quelle di giovedì scorso sono le conseguenze da portare collettivamente sulla coscienza.
Per alcuni anni, l’intervento delle navi di soccorso civile è stato accolto con riconoscenza dalle autorità italiane ed europee, con le quali abbiamo collaborato in modo continuativo ed efficace per ridurre la mortalità nel Mediterraneo. Poi le cose sono cambiate: i governi hanno ritirato le loro navi e cessato di coordinare i soccorsi. Le persone, invece che essere soccorse e condotte in un porto sicuro, come vorrebbe la normativa marittima internazionale, hanno iniziato ad essere riportate dalle autorità libiche in Libia, dove sono vittime di detenzioni arbitrarie, violenze e abusi di ogni genere ampiamente documentati. Contestualmente, le Ong sono diventate oggetto di una feroce campagna di delegittimizzazione e criminalizzazione.
Come ribadito dalla stessa Commissaria europea Von der Leyen, “il soccorso in mare non è un optional”, bensì un preciso obbligo degli Stati, un obbligo giuridico, quindi, oltre che morale. Come Ong siamo in mare a colmare un vuoto, ma saremmo pronte a farci da parte se l’Europa istituisse un efficace meccanismo istituzionale e coordinato di ricerca e soccorso che abbia come scopo primario quello di soccorrere persone in mare.
Signor presidente, le chiediamo un incontro in cui discutere quali iniziative concrete possano essere assunte dal suo governo, coinvolgendo l’Europa, per garantire interventi coordinati e tempestivi di soccorso, affinché salvare vite umane torni ad essere una priorità e inaccettabili tragedie come i naufragi di questi giorni non si ripetano mai più.

Alarm Phone, Emergency, Medici Senza Frontiere, Mediterranea, Open Arms, ResQ-People saving People, Sea Watch, Sos Mediterranee

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/04/26/news/migranti_l_appello_delle_ong_a_draghi_difendiamo_la_legge_del_mare_-298042492/

Think and think

I agree that teenagers think and think well as Psychology explains, a miracle of adolescent development as tweens and teens begin thinking abstractly, their imaginations go wild and they pose lots of not so easy to answer questions. It is a time when many young people reflect on large spiritual questions and seek ultimate truths.
Even though those people think(teenagers) they think of things which are not constructive to spiritual life where most of the time they ask themselves some questions such as I think I can be pretty or hot when I try hard, enough, I am not very trusting of boys and they try to spend too much time trying to perfect their image with materials rather than perfecting their personality.
Nowadays, it is possible to think but people most of the time they think of their priorities but surprisingly, teenagers likely to have bad priorities where they spend too much scrolling through social media, editing photos and videos, etc. rather than doing work that can help them or participating in the prayer groups and other spiritual related activities and they are always confident in whatever activities they do whether sin related activities or non-sin related activities.
According to the gospel of John, as Jesus asked Andrea where he lives, and as they explained that living is not only living in houses, I agree that I live in God and Jesus Christ as son of God through praying and repenting sins and participating in different prayer groups that can help me to live closely with the Almighty God.
Teenagers think critically and broadly, but due to the questions that they meet and challenges they face they live in this life of the earth according to their priorities where most of the time they choose bad priorities such as spending too much time scrolling through social media , involving in different devil activities and sins related activities but not all, because for example, I live in this earth but because of my values and objectives based on Christian values that I have , I try to live in intimate love with almighty God through participating in different church related activities that unite me with God.
May God bless those who are interested in reading my views.
Written by ABAYISENGA Destin, Muhura – Rwanda

Ability to think

I can say people of nowadays still have ability to think because innovation has been increasing, like in education, health, business. But due to social media there is loss of concentration increase stress and high increase of depression especially in young people, a lot of youth’s thoughts are caged in it. Most of us, apart from education issues and responsibilities, youth think about what’s going on earth.
Even if we are facing those problems we still have ability think but problems might make us think or not as depending on kind of problems we have, we have different problems in this world: many are suffering from diseases and poverty as well so these problems affect our ways of thinking. So even if we have those problems we still think for example this pandemic COVID 19 made people think about saving, about their future in general.
I can say we are also worried about future, thinking about employments and sustainability of life but also in case of innovation and creativity I think our minds are being weak. We are thinking about problems more than solutions and we’re feeling too little.
My foundation is in God, in Jesus Christ, and myself am busy preparing my future. As youth I have to change the way am living nowadays and as there is rapid development of technology and improvement of standard of living also has to be improved.
Many people do write many stories about youth because many youth or teenagers live in life of sins but not all due to different factors such as level of education, living conditions, heredity and other environmental related factors. But as saint Paul said, we try to do our best to live sins, but due to the power of devil we fall in sins. For me and my friends, we live in mercy with Jesus Chris especially through prayer and being together with God through participating in different prayer groups like sing group.

