È il 6 maggio o il 6 dicembre?
Come ogni mattina anche oggi mi sono alzato per spegnere quella dannata sveglia sul cellulare, che a malincuore mi costringe sempre a scendere dal letto per far placare quel rumore a dir poco insopportabile. Ho sbloccato la schermata, ho letto i messaggi arrivati nella notte, ho aperto Instagram e in prima pagina è apparsa una foto, tutta bianca, postata da roccaraso.net, una pagina che durante l’inverno informa i turisti, sciatori, riguardo la situazione degli impianti dell’Aremogna. Mi si sono sgranati gli occhi alla vista del comprensorio tutto innevato e mi son chiesto: “Ma è il 6 maggio o il 6 dicembre?”
Ebbene sì, oggi è il 6 maggio 2019 e da quando sono nato non ho mai visto una cosa simile. Ma perché succede tutto questo?
Oggi viviamo una situazione di squilibrio ambientale, la quale sta portando via le stagioni da noi considerate di passaggio, quelle forse più belle e amate da tanti poeti: l’autunno e la primavera. Tutto ciò è causato da una cosa più importante di tutte le altre, ovvero l’impronta sconfinata che l’uomo ha impresso su questo meraviglioso pianeta. Non ce ne rendiamo più conto ormai, ma quella di oggi è forse la segnalazione più esplicita che la terra ci sta dando; ci sta invitando a cambiare rotta: a ridurre gli sprechi, a inquinare il meno possibile e a rispettare la natura. Non ci vuole tanto, basta solo un po’ di buon senso e di civiltà, che tanto manca a queste basse latitudini, per non condurci a disastri ambientali che coinvolgono spesso la vita di noi cittadini stessi. Come se a volte, la natura inconsciamente volesse punirci per vendicarsi dal male che le facciamo.
Poche settimane fa era Pasqua ed il giorno di Pasquetta proprio nella mia città, Napoli si è assistito a scene di inciviltà inaudite: ai piedi del vulcano Vesuvio proprio nel giorno di Pasquetta decine e decine di gitanti, criminali, si sono addentrati nel Parco Nazionale e hanno lasciato il deliro: tavoli rovesciati, sedie distrutte, barbecue, addirittura hanno abbandonato un motorino. Insomma, una discarica a cielo aperto, e nessuno fa niente… Magari andranno gli enti a pulire, ma il prossimo anno si ripresenterà lo stesso problema, perché è troppo facile lamentarci dei governanti che non fanno il proprio dovere. Ma noi cittadini non siamo da meno: se la carta non la butti per terra, ma nel cestino non ci sarà bisogno dello spazzino che te le raccoglie. E qui il punto cruciale; è l’essere umano di qualsiasi etnia che deve accorgersi e comprendere fin in fondo che per il bene di tutti bisogna rispettare l’ambiente, il nostro mondo.
Le chiavi della svolta sono in mano a noi giovani che ci stiamo impegnando, chi più chi meno, per affrontare questo grande problema che tocca tutti noi. In Svezia per esempio una bambina di nome Greta ha dato inizio a un ciclo di manifestazioni del venerdì, proprio per sensibilizzare il mondo e i potenti di questo pianeta, a favore di un’economia “green”, pulita.
Nel mio piccolo ho sempre cercato di essere un buon cittadino. Da anni vado in bicicletta e ho attraversato paesi, città, ma soprattutto montagne; le salite quelle mitiche per il ciclismo. La bici mi fa vivere con i miei occhi lo spettacolo della natura; lontano dalle industrie e dai centri urbani, disperso tra le montagne, ho ritrovato me stesso, la mia essenza di uomo. Ho visto dal vivo ambienti che tutti possono vedere su National Geographic, ma ho provato emozioni che non riesco neanche a spiegare. In salita sentivo il cuore battermi nelle orecchie, e le gambe bruciare, ma la voglia di arrivare in cima per godermi il panorama, mi ha spinto sempre più in alto.
E ora il mio appello a voi lettori.
Siate rispettosi di ciò che la natura vi ha donato, per permettere ai nostri figli, nipoti e 10, 100 generazioni future di vivere a in un mondo bello come è ancor oggi. E un ultimo consiglio: dimenticate qualche volta, la macchina, il bus e la moto ma salite su quel giocattolo con due ruote e due pedali; non ve ne pentirete!

Vincenzo Primavera, Napoli