Done by NAHIMANA Emmanuel – Muhura – Rwanda

PARLI LEI DELLA PASQUA

Padre parli lei della Pasqua che ne sa sicuramente di più di noi.
Ragionandoci però non so quanto ne sappia veramente della Pasqua, però so che molti, troppi,
sanno troppo poco della Pasqua!
Certo la Pasqua non è cosa da sapere, ma incontro da vivere e quindi comprendere.
Da vivere nella sua assurdità e da comprendere nella sua bellezza: è il capolavoro di Dio.
E chi è la Pasqua? Forse solo un Dio che ci dice qualcosa o forse quei giovani che venerdì
scorso hanno organizzato e pregato la Via della Croce?
Giovani che hanno abbandonato per un po’ smartphone e divano?
Ma questi nostri giovani hanno, diciamo, capito quanto stavano facendo?
Certo non sono sciocchi, ma entrare nel mistero di questa Via della Croce per arrivare alla
Pasqua è sempre complesso.
Chissà se questi nostri giovani abbiano pensato, nel muoversi, nel pregare, nel cadere, nel
leggere, che 2000 anni fa dei giovani come loro, un gruppo di 12 uomini e qualche donna non
capiva nulla di quelle scene tra Gerusalemme e il monte Calvario.
Sì, perché quei 12 e le donne con loro avranno bisogno di tempo per comprendere, avranno
bisogno della Pentecoste per capire quella strada percorsa da un uomo sotto la Croce fino a un
sepolcro spalancato.
Questi giovani avranno pensato che forse nemmeno Gesù comprendeva perché dover
percorrere quella strada tra una folla per lo più distratta, solo curiosa. Perché doveva morire a
causa del male, del peccato degli uomini? Sì, anche Gesù, ha avuto bisogno di tempo per
capire, ha condiviso in tutto, tranne il peccato, la nostra umanità, quindi anche la nostra fatica
di capire.
La via della Croce non è da capire, conoscere, studiare; la via della Croce si comprende solo
guardando ai tanti martiri sono morti a causa della fede; guardando a quei giovani anche vicini
che non hanno paura di cercare una chiesa ogni domenica.
Ma la Via della Croce che porta alla Pasqua la si comprende solo lasciandosi prendere dalle
mani del Cireneo, della Veronica, delle donne di Gerusalemme, della Madre di Dio, dei
cristiani che conosciamo e con loro leggere e rileggere il Vangelo, con loro fare silenzio.
Fare silenzio per lasciar parlare la vita di Gesù.
Non abbiamo paura di svestirci dei nostri abiti quotidiani di restare scalzi sulla Via della Croce,
solo così potremo entrare nel sepolcro e accorgerci che è vuoto, perché il Mattino del Giorno
dopo il Sabato è arrivato e nessuno potrà spegnerlo: mai.
Buon Giovedì, Venerdì e Sabato santo 2021.

Existence presupposes Reason

The allegory of the cave by Plato, one of the great Greek ancient philosophers, is one of the most famous works in the history of philosophy. He states that there are prisoners chained together in the cave. Behind them is a fire and in between are objects which men in a hood are carrying. These objects cast shadows on the other side of the wall. The prisoners watch these shadows and believe them to be the real things. Doesn’t such an illustration reflect passive individuals who have no regard for knowing the truth behind what is seen at first glance? Doesn’t it say how some people give importance to individual freedom rather than acknowledging the purpose of things before their actual existence?
In today’s society, especially in the context of the Digital Age, people can easily find out something they are curious about with just a click on the search bar. This does not, however, mean that these nosy lads first process such information if it be true or not. Many are lured into thinking that all said in the social media and in the news are downright reliable. This mindset clearly presupposes that such persons do not filter what comes to them. They do not think. Plato suggests in his allegory that the only way to achieve true knowledge is to use that by which is unique in man: our ability to reason. Now, does it imply then that if an individual uses this faculty, he or she is already heading towards the Truth?
Jean-Paul Sartre, a famous French modern philosopher, in his theory of existentialism, he resonates that way of thinking by people 一 without knowing such an ideology that is rioting and causes deep unrest to our society. Sartre’s notion of existentialism is that existence precedes essence. For him, there must be no one, even a thing, that dictates a human person on how to behave. He suggests that one’s freedom, because of existence, is the basis on how to live. People today determine who they will be, the forms and patterns of their life. The essence which can be a family, culture, and religion for some degree who teaches us how to live a good life was rejected by Sartre; and this is what people today are doing. There is a rejection of Moral Truths and the Natural Law. Why? Just because these concepts do not abide by what they want as true or right. So there is only one thing left to do: make freedom absolute. Hence, existence precedes essence.
In this present time, what was once the trends of just some men, this idea by Sartre, is now the default position of most young people today. They do not want the essence to tell them what they are, what to believe, and on how to behave, because they want to assert their liberty and their existence that is for them precedes essence. And as a result, this reliance on freedom makes most people of today still not capable of reasoning in its wholeness. Some follow their own designs without asking the most fundamental questions of humanity: “Who am I?,” “Why am I here in this world?,” “What should I do?”
To some degree, political structure, family, culture represents essence to us, but the ultimate avatar of essence is none other than the one who has given existence to everything, in contrary to what Sartre and some of his supposed-followers propose. The Creator Himself is the ground of objective truth and moral values. He alone directs the essential form of life, what we ought to conform. Let us reflect, then, to the teachings of the church. Let us not fool ourselves by making ourselves, our freedom, the anchor for life. Only God can make us escape from the cave of arrogance and ignorance. If we do not think just now, we are again imprisoning ourselves just like those men in Plato’s allegory of the cave, fooled because of ignorance. John Carlo Garino

Still capable of reasoning

Are young people still capable of reasoning?
In the perspective of a young professional who is still wandering in this world full of surprises, I am still exploring my capabilities and finding my true purpose in life. I believe that one key in having good reasoning is to keep being curious in life since it leads us to discover new things and ideas along with the experiences we have. By that, we gain wisdom and the ability to reason out correctly. In connection with that, I still believe that our youth are still capable of taking responsibility and can do great things. Living in an “Instant World” where everything is made to be easy and fast made our youth fragile since they don’t know how tough our lives has been and how the sacrifices made just for them to feel comfortable in this generation. They may be missing the sense of responsibility and the drive to be progressive but with the proper guidance we can give, it is still possible to ignite the fires in their hearts and make them as responsible as they should be especially in this times of pandemic. It still depends on how sincere we are in molding them and if they feel what we really mean, they will feel the accountability of doing well and striving harder to have a better and brighter future.
The commitment and unconditional love that Jesus showed us can still be continued if we show our compassion towards each other. It is never too late for our young ones to grow and mature into a responsible and relevant individual if only we can give them the right foundation they need. This is my testimony since I, myself, also came from this experience and now I am currently teaching for three years and continuing to inspire new generation to achieve their goals in life. Christian Paelma (St. Anthony Mary Zaccaria Parish[Silangan, San Mateo, Rizal – Philippines])

Domanda: i giovani sono ancora capaci di ragionare?
Da giovane lavoratore che sta ancora vagando per questo mondo pieno di sorprese, sto ancora esplorando le mie capacità e cercando il vero scopo della mia vita.
Credo che una chiave per ragionare bene sia di continuare ad essere curiosi nella vita, dato che ci porta a scoprire nuove cose e idee, affiancate dalle nuove esperienze. Grazie a questo otteniamo saggezza e la capacità di ragionare correttamente. In collegamento a questo, credo che la gioventù di oggi sia ancora capace di prendersi delle responsabilità e di fare grandi cose.
Viviamo in un “Mondo Istantaneo”, dove tutto è fatto per essere semplice e veloce, che ha reso i più giovani fragili, poiché non sanno quanto dure sono state le vite e i sacrifici dei genitori per farli stare bene. A loro forse manca il senso di responsabilità e la spinta a essere progressisti, ma con la giusta guida che noi possiamo dare, credo sia ancora possibile accendere quel fuoco dentro i loro cuori e renderli responsabili quanto dovrebbero essere, soprattutto in questo periodo di pandemia. Ciò continua a dipendere da quanto siamo sinceri mentre li formiamo e se capiranno cosa intendiamo davvero, sentiranno la responsabilità del far bene e dello sforzarsi di più per avere un futuro migliore e più brillante.